La Polonia scopre il «colosso storico»

La Polonia scopre il «colosso storico» SULLO SCHERMO La Polonia scopre il «colosso storico» Il Faraone, di Kawalerowicz sfida le grandi produzioni hollywoodiane - Un dollaro fra ì denti: "western" italo-americano concluse « fuori concorso » l'ultima rassegna di Cannes, è un « colosso storico » di produzione polacca (quasi una replica a «Cleopatra*), diretto da Jerzy Kawalerowicz, il regista di «Maria Giovanna degli Angeli » e « L'ottavo giorno della settimana ». La storia non conosce un Ramses XII né un Ramses XIII, che sono generose aggiunte fatte a quella dinastia dal romanziere Boleslaw Prus, da cui il lungo film è stato tratto. Ramses XIII è il protagonista, prima come principe, poi come re. Giovanilmente assetato di giustizia, vorrebbe instaurare una politica d'indipendenza e sollevare ;1 popolo dalla miseria, ma si scontra (fino a lasciarci le penne per mano di un sicario) contro lo strapotere dei sacerdoti di Amon nelle cui mani viscide è la vita politica ed economica del Paese. Da aggiungere che alla rovina del nobile re concorre anche una eclisse di sole, abilmente usata da quei sacerdoti per confondere le idee al popolo: oscurantismo della più bell'acquai A questa intelaiatura, puntellata sui canoni ideologici del cinema d'oltre cortina, si attacca una quantità di motivi spettacolari che fanno del Faraone un gigantesco sforzo produttivo, da tenere la sfida dei corrispondenti « colossi » hollywoodiani. Dai quali si distacca, se mai, per un certo sovrappeso che pur ammantandosi di ieratica solennità fa desiderare la scioltezza e il brio di quelli. Kawalerowicz, lavorando dall'esterno e coll'evidente proposito di conquistare anche i mercati occidentali battendosi sul loro stesso terreno, ha riempito il film di fasto coreografico, di battaglie, danze e nudi anche arditissimi, ma non ha saputo portare la vita, sia pure una vita artificiale, in quel lontano lembo di storia. L'insieme gli è sfuggito, co- (Reposi) - Il Faraone, che sicché il meglio dell'affrescoi consiste in certi particolari illustrativi della congetturata vita intima del faraone, diviso tra moglie, figlio e amante, in taluni risvolti drammatici, oltreché nel suggestivo impiego del colore, mentre sul conto della noia vanno le ambizioni ideologiche circa il conflitto tra stato e chiesa nell'antico Egitto, e le oscillazioni psicologiche del re. fluttuante tra spirito e carne. George Zelnik è l'efficace protagonista, affiancato da Barbara Bryl e da una folla di minori. 1. p. (Augustus) — Affidandosi a moduli noti e collaudati, il western italo-americano Un dollaro tra i denti, di Vance Lewis, narra d'un tenebroso avventuriero prima associato a un bandito e poi suo avversa-\ rio quando l'altro non intende più dividere il bottino. Il fara-\ butto avrà la peggio, mentre] l'enigmatico ex socio, restituita I parte della somma rapinata,! se ne andrà col resto dell'oro,] considerato come taglia suii molti farabutti da lui uccisi.\ Pur eccedendo nei toni violenti e sanguinari, il film, a colori] per schermo panoramico, non1 manca d'una sua concreta presa spettacolare, è ben fotografato ed ha interpreti adatti al genere. Con Frank Wotff che è, si scusi la contraddizione, un buon «cattivo », spicca Tony Anthony, il suo antagonista. Le donne sono Jolanda Medio e Già Sandri. vice

Luoghi citati: Cannes, Egitto, Polonia