Nuovo attacco aereo alla «Torrey Canyon» Il petrolio è distrutto, ma il relitto resiste
Nuovo attacco aereo alla «Torrey Canyon» Il petrolio è distrutto, ma il relitto resiste Nuovo attacco aereo alla «Torrey Canyon» Il petrolio è distrutto, ma il relitto resiste Tonnellate di esplosiva sculla noderosa nave Il governo inglese dichiara: "Per un raggio di 8 km intorno alla nave non c'è più traccia di carburante. Non saranno necessari altri bombardamenti" - Il pericolo della contaminazione delle spiagge sembra diminuito: immense macchie oleose persistono in mezzo all'Oceano, ma si dirigono al largo - Quattromila soldati e altrettanti volontari vigilano sulle coste - Wilson propone riforme ai regolamenti internazionali sulla navigazione Il capitano Interrogato a Genova per dieci ore (Nostro servizio particolare) Londra, 30 marzo. Per la terza giornata consecutiva, aerei supersonici dell'aviazione militare inglese hanno oggi bombardato la Torrey Canyon con tonnellate di esplosivo e razzi al napalm. L'attacco si è accentrato sulla parte sommersa di uno dei tre tronconi della superba petroliera, dove si pensava che si trovassero gli ultimi residui del carico. A differenza di ieri e dell'altro ieri, non si sono più sviluppati colossali incendi: fiammate repentine, ma modeste, hanno illuminato il mare e la scogliera. A sera, il ministro dell'Interno Jenkins, da cui era partito martedì l'ordine di bruciare a tutti i costi il petrolio, ha dichiarato che lo scopo è stato probabilmente raggiunto. « Per un raggio di otto chilometri intorno alla Torrey Canyon non v'è più traccia di carburante — ha detto in una conferenza stampa; — anche nella stiva.il carico dovrebbe essere andato completamente distrutto. Alcuni sommozzatori ispezioneranno domattina la petroliera, ma non credo che saranno necessari altri bombardamenti ». H ministro dell'Interno ha anche dichiarato che è diminuito il pericolo della contaminazione del petrolio nelle spiagge e nei porti. Le immense macchie oleose, in movimento in alto mare, sembrano ora dirigersi non più verso la costa meridionale inglese, ma o verso l'Atlantico aperto o verso la Francia. U solvente usato da quaranta navi militari incomincia a fare effetto, e le piccole baie sono difese da sbarramenti di materiale plastico, che ricordano quelli usati contro i sottomarini. Un centro di operazioni è stato organizzato a Plymouth. A riva, armati di idranti, pale e secchielli, ottomila soldati, poliziotti, pompieri e privati sgombrano il petrolio. Ut. altro aspetto di questa tragedia marinara si impone ora all'attenzione del mondo intero. La Torrey Canyon misurava 300 metri di lunghezza, 38 di larghezza, aveva una portata di 118 mila tonnellate di carburante. La sua perdita costerà alle assicurazioni dieci miliardi e mezzo di lire, più della perdita del transatlantico italiano Andrea Doria nel '56. Il carico era valutato un miliardo e mezzo, i danni alla costa ammonteranno forse a undici miliardi. Ma l'anno venturo entrerà in attività una petroliera con portata di 200 mila tonnellate, attualmente in costruzione in Giappone, e nel '70 ne verrà varata un'altra, di 300 mila tonnellate. Il governo inglese ritiene che i regolamenti internazionali non siano sufficienti per questi colossi degli oceani. Il primo ministro Wilson ha già accennato all'eventualità di introdurre alcune riforme. Ha criticato in modo particolare il fatto che le petroliere possano battere bandiera di nazionalità diversa della propria, soprattutto per ra gioni fiscali (la Torrey Canyon apparteneva alla Union OH Company californiana, era registrata in Li beria e aveva un equipag gio interamente italiano) Wilson ha invitato l'« Organizzazione marittima internazionale intergovernativa » a riunirsi per discutere il problema, e ha delegato speciali poteri a Gordon Walker, anche per gli strasci chi legali della tragedia. Queste iniziative del governo britannico fanno contrasto con le accuse di indecisione ed impotenza ad esse rivolte negli ultimi giorni, non solo in patria, ma anche all'estero, soprattutto in Francia. La legge inglese, si afferma, è troppo rispettosa dei privilegi ma' rittimi: il petrolio della Torrey Canyon avrebbe dovuto essere incendiato appena il comandante Pastrengo Rugiati abbandonò la nave Ennio Caretto Il cap. Rugiati, di spalle, fotografato col teleobiettivo, è interrogato a Genova dai funzionari Inglesi (Tel. Ansa)
Persone citate: Ennio Caretto, Gordon Walker, Jenkins
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