L'orefice di Moretta ferito dai banditi racconta la drammatica sparatoria

L'orefice di Moretta ferito dai banditi racconta la drammatica sparatoria L'orefice di Moretta ferito dai banditi racconta la drammatica sparatoria Il processo alla "banda dei trentasei" a Cuneo - Un proiettile colpì il gioielliere a un occhio - Della sanguinosa rapina, che fruttò un milione, sono accusati sei banditi (Dal nostro corrispondente) Cuneo, 5 aprile. Cu m.) L'orefice trentasettenne Lorenzo Aresio, proprietario della gioielleria di Mo Incriminati sei dei trentasei imputati del processo in corso alle Assise di Cuneo, ha rievocato oggi in aula il drammatico episodio in cui rimase gravemente ferito. Uno dei banditi, mentre fuggiva, esplose alcuni colpi di rivoltella contro l'Aresio e un proiettile trapassò l'occhio sinistro dell'orefice, che rimase per vari giorni tra la vita e la morte. Oggi Lorenzo Aresio è guarito, ma l'occhio è rimasto seriamente leso. Devono rispondere di questo crimine i fratelli Giacomo e Michele Barrerò, Carlo e Modesto Argen- retta, che la sera del 18 gen-naio '65 fu teatro di una san-guinosa rapina, per cui sono ta. Romano e Valerio De Colombi. Presidente — Racconti come si svolsero i fatti. Aresio — Stavo cenando «fi- i'" retrobottega con mia moìu'ie, mio padre e il bambino di. lQuattro anni. Improvvisamen- ' te udimmo il rumore del cristallo della vetrina che cadeva in frantumi. Mi precipitai in negozio, appena in tempo per vedere un'ombra che si impadroniva di un plateau di preziosi. Mi spararono addosso mentre mi dirigevo di corsa verso l'ingresso. Colpito all'occhio sinistro, provai un dolore acutissimo, quindi crollai a terra svenuto. Com'è noto, 1 sei imputati erano stati accusati da Bernardo Lafleur (a sua volta accusato di un paio di furti). Fra le altre parti lese ha deposto il commerciante Giuseppe Chiavassa, da Villanova Solaio, che la sera del 30 marzo '65 fu destato dalla suoneria d'allarme del suo negozio. Sceso in strada, venne fatto segno ad alcune revolverate da parte dei malviventi, che avevano tentato di forzare la saracinesca. Si sottrasse alla sparatoria gettandosi a terra. Per tale episodio, Carlo Argenta, i fratelli Barrerò e Romano De Colombi devono rispondere di tentato omicidio e tentata rapina. Il Chiavassa non è stato però in grado di riconoscere gli imputati. E' stato poi sentito l'agente Pietro Rangioletti, di Savona, che il 2 febbraio '65, mentre era in servizio sull'autostrada Ceva-Savona, intimò l'alt a Michele Barrerò. Fu travolto dall'auto dell'imputato, lanciata in retromarciaLa ventiseienne Marisa Costanzo, da Frabosa Sottana, in istruttoria aveva riconosciuto Giuseppe Argenta quale auto re di alcuni furti avvenuti a Frabosa. Invitata dal presi dente a indicare l'imputato scegliendolo nel gruppo, la te ste ha osservato gli accusati uno dopo l'altro e poi ha crollato il capo. Presidente (rivolto alla Costanzo) — Capisco, vada pure, lei oggi ha paura. Un piccolo incidente è avvenuto durante la deposizione di Ercole Ravial, di Carignano. che era stato derubato della sua autovettura II teste ha esclamato: «Campassi cento anni sarei in grado di riconoscere l'autore del furto». Presidente — Ebbene, si volti e osservi gli imputati. Ravial (dopo averli scrutati a lungo puntando l'indice sul Fiori) — E' lui. Presidente — Badi che quel giorno l'imputato era già in prigione da oltre tre settimane ». Ravial (piuttosto confuso) —Eppure, gli somiglia come una goccia d'acqua. L'udienza è stata quindi rinviata a venerdì. L'orefice Lorenzo Aresio mentre depone a Cuneo

Luoghi citati: Carignano, Cuneo, Frabosa Sottana, Moretta, Savona