Si cerca nel Po a San Mauro il martello usato dagli assassini del Lago d'Iseo
Si cerca nel Po a San Mauro il martello usato dagli assassini del Lago d'Iseo Si cerca nel Po a San Mauro il martello usato dagli assassini del Lago d'Iseo L'inchiesta sull'uccisione del commerciante di francobolli - L'attrezzo sarebbe stato gettato nel fiume dal conte Martinengo Cesaresco: ieri scandagliate a lungo le acque - Forse il patrizio verrà ricondotto a Torino per un altro sopralluogo e . a i o a l a i o (Nostro servizio particolare) S. Mauro Tor., 11 aprile. I carabinieri del Nucleo di polizia giudiziaria di Brescia cercano a San Mauro un martello da gommista, cioè una mazza di quelle usate per il cambio dei copertoni degli autocarri, che sarebbe stato usato dal conte Tebaldo Martinengo Cesaresco di 30 anni e da Giuseppe Piccini di 31 per uccidere il commerciante filatelico Battista Zani, sessantenne, di Brescia, assassinato il 14 marzo in una villa sul lago di Garda e gettato poi nel lago d'Iseo. L'esistenza di questo martello sarebbe emersa nel corso degli interrogatori svolti dal giudica istruttore dottor Giovanni Arcai per accertare le circostanze della morte dello Zani. Quando sulla salma venne eseguita l'autopsia si parlò di una ferita al parietale sinistro provocata da un corpo contundente non precisato. Ora il Piccini, nel tentativo di diminuire le proprie responsabilità, avrebbe rivelato che il commerciante fu colpito dal Martinengo con una mazza da gommista che poi venne nascosta in una valigia nera insieme con le scarpe, il soprabito e il berretto della vittima. II conte si è rifiutato di confermare o controbattere le dichiarazioni del complice, come se non lo riguardassero. Il suo atteggiamento è di completa indifferenza. Non risponde alle domande; non ammette e non nega. Sembra persino infastidito per l'Insistenza degli inquirenti. Una sola volta ha avuto una reazione umana: quando gli è stato detto che se non avesse rivelato il nascondiglio i iei francobolli, Giuseppe Bonini, lo zio ottantenne che l'aveva ospitato nella sua villa di S. Mauro, avrebbe potuto essere incriminato per favoreggiamento. Allora ha chinato il capo e con voce incerta ha rivelato dove si trovavano: nel sottofondo di un armadio della camera dove aveva dormito. Malgrado il suo silenzio i carabinieri sono riusciti a ricostruire il viaggio della misteriosa valigia nera, da Brescia a Torino, e poi a S. Mauro, nella casa del Bonini. La domestica Tarcisia Pesani Bi roglio, quarantenne, ricorda di averla vista nella camera occupata dal giovane: « C'era dentro un soprabito e un berretto. Può darsi che sotto fosse nascosto il martello, ma io non l'ho notato ». Il giorno successivo, al momento del l'arresto, la valigia fu ritrovata vuota. I carabinieri sono convinti che il Martinengo riusci a di sfarsi di quelle prove perico lose poche ore prima, durante una passeggiata sulle rive del Po, quando fu notato dalla figlia del sindaco di S. Mauro, Stefania Guerrini, di 11 anni. La bimba raccontò alla polizia di averlo visto fermare la macchina in una stradina secondaria che va verso il fiume e avviarsi lungo il greto con una busta o una borsa di pelle nera. Durante le prime indagini si era creduto che egli cercasse un nascondiglio per i francobolli; invece stava gettando nel Po il contenuto della valigia. Stamane sono giunti da Brescia i marescialli Varano e Rolando dei carabinieri. Con alcuni uomini messi a disposizione dal Comune hanno perlustrato la zona, ma inutilmente. Poi è stato chiesto l'intervento dei vigili del fuoco che hanno cominciato a dragare il fiume per un tratto profondo venti metri e lungo duecento. Finora le ricerche non hanno avuto esito. Continueranno domani e nei prossimi giorni. Non è escluso che il giovane conte venga di nuovo portato a Torino per un sopralluogo. p. 5. I vigili del fuoco scandagliano il Po a San Mauro alla ricerca dell'arma del delitto
Persone citate: Battista Zani, Bonini, Giovanni Arcai, Giuseppe Bonini, Giuseppe Piccini, Stefania Guerrini, Tebaldo, Zani
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