Vestiti da frate due carabinieri arrestano uno dei capi della banda

Vestiti da frate due carabinieri arrestano uno dei capi della banda La sfilata dei testi ai processo di Cuneo Vestiti da frate due carabinieri arrestano uno dei capi della banda li drammatico racconto del brigadiere che partecipò alla cattura del malvivente in un'osteria del Cuneese Un altro bandito riuscì a fuggire dopo avere atterrato il sottufficiale con una testata nello stomaco (Dal nostro corrispondente) Cuneo, 4 aprile. La sesta udienza del processo alla banda del trentasei ha potuto avere regolarmente luogo oggi alle Assise di Cuneo, grazie all'intervento del notaio dott. Gallo che ha sostituito il cancelliere Giraudo In sciopero. Iniziatasi la seduta, su proposta del p.m. dott. Spaziani la Corte ha comminato una ammenda di 5 mila lire ad alcuni testi assenti, per non aver fatto pervenire valida giustificazione. Sono quindi sfilati alcuni automobilisti, i quali erano stati derubati delle rispettive vetture: taluni di questi hanno patito un danno rilevante, poiché delle trenta e più auto trafugate dai banditi alcune sono state incendiate. Hanno poi deposto numerose vittime della banda: i commercianti di tessuti e mercerie Antonio Formento, di Beinette, Giovanni Sarzotti, di Bene Vaglenna, Mario Boffa. di Monesiglio, Ercole Pozzi, di Acqui, Alvaro Comini, di Basaluzzo. Guglielmo Ciravegna, da Pollenzo di Bra, i quali subirono furti di merce per circa trenta milioni. Il Ciravegna, che si era affacciato ad una finestra dell'alloggio, venne fatto segno ad un colpo di pistola sparato dai malfattori, andato fortunatamente a vuoto. Il guardacaccia Giuseppe Castagno, da Cherasco, fu protagonista di un drammatico episodio: la sera del 27 febbraio '65, mentre era in perlustrazione nella riserva dell'ambasciatore marchese Fracassi di Torre Rossano, scorse una ombra che sparava ad un far giano, abbattendolo. Si avvi cinò al bracconiere per elevargli contravvenzione, ma il tizio balzò su di un'auto, unitarpante al giovane che gli era al fianco. Lanciata la vettura nella sua direzione, i banditi tentarono di travolgere il guardacaccia, che si salvò solo get tandosl nella cunetta. Cinque giorni più tardi Carlo Fiori, identificato successi vamente dal Castagno come colui che aveva colpito il fagiano, fu arrestato presso Bene Vagienna, durante la drammatica colluttazione e sparato ria fra i carabinieri travestiti da frati e il complice del Fiori il ventiduenne Angelo Quaranta, che è finora riuscito ad evitare l'arresto. Presidente — Lei sarebbe ancora in grado di riconoscere il Fiorir Castagno (dopo aver scrutato lentamente i trentaseì im putati) — E' il quarto da si nistra. Ed ha indicato cosi il Fiori. E' poi andato in pedana il brigadiere dei carabinieri Ame Ho De Angeli, della Polizia giudiziaria di Alba, il quale ha narrato l'episodio accaduto nel pomeriggio del 4 marzo 1965. Il sottufficiale ha così narrato: «Db tempo eravamo sulle tracce del Fiori e del Quaranta, ricercati per nume rose ruberie nelle Langhe. Per vari giorni io e i miei uomini abbiamo viaggiato alla ricerca dei due banditi su furgoni da bestiame travestiti da bovari. Stanchi di essere sempre in mezzo al lezzo, chiesi ed ottenni dai superiori di poter cambiare travestimento: così 10 e il carabiniere Giannuzzi ci procurammo due sai da frati carmelitani scalzi e, con il viso incorniciato da occhiali e barba finta, ci mettemmo a battere la zona sul camioncino delle suore. « Arrivammo addosso ai due ricercati in frazione Podio di Bene Vagienna. Quando il Quaranta mi vide entrare nell'osteria del paesetto mi riconobbe subito e avvertì in dialetto il complice. Mentre Giannuzzi bloccava il Fiori, il Quaranta mi si avventò contro, vibrandomi una tremenda testata al torace. Per poco non finii sulla stufetta, ove era una pentola colma d'acqua bollente. Sempre avvinghiato al bandito, rotolai fuori della osteria. Il Quaranta si divincolò per primo e mentre fuggiva si voltò ed esplose un colpo di pistola nella mia direzione. Io risposi a mia volta al fuoco con due revolverate. Non so se ho colpito il Quaranta. Il bandito riuscì però a dileguarsi a bordo della potente auto da lui rubata in precedenza. Nella feroce colluttazione ho contratto una otite purulenta cronica da cui mi è derivata una invalidità permanente *. Presidente — Lei pensa che 11 Quaranta volesse veramente ucciderla! Brigadiere — Non sono certo che volesse proprio ammazzarmi, perché io avevo sempre cercato di aiutarlo. Ero riuscito persino a trovargli un lavoro. Avv. Andreis — E il Fiori, come si comportò! Brigadiere — Si /asciò arrestare docilmente. Conosco il Fiori da nove anni, ed ho sem pre cercato di consigliarlo per il meglio, anche dietro le insistenze di suo padre, che è un gran galantuomo *. n. m.