Vini piemontesi presentati agli albergatori a Verbania

Vini piemontesi presentati agli albergatori a Verbania Vini piemontesi presentati agli albergatori a Verbania Nelle sale del « Kursaal » - Se ne potevano assaggiare trentacinque qualità - Per molti tipi è in corso il riconoscimento di «denominazione d'origine» - I primi successi della nuova legislazione vinicola (Dal nostro inviato speciale) Verbania, 11 aprile. Una larga varietà di vini piemontesi, 35 tipi per essere esatti, è stata presentata nel Kursaal di Pallanza per iniziativa dell'Azienda autonoma di Verbania con la collabora-i zione delle Unioni provinciali agricoltori del Piemonte. E' questa la prima di una serie di manifestazioni che vogliono far conoscere ed apprezzare i nostri vini pregiati. Un reggimento di bottiglie era schierato nei locali del bar, mentre nel salone prendevano posto al tavoli gli invitati, ossia i dirigenti di alberghi e ristoranti a cui era dedicata la manifestazione. Si vuole in tal modo far incontrare gli acquirenti con i produttori dei vini, nella speranza che le cantine dei locali frequentati dai turisti che soggiornano sulle rive del Lago Maggiore, si riforniscano delle migliori qualità di vino e le facciano apprezzare ai loro clienti. Il presidente dell'Azienda autonoma di turismo, geom. Pasquali, spiega lo scopo della riunione, a cui sono stati invitati 475 proprietari di alberghi e ristoranti (ma gli intervenuti sono però poche decine); il geom. Cusaro porta il saluto del comm. Cantoni, presidente dell'Unione agricoltori di Novara; poi la direzione del convegno viene assunta dal sen. Desana, presidente del Comitato nazionale per la tutela delle denominazioni di origine. Una numerosa schiera di camerieri irrompe nella sala, posa su ogni tavolo i bicchieri, mesce il vino, cambia i bicchieri, mesce altro vino. L'assaggio è lungo e laborioso. Ogni invitato vede sfilare davanti a sé 35 bicchieri e, se se la sente, assaggia 35 qualità di vino. Sì comincia con il Riesling e con varie qualità di Cortese. Intanto i produttori danno informazioni sui vari tipi, rispondono a domande e s'intreccia qualche garbata polemica. Il Cortese classico, per esempio, è quello di Gavi, ma qui ne assaggiamo anche di Acqui, di Tortona, di Castel Tagliolo e dell'Oltrepò Pavese D'altronde la zona di produzione dev'essere piuttosto ampia se si vuole ottenere il riconoscimento della denominazione d'origine; e il vino potrà chiamarsi « Cortese di Gavi », lasciando al prodotto dei vigneti veramente di Gavi la qualifica di « classico ». E passiamo ai vini rossi. Sono di scena quattro qualità di Dolcetto prodotti tutti in provincia di Alessandria (Rocca Grimalda, Acqui, Tagliolo). Mancano i vini delle province di Cuneo e di Asti. E per il Dolcetto, di cui Alba e le Langhe chiedono un riconoscimento esclusivo, si apprende dal sen. Desana che verrà richiesto anche un riconoscimento dal produttori alessandrini. Come potrà essere chiamato? « Dolcetto dell'Alto Monferrato », per esempio. Scompare il Dolcetto, e viene portato il Grignolino: quattro qualità prodotte nel Casalese. Mentre gli ospiti assaggiano, il sen. Desana ricorda le virtù di questo vino nervoso, magro, scintillante, che ha una lunga tradizione. Purtroppo dopo l'inflazione della fillossera, i vitigni vennero in gran parte sostituiU con quelli, più rustici e resistenti, della Barbera. Ma ora c'è una ripresa di coltivazione tanto che si prevede di rinviare di •in paio di anni il riconoscimento della denominazione di origine per tracciare i più anv pi confini della zona di produzione, che è classica nei vigneti di Migliandolo e Portacomaro, e portare sul mercato un quantitativo ragguardevole di Grignolino se: i 3000 ettolitri dì Barbera. Chi vuol fare fino alla fine il proprio dovere ne assaggia una decina di tipi prodotti nel Casalese, nell'Alto Monferrato, e a Tortona; del 1962, del '64, del '61. Della Barbera si è parlato ampiamente nei giorni scorsi. Ce ne .saranno di tre tipi: di Asti, di Alba, del Monferrato. E Barbera senza altre aggiunte potrà tuttavia chiamarsi (senza garanzia di origine) il prodotto del vitigno in qualsiasi zona sia stato ottenuto. Mancano alla presentazione il Barolo e il Barbaresco, nonché il Nebbiolo, ma abbiamo dei degni lappresentanti di questa famiglia: il Gattinara, il Sizzano, il Ghemme. Sono assenti anche l'Asti Spumante e il Moscato d'Asti: il loro posto, alla fine del simposio, è tenuto da un Moscato Rosso di Pontestura e un Moscato di Cellamonte, da una Freisa dolce e frizzante e da un goccio di Acquavite di Moscato prodotta ad Acqui Terme. A conclusione dell'incontro, il sen. Desana spiega ampiamente gli scopi e i risultati già ottenuti dalla nuova legislazione vinicola italiana con la legge antifrode e con la tu- Siamo così giunti al più ab-'tela delle denominazioni d'oribondante prodotto Piemonte-|gine e controllata. e. d. ■uni riiiimiiiiiiti 11)11111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111(1111111111

Persone citate: Barbera, Cantoni, Cortese, Cusaro, Freisa, Moscato, Pavese