«Tannhäuser» in edizione tedesca diretto da Sawallisch alla Scala

«Tannhäuser» in edizione tedesca diretto da Sawallisch alla Scala Il capolavoro di Wagner ritorna dopo 17 anni nel teatro milanese «Tannhäuser» in edizione tedesca diretto da Sawallisch alla Scala La «prima» è stata turbata da un imprevisto: il tenore Hans Beirer, protagonista, ha dovuto abbandonare lo spettacolo per un'indisposizione alla fine del primo atto Successo di tutti gli altri interpreti, con la soprano Sena Jurìnac nel ruolo di Elisabetta (Nostro servigio particolare) Milano, 8 aprile. Le opere giovanili di Riccardo Wagner ricorrono con frequenza nei cartelloni della Scala: al ripudiato Rienzi, che il compianto Hermann Scherchen fece conoscere — in ridotta edizione antologica — nella primavera del '64, hanno fatto seguito nelle stagioni successive, Lohengrin e Il vascello fantasma diretti da Wolfgang Sawallisch; e stasera, sempre nella direzione di Sawallisch, Tannhàuser. La « grande opera romantica », scritta da Wagner sulla soglia dei trent'anni, e recante ancora molteplici segni dell'avversato mondo del melodramma, ma integrati dai presagi del venturo « wort - ton - drama », è stata rappresentata stasera in lingua tedesca, sulla scorta dell'edizione primogenita di Dresda, senza i mutamenti imposti a Wagner dalie avventurose rappresentazioni all'Opera parigina. E di una devota, vivificatrice fedeltà al giovanile testo wagneriano, nello spirito e nella lettera, era garante il maestro Wolfgang Sawallisch, animatore di un discorso fluente e spontaneo, esatto dosatore dei rapporti tra il canto scenico e l'orchestra, artefice di un morbido impasto di pregnanti immagini strumentali. Protagonista era un veterano dei cimenti wagneriani: Hans Beirer. tipico «Heldentenor ». già ammirato alla Scala nell'edizione del Tannhàuser diretta da Herbert von Karajan nel '50. Purtroppo alla line del primo atto egli è stato colto da una improvvisa indisposizione. Lo ha validamente sostituito il tenore Ticho Parly. Una degna erede di Elisabeth Schwarzkopf (anch'ella presente nello spettacolo del '50), si dimostrava la soprano Sena Jurinac, nell'espressivo, vibrante arco del canto, e nei trepidi abbandoni di Elisabetta; con vigorosi accenti, il baritono Victor Braun sosteneva il ruolo di Wolfram von Eschenbach. Il gigantesco basso finlandese Martti Talvela — rivelatosi anni addietro alla Scala nel Grande Inquisitore di Verdi ed ora attivissimo nel repertorio wagneriano, era un solenne, imponente Langravio e la soprano nord-americana Janis Martin poneva i suoi limitati, ma accortamente ad destrati mezzi vocali al servi zio della tentatrice (ìgura di Venere. Ottimo il coro della Scala, diretto da Roberto Benaglio. Al qualificato livello dell'esecuzione musicale faceva riscontro una veste scenica de cerosa, ma non valicante i termini dell'ordinaria amministrazione, così per le scene, attuate con l'ausilio delle proie zioni, di Peter Bissegger, come per la tradizionalista regìa di Frank De Quell. Alquanto mo desto, anche nell'aspetto coreo grafico, l'orgiastico episodio del « Venusberg », ridotto a un'in offensiva scena di comune bai letto. Caldissimo, vibrante il successo, con prolungate acclamazioni all'indirizzo del maestro Sawallisch e di tutti principali interpreti. S- Pi- {11111111M11 ) 111111 ( 11111111M1111111 ( 1111111111111111 i 111 111111111M1111111111111111 i 1111111 11M11111111111T1 ] 11111 i M11111M11111111MIM ! 11E1 ! 11 [ ! I r 111111111 [ 11

Luoghi citati: Dresda, Milano