Lo «spandex», una nuova fibra tessile più elastica e resistente del caucciù

Lo «spandex», una nuova fibra tessile più elastica e resistente del caucciù Lo «spandex», una nuova fibra tessile più elastica e resistente del caucciù Come si è giunti ai « poliuretani », gruppo chimico al quale appartiene la nuova sostanza - Dalle fibre naturali (seta, lana) a quelle artificiali (rajon, acetato) a quelle sintetiche (nylon, poliestere) - Caratteristiche e possibilità d'impiego E' da non molto comparsa nel settore dell'abbigliamento una nuova fibra in cui elasticità e tenacità si combinano felicemente con j una grande leggerezza. Ad essa è stato dato il nome di tspandex»: con Questo termine si vuole indicare che il materiale che costituisce il filato è un polimero sintetico, a lunga catena, denominato poliuretano e (come per altre fibre sintetiche entrate già da tempo nel settore dell'abbigliamento e nel linguaggio comune) il nome pretende di definire la classe chimica cui il polimero, costituente la fibra, appartiene. La reazione generale che porta alla formazione di poliuretani è una reazione di poliaddizione, di composti che contengono nella loro molecola atomi di idrogeno reattivi verso un particolare aggruppamento chimico, e cioè Quello isocianico. Dal punto di vista chimico, si tratta di un tipo nuovo di reazione: è un meccanismo diverso dalla polimerizzazione o dalla policondensazione ed è definito dalla scuola tedesca come poliaddizione. Mentre la polimerizzazione aui'icne per reazione tra gruppi attivi di molecole della stessa costituzione e la policondensazione avviene per reazione tra due gruppi attivi che appartengono a molecole di diversa costituzione, con conseguente sviluppo di composti a basso peso molecolare, ad esempio acqua, alcool, la formazione di poliuretani avviene mediante un processo di addizione tra due tipi differenti di gruppi attivi che appartengono a composti di costituzione chimica diversa, senza che si sviluppi nessun composto semplice La caratteristica peculiare delle fibre tessili costituite da questo tipo di polimero è quella di avere una discreta tenacità insieme ad un eccellente allungamento, che rientra al cessare della forza che lo ha provocato e ohe ne deflnisoe così il carattere elastloo. A questo punto non si può fare a meno di notare che anche i filati convenzionali, definiti « rigidi » in contrapposizione a quelli elastici, posseggono, entro certi limiti, un grado di allungamento: infatti le fibre naturali (seta, lana), le fibre artificiali (rajon, acetato) e, in maggior misura quello sintetiche (nylon, poliestere) presentano un allungamento quando siano sollecitato da una forza di trazione; e da questo punto di vista nemmeno una fibra di vetro può essere considerata rigida. Una fibra viene definita elastica quando è capace di allungarsi da cinque a otto volte la sua lunghezza originale prima di rompersi e soprattutto ha la proprietà di riprendere la sua lunghezza originale senza presentare deformazioni residue quando, dopo essere stata sottoposta a trazione, venga lasciata tornare a riposo; nei filati sintetici ed artificiali invece l'allungamento permane al cessare della forza che lo ha provocato. Da questa definizione di elasticità sono inoltre esclusi quei filati che debbono il loro comportamento elastico a particolari strutture esterne: la cosiddetta «eiasticizzazione » ottenuta mediante torsione, arricciatura o rigonfiamento di fibre rigide (ftlanca) non ha nulla che vedere con la elasticità. Fino a qualche anno fa, e cioè prima dell'avvento dello « spandex », i filati elastici erano praticamente derivati soltanto dalla gomma naturale mediante due differenti processi: da una parte il taglio di fogli vulcanizzati di spessore sottile ohe dà luogo a fili di sezione quadrata, dall'altra la trafilatura del latice naturale con successiva vulcanizzazione, ohe dà luogo a fili di sezione rotonda: entrambi questi processi però conducono ad un filo grossolano che, nel caso della trafilatura, ha il diametro di qualche decimo di millimetro. Mediante l'ausilio di nuove tecniche di filatura, la denaratura (il denaro esprime il titolo del filato, cioè la sua finezza) delle fibre poliuretaniche può essere ridotta a valori prima inao- cessibili: del resto nel caso dei fili di gomma iuta eccessiva finezza non avrebbe avuto alcun significato data la loro più bassa tenacità. Le fibre « spandex » dunque avendo caratteristiche dinamometriche (tenacità, allungamento e ricupero elastico) e resistenza alla abrasione ed alla flessione migliori del caucciù, insieme ad una maggior resistenza all'invecchiamento da radiazioni solari, consentono numerose applicazioni nel campo del vestiario che prima non erano possibili. Sebbene a prima vista le proprietà delle fibre poliuretaniche possano sembrare simili a quelle delle fibre di gomma naturale, le prime sono ben più resistenti pur essendo più leggere. Ne consegue che di due articoli di abbigliamento l'uno in fibra elastomera e l'altro in caucciù, caratterizzati entrambi dal medesimo grado di elasticità, quello in fibra poliuretanica sarà più leggero di un terzo; o meglio, se i due articoli hanno lo stesso peso, quello confezionato in fibra elastomera presenterà una capacità di ritenzione (ripresa elastica) notevolmente superiore. Data la sua notevole fi¬ nezza, il filo di « spandex » si presta ad essere ricoperto con qualsiasi filato « rigido » tipo rajon o nylon: questo processo avutene su speciali macchinari in cui il filo di copertura viene avvolto a spirale sul filo di elastomero: il filato risultante — detto intuitivamente «ari anima» — conserva ancora le caratteristiche elastiche dello < spandex » e costituisce la trama di tessuti elasticizzati di grande confort. Inoltre le fibre poliuretaniche, poiché sono del tutto simili alle fibre sintetiche, possono essere facilmente tinte sul tessuto finito con molteplici coloranti: si vengono così ad evitare le barrature di colore che si osservano stirando un tessuto colorato confezionato con fili di gomma naturale non ricettivi alla tintura. Per molti anni i chimici che lavorano nel campo delle fibre hanno sognato di scoprire un polimero avente caratteristiche elastiche e tessili superiori alla gomma naturale vulcanizzata: il polimero uretanico ha ampiamente ripagato le loro aspettative. dott. Giorgio Lovo

Persone citate: Giorgio Lovo