Si cercano negli ambienti dei «night» gli assassini del giovane biellese

Si cercano negli ambienti dei «night» gli assassini del giovane biellese Al cimitero di Salussola il prof. De Bernardi, dell'istituto medico legale di Torino, ha eseguito oggi l'autopsia. Ha estratto dal cadavere cinque proiettili di pistola calibro 7,65. Tutti svarati da uno a due metri: uno era penetrato nel collo, due nelle scapole e avevano forato i polmoni e trapassato il cuore, altri due nella schiena. Il delitto è stato compiuto tra le 23 e l'una. La premeditazione è fuori dubbio: Claudio Pizzorno è stato portato in quella brughiera per essere assassinato. Un «regolamento di conti ». Casi come questo danno del filo da torcere, non sempre è facile e talvolta è impossibile trovare il mandante. Questi, che è sospettabile, ha un alibi di ferro ed ha incaricato della « esecuzione » due sicari, che sono al di fuori di ogni sospetto. Come si è detto, si pensa che il delitto sia maturato nell'ambiente dei locali notturni. iVon si esclude però che il « caso » possa avere un'altra, sorpren dente soluzione. 1, c. (Dal nostro inviato speciale) Biella, 28 marzo. Il delitto avvenuto la notte di Pasqua nella brughiera del Brianco è definito dai carabinieri una « esecuzione ». Claudio Pizzorno è stato condannato a morte, sono andati a prenderlo a casa della sua amica, in auto lo hanno portato tra la sterpaglia del Brianco, gli hanno sparato cinque rivoltellate nella schiena, mentre fuggiva. Chi sono gli assassini e il motivo del delitto non si conoscono. Carabinieri e polizia lavorano in più direzioni, cercano soprattutto nell'ambiente del night club. Per le indagini è essenziale frugare nel passato della vittima e scavare nella sua personalità. Claudio Pizzorno, 32 anni, nato a Crevacuore, in Valsessera. Una vita irregolare, lavorare poco o niente. Vive arrangiandosi, comunque la sua fedina penale resta pulita. Quattro anni fa si sposa con una ragazza di Trivero, Bruna Saggia, ma si separano dopo tre anni e la moglie va a lavorare in Svizzera. Claudio Pizzorno è un «senza fissa dimora ». Vive in camere ammobiliate di paesi del Biellese, non si sa che attività svolga. Poi si trasferisce a Gaglianico, alle porte di Biella, e abita in via Gramsci 17, presso Franco Chiappa, che recluta ragazze e balletti e li colloca nei night clubs. ri Piazorno gli fa da autista, a poco a poco entra nell'ambiente dei locali notturni. (Si cerca ora di stabilire qual era il grado che egli aveva raggiunto e fino a che punto contava. Si indaga anche sui suoi frequenti viaggi in Riviera: là sono numerosi i night clubs, ma là vi è anche il mercato clandestino della droga). Autista del Chiappa, lavora quasi esclusivamente di notte. Passa l'intera giornata in un bar analcolico sotto casa, tra il bigliardino e il Juke box. /Issai spesso fa telefonate, parecchie interurbane. Poi qualcuno dall'aria dubbia lo chiama dalla strada ed egli va con lui. Sembra che la fortuna gli sia favorevole. Ha buoni vestiti tagliati bene, ogni tanto va a pranzare in un ristorante dove no?i si paga meno di 3500 lire. Sabato dice a Luciano Ferri, il proprietario del bar: «Se mi va bene una cosa, mi compero la Millecento ». Da un mese ha lasciato la casa del Chiappa e si è trasferito in via Monte Grappa, nell'alloggio di Lia Toso, che gli vuole bene. La ragazza è sola, lavora in una tintoria. (Inutilmente oggi i carabinieri hanno interrogato la Toso: essa ignora se il Pizzorno avesse un'attività segreta, non conosce i suoi amici, non immagina i motivi di una vendetta) Si arriva al giorno del delitto. Pasqua. I carabinieri hanno lavorato bene, oggi, e sono riusciti a ricostruire l'ultima giornata del Pizzorno, fino alle 22. Una domenica senza avvenimenti eccezionali o premonitori. Il giovane è tranquillo, va al cinema con la Toso, cena a casa, guarda la televisione. Alle 22 lo chiamano dal citofono, gli dicono di scendere che devono parlargli. Esce e non è affatto inquieto o nervoso. Da questo momento non si sa più nulla di lui. Lo troveranno dodici ore dopo, morto nella brughiera. Oggi vi è stato un sopral- II sopralluogo nella brughiera nei pressi di Biella dove fu ucciso Claudio Pizzorno luogo del procuratore di Biella dott. Tacconi alla brughiera del Brianco, che si estende tra Salussola e Santhià. Una località deserta e selvaggia. Cespugli e terra arida. Per arrivare in auto da Gaglianico a qui, il Pizzorno non ha impiegato più di un quarto d'ora. Conosceva i suoi uccisori (probabilmente due) e non li temeva troppo, altrimenti non sarebbe salito in macchina con loro. Forse sapeva di dover rendere conto di qualche cosa (un tradimento, una ballerina portata via a un concorrente, un imbroglio o una questione di stupefacenti: chi 10 può direi). Ma pensava che tutto si sarebbe risolto in una discussione. Quando ha visto che l'auto infilava la strada della brughiera si è spaventato, ha cercato di ribellarsi, ma è stato picchiato. Pugni in faccia, uno gli ha spaccato 11 labbro. La testimonianza della «esecuzione » del Pizzorno è data dai bossoli e dalle tracce scoperte sul terreno argilloso. Un proiettile infisso nel suolo: non c'è dubbio, la vittima ha afferrato il braccio che gli puntava la pistola, con la forza della disperazione è riuscito ad abbassarlo ed il primo colpo è finito a terra. Poi, Pizzorno ha sperato di poter raggiungere il folto della brughiera. E' scappato. Era una notte di luna piena. Rincorrendolo, gli hanno esploso alla schiena gli altri cinque colpi del caricatore. E' caduto tra i cespuglidisteso sul ventre, con un braccio ripiegato sotto il voi to. Sangue sulla sterpaglia. Le Indagini per II delitto della brughiera Si cercano negli ambienti dei «night» gli assassini del giovane biellese I carabinieri sono convinti che si tratti di una « esecuzione » - La vittima, che forse collocava ballerine (e droga) nei locali notturni, avrebbe fatto un torto a un concorrente - Gli uccisori hanno sparato sei colpi contro il giovane che tentava di fuggire