Assolto il commesso torinese che era accusato di rapine e furti compiuti sotto un altro nome

Assolto il commesso torinese che era accusato di rapine e furti compiuti sotto un altro nome Innocente, per un anno è rimasto in carcere Assolto il commesso torinese che era accusato di rapine e furti compiuti sotto un altro nome Si chiama Paolo Baudo, ha 41 anni, è figlio di girovaghi - Fu arrestato invece dell'astigiano Luigi Donati, che sarebbe autore di decine di « colpi » in Toscana - Ma una sua sorella, abitante a Grugliasco, e un fratello dimorante a Parma lo hanno riconosciuto in aula - Decisiva, ieri, la testimonianza del suo ex datore di lavoro, un commerciante torinese L'imputato prosciolto con formula piena (il P. M. aveva proposto l'insufficienza di prove) è stato subito liberato (Dal nostro corrispondente) Genova, 5 aprile, liii commesso di Torino processato sotto il nome di Luigi Donati, nato ad Asti il SI gennaio 1931 (e come tale perseguito da dieci ordini di carcerazione per complessivi diciotto anni di reclusione) è stato assolto con formula piena dalla accusa di essersi sottratto alla giustizia assumendo le false generalità di Paolo Baudo, nato a Niguarda (Milano) il 22 dicembre 1025. Con la sentenza, i giudici della quarta sezione di Genova hanno stabilito che l'uomo si chiama effettivamente Paolo Baudo e che non ha nulla che vedere con le rapine e i furti attribuiti all'inafferrabile Luigi Donati. Lo sconcertante caso renne alla luce nel gennaio 1066. La polizia genovese arrestò il Baudo nel quale aveva ritenuto di identificare il pregiudicato Luigi Donati, ricercato per furti e rapine avvenuti in Toscana e che avevano comportato tante condanne per diciotto anni di carcere. A quell'epoca l'arrestalo viveva a San Cipriano, un paese dell'entroterra genovese, dove s'era sposato con una giova ne del posto, Caterina Mocci. Paolo Baudo era in possesso di una carta di identità e di una patente di guida rilasciata dalla prefettura di Torino « Non sono Luigi Donati — dichiarò l'uomo — ma Paolo Baudo. Mi sono servito del primo nome per sfuggire alle chiamate alle armi della repubblica di Salò ». La sua storia era questa. Nato da una coppia di girovaghi toscani, Paolo Baudo, nel 1944, per evitare di essere arruolato nell'esercito repubblichino, su consiglio del padre assunse le generalità di Luigi Donati, un fratello naturale nato sei anni dopo di lui e deceduto in tenera età senza che la morte fosse stata denunciata. Come «Luigi Donati», il Baudo nel dopoguerra, fu condannato quattro volte per diserzione, finché nel 1958 pensò di riprendere il vecchio nome per evitare ancora una volta (come gli era riuscito nel 1944) il servizio militare. Nell'agosto scorso, quando comparve per la prima volta davanti ai giudici, BandoDonati disse: « Non so nulla delle rapine e dei furti compiuti da Luigi Donati. Io sono Paolo Baudo, figlio di zingari. Mio padre Eugenio si spostava da un punto all'altro della Penisola, mia madre lo aveva abbandonato. Ho avuto tanti fratelli. Ricordo una sorella, Cristina, ma di lei so soltanto che abita nei dintorni di Torino. Ero assieme a lei quando mio padre morì, cinque anni fa, all'ospedale di Torino ». Quattro mesi dopo, durante un intervallo del processo, il difensore dell'imputato rintracciò a Grugliasco la sorel la di Paolo Baudo: Cristina Baudo in Fasoli di 47 anni, abitante in via Silvio Pellico 15, e la condusse davanti ai giudici. Appena entrata nell'aula, la donna corse ad abbracciare l'imputato. «Sì, è lui, mio fratello! » esclamò. « Ho conosciuto Paolo soltanto nel 1958 perché fin da bambina ho vissuto lunghi anni in collegio. L'ultimo nostro incontro risale a qualche anno fa, in occasione della morte di nostro padre. Al suo capezzale eravamo In tre fratelli: io, Paolo e Maurizio ». « Dov'è ora questo Maurizio? » le chiese il presidente prima di rinviare il processo a oggi per nuovi accertamenti « Fa il nomade, ma di lui non ho nessuna notizia ». Ed oggi, all'udienza co urlìi sita, ii è fatto viro anche Maurizio Baudo. Vive a Par-\ma dov'è stato rintracciato dal difensore dell'imputato, avv. Antonio Juvara. Il teste ha subito riconosciuto il proprio fratello. «Non ci sono dubbi — 7ia detto — è proprio lui ». Ma la battaglia per sottrarre l'uomo dal carcere non era ancora conclusa: aleggiava infatti il sospetto che l'incensurato Paolo Baudo e il pregiudicato Luigi Donati potessero comunque essere la stessa persona. Per documentare l'impossibile convergenza dei- sbrigava il lavoro con serie tà ». L'importanza della deposizione sta nel fatto che prò prio negli anni in cui l'impu tato lavorava a Torino avven nero in Toscana i furti e le rapine attribuite a Donati. L'intervento del Pubblico Ministero è stato rerissimo: assoluzione dell'imputato per insufficienza di prove. L'avv Antonio Juvara ha invece puntato sulla formula piena e in questo senso il Tribunale ha deciso assolvendo « Paolo Baudo dall'accusa di sostitu zione di persona e di falso perché i fatti a lui ascritti non costituiscono reato ». Pao 10 Baudo è stato scarcerato un'ora dopo. Prima di torna re a Marassi ha abbracciato 11 fratello. Filiberto Dani Cristina Baudo ha riconosciuto II fratello in aula a Genova z Paolo Baudo assolto ieri a Genova (Telefoto) la vita dell'uno in ciucila dell'altro, il difensore ha presentato un nuovo testimone, il commerciante torinese comm. Giusepiie Beltrandi, abitante in corso Valdocco 3, che, all'epoca dei fatti, possedeva un negozio di tessuti e telerie a Torino in via Piave 12. « Riconosco nell'imputato il mio ex commesso Paolo Baudo — ha detto — che è stato alle mie dipendenze dal 1957 al 1963. Ho di lui un buon ricordo: era una persona corretta e onesta, che