Padre, madre e tre figli muoiono travolti dal crollo di una palazzina a Ravenna

Padre, madre e tre figli muoiono travolti dal crollo di una palazzina a Ravenna Spaventosa tragedia in un nuovo centro residenziale Padre, madre e tre figli muoiono travolti dal crollo di una palazzina a Ravenna Le vittime risiedevano a Losanna: erano giunte per una vacanza e si erano appena sistemate in un alloggio dello stabile Il disastro provocato da uno scoppio di cui non si è ancora accertata l'origine - Il tetto del fabbricato si è abbattuto di schianto seppellendo sotto le macerie i cinque componenti la famiglia svizzera - Inutile la febbrile opera di soccorso (Dal nostro corrispondente) Ravenna, 31 marzo. Una impressionante sciagura è avvenuta stamane al Lido di Adriano: il crollo del tetto di un fabbricato ha travolto e ucciso i cinciue componenti di una famiglia, padre, madre e tre figli. Il disastro è stato provocato da uno scoppio di cui non si è ancora accertata l'origine. Le vittime sono il dott. Claude Ramel, di SD anni, la moglie Elisabeth Masnada, di 37, e i figli Monica di 12, Corinne di 8 e Oliver di 9, tutti residenti a Losanna. La famiglia era giunta in Italia per trascorrere le vacanze pasquali ed aveva deciso di fermarsi per qualche tempo ancora, per prendere possesso di un appartamento in un condominio di Lido Adriano. Questo stabile, una palazzina di due piaìii con 16 appartamenti, terminata circa un anno fa, costituisce il primo nucleo residenziale svizzero realizzato da un professionista di Lugano, l'architetto Bircher. L'alloggio era stato acquistato dalla signora Elisabeth Rame'. Masnada nel novembre scorso. I cinque turisti, giunti al Lido Adriano martedì scorso, avevano preso possesso dell'appartamento, al primo piano, avevano trascorso i primi giorni passando molte ore sulla spiaggia e facendo qualche escursione nei dintorni. Ieri mattina, però, non si erano mossi di casa: doveva giungere da Luyano, per con¬ segnare ufficialmente l'alloggio, l'amministratore del centro svizzero, il geom. Oscar Prizzon, accompagnato dalla segretaria, la signorina Lisetta Buzzurri. I due sono arrivati verso le dieci: il Prizzon saliva nell'appartamento, mentre la signorina Bazzurri, che ha un piede ingessato per un incidente, rimaneva ad atten- \dere in macchina. Il dott. Ramel faceva presente all'amministratore della società alcune screpolature del muro. Il Prizzon riconosceva che era pieno diritto dei nuovi acquirenti chiedere dei locali in perfetto stato c scendeva per telefonare all'impresa che aveva costruito la palazzina. Il geometra era appena giunto al telefono in un cantiere edile distante 200 metri, quando è avvenuta la tremenda esplosione che ha demolito l'appartamento dei Ramel: frammenti di muro sono stati scaraventati lontano in un largo raggio, il tetto è crollato in una nuvola di polvere, seppellendo sotto le macerie i cin- \que componenti la famiglia. Sul tetto dalla parte opposta, in un punto che non è crollato, erano due giovani operai di Marina di Ravenna, gli idraulici Salvatore Ghirardini e Gianni Berandini, impegnati in alcuni lavori di copertura: sono stati scagliati a terra e si sono rialzati illesi. « Ho fatto in tempo a vedere 11 tetto che crollava — ha detto poi il Ghirardini — in una nuvola di fumo nero, poi più nulla». Uno spettacolo agghiaccian¬ te si è presentato agli occhi dei primi accorsi: un cumulo di macerie dove prima c'era l'appartamento dei Ramel, i locali adiacenti sfondati, gli infissi spazzati via, i muri interni e perimetrali segnati da larghe crepe. Un silenzio im¬ pressionante dopo il crollo,iiiiiiiiiiiiiiinmiiiiiiuiiiii ito» un lamento 3i levava dalle macerie. Quintali di materiale avevano celato ogni segno di vita. Lo scoppio è stato sentito a notevole distanza. E' stato subito un accorrere di automezzi della Croce Rossa, dei vi- gili del fuoco, dei carabinieri iiiiiiiiiimii iiiiiini iiiiiimiiiiiiiitiiiii e della polizia. Ben presto erano sul posto decine di persone, tra cui il sostituto procuratore della Repubblica dott. Vicini, il comandante dei vigili del fuoco ing. Sangiorgi, i capitani dei carabinieri Falaschi e Picariello, il commissario di Pubblica Sicurezza dott. Conforti. L'opera di soccorso è stata febbrile. Si è provveduto a puntellare i muri pericolanti ed a smuovere le macerie. Ma non c'era più nulla da fare per i cinque sventurati. Poco prima di mezzogiorno, nella cucina dell'alloggio è stata trovata la prima salma, quella della piccola Corinne. Accanto, giaceva orribilmente straziato il corpo della madre. Sul pavimento della stanza di soggiorno sono stati rinvenuti i cadaveri del piccolo Olivier e quello della sorella maggiore, Monica. Soltanto dopo le 13 è stato possibile trovare anche il corpo del Ramel, il capofamiglia, che era stato sorpreso dallo scoppio nel bagno. Le cinque salme sono state portate alla camera mortuaria di Ravenna e poste a disposizione dell'autorità giudiziaria. Sul luogo della tragedia si è recato anche l'arcivescovo di Ravenna, monsignor Salvatore Baldassarre I congiunti dei cinque turisti scomparsi giungeranno domani a Ravenna. Sulle cause dello scoppio esistono al momento solo ipotesi. In un primo tempo si era pensato all'esplosione di una bombola di gas liquido, ma le prime ricerche non ne hanno rivelato alcuna traccia. Sono state rimosse tutte le macerie, ma non è stato trovato nulla, neppure un fornello a gas. E' stata quindi aperta un'inchiesta da parte dell'autorità giudiziaria: il luogo della sciagura e piantonato e domani riprenderanno le indagini. a. m. Le macerie della palazzina crollata presso Ravenna travolgendo ed uccidendo la famiglia svizzera (Telef. A.P.)