Gli «alluvionati» hanno accolto con proteste l'ispettore inviato nel Bellunese dal Ministero

Gli «alluvionati» hanno accolto con proteste l'ispettore inviato nel Bellunese dal Ministero f due paesi del Comelico ove il Consiglio si è dimesso Gli «alluvionati» hanno accolto con proteste l'ispettore inviato nel Bellunese dal Ministero A San Pietro e a Santo Stefano di Cadore - La folla ha manifestato in piazza lamentando lo stato di abbandono in cui è lasciata la vallata - Gli assessori comunali hanno illustrato il pericolo delle periodiche piene dei fiumi e la mancanza di sicurezza per gli abitanti della zona - L'ispettore, che era accompagnato da funzionari del Genio Civile, ha annunciato un programma di lavori per strade e acquedotti: un geologo andrà a Belluno per scegliere le aree adatte alla ricostruzione (Dal nostro corrispondente) Belluno, 14 aprile. La clamorosa protesta dei Consigli comunali di San Pietro e di Santo Stefano di Cadore, che si erano dimessi nei giorni scorsi « per solidarietà con le popolazioni e per scindere le proprie responsabilità j da quelle degli enti statali » (come aveva detto il sindaco di San Pietro, Arminio Cesco), hanno provocato un immediato intervento governativo: stamane, infatti, è arrivalo in Comelico il capo di gabinetto e ispettore generale del ministero dei Lavori Pubblici dott. Laudicina. inviato dall'on. Mancini L'ispettore era accompagnato dal viceprovveditore alle Opere Pubbliche di Venezia, dott. Manzini, e da funzionari del Genio Civile. San Pietro e Santo Stefano di Cadore sono due comuni che subiscono in pieno le conseguenze della mancata attuazione delle opere di difesa tanto che ogni autunno e ogni primavera gli abitati, le strade e tutte le infrastrutture sono continuamente danneggiati e la popolazione subisce lutti e distruzioni. La loro accoglienza all'ispettore è stata fredda A Santo Stefano sono avvenute manifestazioni di piazza; una cinquantina di persone hanno inalberato cartelli con accuse al Genio Civile, all'Anas e al governo, per lo stato di abbandono in cui è lasciata la vallata, per la continua minaccia dei fiumi, per i danni alle uniche fonti dì reddito (il legname e il turismo). Qualcuno fra i manifestanti diceva: «Per ottenere ciò che ci spetta useremo anche la forza, magari la dinamite, come fanno i nostri vicini austriaci e gii altoatesini, che in questo modo riescono ad avere tutte le preferenze ». A Santo Stefano gli operai di una fabbrica di occhiali hanno abbandonato il lavoro e si sono riversati nella sala consiliare, dove hanno protestato a lungo, chiedendo le opere dì difesa promesse da anni. La prima riunione si è svolta nel municipio di San Pietro, presenti tutti i consiglieri. Il dott. Laudicina ha portato il saluto del ministro e ha chiesto che gli fossero illustrati i problemi più urgenti. Poi ha comunicato che sono stati appaltati lavori per l'acquedotto (58 milioni), per le fognature (50 milioni) e per il cimitero (6 milioni). I lavori dovranno essere eseguiti entro l'anno. Il viceprovveditore dott. Manzini ha annunciato che il Comune è stato autorizzato ad eseguire i progetti di queste opere e ha assicurato un finanziamento di 50 milioni entro l'anno per la sistemazione delle strade: il resto verrà invece nel 1968. Inoltre, al comune di San Pietro sono stati assegnati 26 milioni per la costruzione di case ai senzatetto. Il sindaco, Cesco, ha esposto i problemi della zona, ponendo soprattutto l'accento sulla necessità che un geologo resti costantemente sul posto per indicare le aree idonee alla ricostruzione e per sciogliere le riserve che riguardano la stabilità della frazioni di Costalta (1500 abitanti), che rischia di dover essere abbandonata. Il dott. Laudicina ha assicurato che un geologo sarà distaccato a Belluno. Per l'arginatura del Piave è stato garantito che ormai è pronto il progetto per la posa dei gabbioni (spesa: 56 milioni) che permetteranno la difesa degli abitati di Cimamare e Mare. Per la statale 355 di Val Degatto, che unisce il Bellunese a Sappada, l'ispettore ha assicurato che interesserà l'Anas affinché siano realizzati i lavori approvati già lo scorso anno. A Santo Stefano, tra le continue interruzioni del pubbli co, i funzionari del ministero dei Lavori Pubblici hanno ascoltato la relazione dell'assessore Pomarè. Egli ha detto che la premura dimostrata in questa occasione poteva essere anticipata a prima dell'alluvione. Per Santo Stefano, il dott. Laudicina non ha potuto assicurare la realizzazione immediata delle opere richieste; ha promesso comunque che saranno stanziati subito 30 milioni. Il pubblico ha protestato, perché questa cifra ó apparsa esigua e insufficiente. Invece, per gli argini del Piave e del torrente Padola verranno spesi 51) milioni. I consiglieri hanno replicato che queste opere non saranno idonee a garantire la sicurezza degli abitati fin tanto che il livello del letto dei fiumi non verrà abbassato almeno un chilometro prima dell'inizio dei paesi, oltre che nel tratto che li attraversa. E' stato infine chiesto di fare obbligo all'Enel di svuotare il lago artificiale appena fuori della valle, che si è riempito di materiale e che continua quindi a rimandare verso i paesi del Comelico l'acqua che viene dalla sorgente. r. f.

Persone citate: Arminio Cesco, Laudicina, Mancini, Manzini, Pomarè

Luoghi citati: Belluno, Santo Stefano Di Cadore, Sappada, Venezia