Piange uno degli imputati durante il processo a Cuneo

Piange uno degli imputati durante il processo a Cuneo Piange uno degli imputati durante il processo a Cuneo E' un ex prigioniero in Russia che ha negato l'addebito di ricettazione - Terminato l'interrogatorio dei 36 accusati (Dal nostro corrispondente) Cuneo, 31 marzo. Solamente oggi, quarto giorno d'udienza del processo alla banda dei trentasei, in corso alla Corte d'Assise di' Cuneo, 11 presidente' dott. Baretti è riuscito a porre la parola « fine » all'estenuante capitolo dell'interrogatorio degli imputati, accusati di aver seminato il terrore nel Cuneese con le loro scorrerie armate, illustrate nella sentenza di rinvio a giudizio da ben ottantanove capi d'imputazione. Stamane sono stati sentiti alcuni dei principali imputati. Carlo Cerutti, 25 anni, di Caraglio: è accusato di trentun furti, tre rapine consumate e una tentata, tre tentati omicidi. In istruttoria ha negato sempre con ostinazione e identica condotta sembrava dovesse mantenere al dibattimento. Invece, contro ogni previsione, ha ammesso una decina di furti, tra cui quello di 3500 paia di scarpe perpetrato a Ceva col Fiori e altri, e il furto di maglierie per 7 milioni, consumato a Busca. Naturalmente ha negato le rapine. Giacomo Valerio De Colombi, 23 anni, quattordici imputazioni di furto, quattro di rapina e tre di tentato omicidio. E' stato condannato in dicembre per rapina dalle Assise di Cuneo a 3 anni di carcere e in febbraio a 7 anni e 6 mesi, sempre per rapina, dalle Assise di Imperia. A fine maggio sarà processato a Torino per la drammatica rapina del 30 dicembre 1964 alla Cassa di Risparmio di Orbassano e, assieme a Giacomo Barrerò, per il tentato omicidio di due ca rabìnlert, avvenuto a Carmagnola il 5 febbraio 1965 Ha negato in istruttoria, nec,a anche ora. Si accalora solo quando il dott. Baretti gli rammenta la frase: «dobbiamo scappare, oggi abbiamo spa rato a Moretta», che secondo il Lafleur l'imputato ed i fratelli Barrerò avrebbero pronunciato la sera del 18 gennaio 1965. De Colpmbi — Von è vero. Carlo Rava, 46 anni, cenciaiolo, da Castagnito, deve rispondere solo di ricettazione. E' un personaggio patetico. l'unico che ispiri una certa simpatia. Nell'ultima guerra ilRava fu prigioniero in Rus- sia: liberato nel '46, marciò a piedi per migliaia di chilometri, dagli Urali fino a Budapest, e di qui in Italia. Tornato a casa, non riusci a reinserirsi nella vita normale. Presidente — Avete preso da Modesto Argenta merci ed armi rubatef Imputato — Non ò vero, non ho mai preso nulla. Ho sempre dato via tutto. Il Rava è stato internato di recente in un manicomio giudiziario. E' incensurato, ed è l'unico dei 36 imputati che abbia pianto durante l'interroga torio. Si presenta ora all'emiciclo Bernardo Lafleur, pallido ed emozionatissimo. Presidente — La sera della rapina di Moretta parlaste con i Barrerò ed il De Colombi? Lafleur — E' vero, ho parlato con i Barrerò. Dissero, non ricordo più bene se « abbiamo sparato, od hanno sparato a Moretta ». Mi pare che ci fosse anche Valerio De Colombi, ma non ne sono più sicuro. Alla domanda dell'avv. Toselli, se fosse stato minacciato anche da Modesto Argenta, e se gli constava che quest'ultimo avesse partecipato alla rapina di Moretta, l'imputato ha risposto «No». n, m.