Sul futuro del porto di Genova affiorano ragioni di ottimismo

Sul futuro del porto di Genova affiorano ragioni di ottimismo Un problema che interessa tutto il Nord industriale Sul futuro del porto di Genova affiorano ragioni di ottimismo E' imminente la nomina del nuovo presidente del Consorzio portuale: può essere l'occasione per una svolta, anzitutto psicologica - Contro lo spirito conservatore e gli interessi monopolistici, si estende la coscienza che occorre costruire «il miglior porto possibile», allacciato nel modo più razionale al Piemonte ed alla Lombardia - Presentato il progetto della «direttissima dei Giovi» (costo 52 miliardi) per accelerare le comunicazioni ferroviarie attraverso l'Appennino (Nostro servizio particolare) Genova, 7 aprile. Si apre la prospettiva di un periodo costruttivo per il porto di Genova? Come un organismo che si libera con febbri violente da malattie trascinate per tanti anni, il porto sembra aver toccato il punto massimo della sua agitazione polemica, cui dovrebbe seguire l'apertura a radicali mutamenti politici, tecnici, anche psicologici. E' in vista la nomina del nuovo presidente del Consorzio portuale: un uomo non basta per aprire un nuovo ciclo di storia genovese, ma quel che induce a un ragionevole ottimismo è la maturazione psicologica che si sta osservando in questi giorni di attesa. I nuclei di testardi conservatori stanno scivolando gradualmente verso l'isolamento. La maggioranza dei responsabili, pur divisa da diverse concezioni politiche sul futuro di Genova e sulla filosofia stessa del suo divenire, riconosce la sterilità dell'assolutismo e del dissidio sui progetti. Il sindaco Pedullà, che è al tempo stesso presidente del Comitato regionale di programmazione, mi dice : « Non possiamo più perdere tempo. Dobbiamo ottenere le soluzioni migliori, cercando onestamente la verità. Può darsi che il vecchio progetto di Voltri sia in parte superato dal progresso tecnologico, che il nuovo progetto dell'Istituto ligure di ricerche economiche contenga innovazioni tali da essere tenute in conto. Mettiamo finalmente a confronto gli autori dei progetti, sgombrando il terreno da ogni antagonismo, e cominciamo subito la costruzione del migliore porto possibile ». E' un appello, in sintonia con quello lanciato da Milano e Torino, principali clienti del porto: scegliete una soluzione coraggiosa, rivolta al futuro, e noi vi aiuteremo per fare di Genova e del sistema GenovaSavona la porta del Nord industriale. Si direbbe che i genovesi stiano cercando lo scatto per superare i contrasti locali, spesso dovuti a personalismi; il nuovo presidente del Consorzio portuale potrebbe dare un apporto decisivo. Proprio dal Consorzio, infatti, è venuta l'ultima resistenza alle innovazioni suggerite da altre parti. (Va ricordato che alla nomina del nuovo responsabile della gestione del porto è legata quella del massimo dirigente tecnico, o direttore generale; il taglio col passato potrebbe essere netto). Il presidente della Ca mera di Commercio, ente che fino a ieri sembrava spartire col Consorzio portuale una certa rigidità di impostazioni tradiziona li, mostra un ottimismo indirizzato verso soluzioni di namiche. Il dottor Risso mi dice : « Noi siamo aperti al le nuove idee. La tecnica portuale ha subito in pochi anni profonde evoluzioni e dobbiamo tenerne conto. Il progetto del porto di Voltri ha molte somiglianze con quello di 1)0 anni fa, predisposto dal Consorzio per traffici molto diversi da quelli attuali e da quelli ipotizzabili in futuro ». Per le opere marittime del nuovo porto di Voltri occorrono 78 miliardi, più venti miliardi per una nuova linea ferroviaria da Voi tri a quella esistente. Il progetto « Ilres » richiederebbe una spesa complessi va di poco superiore (102 miliardi), con potenzialità di traffico doppia. Cifre rispet tabili ma non assurde. Lo Stato darà una parte. « E' ormai chiaro a tutti che la funzionalità del nostro porto condiziona i sue cessi delle industrie del Nord sui mercati esterni all'area del Mercato Comune. Da questa convinzione na sce la disponibilità di finan ziamenti », dice il presidente della Camera di Commercio. Si parla anche a Genova di adottare il sistema di finanziamento delle autostrade per una parte delle opere, pur tenendo conto del fatto che un porto, co-|sme pubblico servizio, non èldz5mcdustndsstptV7iridLtbdnitgpsccnidfettcdmiltsCilugcftespdcalasnnsllaldnsfnasvllC«v«catrltNIsp in grado di offrire al capitale impiegato analoghe remunerazioni. Gli enti pubblici darebbero contributi a fondo perduto. Si tratta ora di decidere: porto di Voltri come previsto dal vecchio progetto consortile, con allacciamento ferroviario alla ,:nea dei Giovi già tanto appesantita dal traffico consueto; oppure porto di Voltri modificato secondo il progetto « Ilres », per ottenere il rapido inoltro delle merci in zone oltre Appennino (40005000 ettari dell'Ovadese) a mezzo di una ferrovia speciale? La prima ipotesi è dettata dalli, concezione di un porto commerciale, la seconda dall'idea di un porto con traffico di 25 milioni di tonnellate all'anno, che diventi stimolo di nuovi insediamenti industriali alle spalle della Liguria. (Il traffico attuale del vecchio porto è di 39 milioni di tonn. Il complesso GenovaVoltri dovrebbe superare i 70-80 milioni fra 15 anni, includendo gli olii minerali ). E' ovvio che la seconda ipotesi è vista con favore dal Piemonte, anche dalla Lombardia, ed è appoggiata a Genova da chi vorrebbe bilanciare l'esodo di industrie divenuto impressionante. Il tentativo di innestare idee anticipatrici sulla parte solida del vecchio progetto è stato vietato da polemiche animose. Il Consorzio del porto ha replicato agli studi dell'« Ilres » con una « memoria » che nega validità alle proposte, incorrendo però in errori di lettura che hanno deformato i dati dell'analisi e del giudizio. Un arbitrato sembra desiderabile. Entro aprile dovrebbe pronunciarsi il Comitato regionale di programmazione, chiamato anche ad esaminare il progetto di una nuova linea ferroviaria, la « direttissima dei Giovi », che è stato presentato oggi dalla Camera di Commercio .(con il costo previsto di 52 miliardi) e che ridurrebbe a un'ora, o poco più, il viaggio Genova-Torino. Il nuovo clima di fervore dovrebbe facilitare le scelte, con contributo di una maggiore elasticità da parte del Consorzio portuale ; elasticità prevedibile col nuovo presidente. Mario Fazio

Persone citate: Mario Fazio, Pedullà