I giudici in camera di consiglio decidono oggi la sorte di Nigrisoli

I giudici in camera di consiglio decidono oggi la sorte di Nigrisoli ti protesso dei curaro alla Corie d'Appello I giudici in camera di consiglio decidono oggi la sorte di Nigrisoli Tre le possibili soluzioni: conferma dell'ergastolo, riduzione della pena a 24-30 anni (per la concessione delle attenuanti) o assoluzione per insufficienza di prove - Ieri accusa e difesa hanno ingaggiato l'ultima battaglia - L'imputato, che ha disertato le udienze per non ascoltare le parole del P. M. e delia Parte civile, tornerà in aula per essere presente alla lettura del verdetto (Dal nostro inviato speciale) Bologna, 11 aprile. Domani sera Carlo Nigrisoli, 11 medico bolognese accusato di avere ucciso la moglie con una iniezione di curaro, e già condannato all'ergastolo dalla Corte d'Assise di primo grado, conoscerà la sua sorte: conferma della sentenza, assoluzione per insufficienza di prove o riduzione della pena a 24 o 30 anni? Queste alternative sono riaffiorate nella udienza odierna della Corte d'Assise d'Appello, durante le ultime battute polemiche fra l'accusa e la difesa. Oggi hanno parlato gli avvocati Zaganelll e De Marsico per la P. C. e 11 P. M. dr. Ernesto Dardani. Un ultimo brevissimo intervento si avrà domattina: l'avv. Perroux concluderà la discussione a favo ro di Carlo Nigrisoli e subito dopo la Corte si ritirerà in camera di consiglio per la sentenza. La deliberazione richiederà parecchie ore. L'avv. Zaganelll ha affermato che tra i silenzi della difesa su aspetti gravi del processo è eloquente quello riflettente la siringa da 10 ce. sequestra ta nel gabinetto da bagno del l'imputato e contenente tracce di una sostanza a base di cu raro. Il Nigrisoli dichiarò di essersela procurata, occorrendogli per la sua attività di medico fuori della clinica. Ma allora perché si trovava nel gabinetto da bagno il mattino successivo 11 delitto, fresca d'uso e sporca di sincurarina? Avrebbe dovuto essere nella borsa professionale dell'imputato, nella quale invece fu trovato soltanto il suo contenitore metallico: vuoto. Secondo l'avv. Perroux sarebbe stata distrutta la prova dell'innocenza di Carlo Nigrisoli, allorché il perito prof. Nicuolinl si astenne dall'analizzare la gocciolina di liquido esistente sul pistoncino della siringa da 3 ce, impiegata per praticare alla moglie una iniezione di Micoren. « Jlfa quella gocciolina — ha ribattuto l'avv. Zaganelll — doveva essere lasciata essiccare per rendere possibile l'indagine sul Micoren; indagine che fu compiuta e che risultò del tutto negativa». La difesa ha sostenuto l'assenza di uno dei sintomi della morte da curaro: la cianosi. Ma la povera Ombretta, subito dopo essere spirata, era cianotica. La signora Anna Montanari, presente nella clinica di Vicolo Malgrado per assistere una puerpera sua congiunta, dopo aver visto il prof. Pietro Nigrisoli schiaffeggiare il figlio, accusandolo di avere ucciso la moglie, chie se a una suora di vedere la povera morta. Le fu risposto: «Non si può, perché è in parte, nera ». L'avv. De Marsico, egli pure, della P.C., per confutare 'a tesi dei patroni di Carlo N1 grisoli i quali sostengono che l'inesistenza dell'uxoricidio sarebbe dimostrata dalla stessa assenza di un movente, ha ri cordato le note circostanze sulla passione dell'imputato per Iris Azzali, passione dalla quale egli, proprio nell'immi nenza del delitto, era spinto a dire alla moglie: « Perché non ti uccidit Non ti posso più sopportare: mi dà /as'irtio persino vederti ». Alla base di tutti gli uxoricidi v'è sempre l'ossessiva Intolleranza del marito per la moglie: proprio come in questo caso. Il P. M. dr. Ernesto Dardani, avvocato generale, ha sostenuto l'inverosimiglianza della tesi dei difensori secon do i quali le confidenze fatte dalla povera Ombretta alta signora Scarano e al marito di costei, il dott. Frascaroll, suo medico curante, sarebbero nient'altro che fandonie. Il rappresentante della leg ge ha poi sviscerato gli aspet ti scientifici del processo, ribadendo infine la richiesta di infliggere all'imputato la mas sima pena. «A Carlo Nigrisoli — ha ricordato il P. M. — .so)!o state contestate tre ag gravanti: premeditazione, im piego del veleno, delitto com pinta in danno della moglie; due di queste aggravanti sarebbero sufficienti per deter minare la condanna all'erga stolo ». Infine ha preso la parola il prof. Giacomo Dentala che, In polemica con il P. M. dr. Dardani e soprattutto con l'avv. Zaganelli, ha ribadito e ulteriormente illustrato le tesi so stenute nella sua arringa di venerdì e sabato scorsi, spe eie nei confronti del due punti fondamentali: mancata di mostrazione che sia stata una sostanza a base di curaro a determinare la morte di Om bretta Galellì; attendibilità della diagnosi di un decesso (la scompenso cardiocircolatorio, agevolato da un preesi stente vizio al miocardio. La vivace polemica con l'avv. Zaganelli ha avuto co me cardine tutta una serie di citazioni dello Btudio portato in causa dallo stesso pa tgrddosacbsvdttdNmclMp trono della P. C: la monografia dei prof. Fiori e Marigo sui sintomi determinati dall'azione di sostanze a base di curaro in 45 fra suicidi e omicidi colposi. Nelle pagine stesse dalle quali Zaganelli aveva tratto la dimostrazione che la morte della povera Ombretta è da attribuirsi alla sincurarina, Delitala ha trovato argomenti per contrad dirlo. Inoltre ha trovato un'ultima freccia da scoccare contro il bersaglio preferito della difesa: Il perito d'ufficio prof Niccolinl. Questi aveva affermato essere impossibile cercare il curaro nel sangue del la presunta vittima; Fiori e Marigo Indicano nel sangue 11 più idoneo campo di ricerca. Come abbiamo detto, domattina, dopo una breve replica del difensore Carlo Alberto Perroux, la Corte si ritirerà in camera di consiglio per decidere la sentenza. Le soluzioni possibili sono tre: conferma della condanna all'ergastolo, concessione delle attenuanti e riduzione della pena a 24-30 anni; o assoluzione per insufficienza di prove. Carlo Nigrisoli, che dopo il suo interrogatorio ha disertato l'aula per non sentire le roventi accuse del P. M. e degli avvocati di parte civile, si presenterà in aula (così ha detto al suoi difensori) per ascoltare il verdetto, Furio Fasolo

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