De Gaulle deciso a boicottare il «vertice» del Mec a Roma? di Sandro Volta
De Gaulle deciso a boicottare il «vertice» del Mec a Roma? PREOCCUPATI ARTICOLI BEILA STAMPA FRANCESE De Gaulle deciso a boicottare il «vertice» del Mec a Roma? "Le Monde" scrive: «Dal punto di vista di Parigi, la riunione (prevista per aprile) dovrebbe essere dedicata ad un semplice giro d'orizzonte dei problemi mondiali. Alcuni associati della Francia vorrebbero invece che si discutesse il rilancio dell'Europa politica» - E aggiunge: «Fanfani riuscirà a salvare la conferenza?» - Un'intervista di Couve de Murville lascia intendere che De Gauile pensa sempre all'cEuropa delle patrie», con esclusione dell'Inghilterra (Dal nostro corrispondente) Parigi, 24 marzo. La stampa francese dedica amplissimi commenti al decimo anniversario della firma dei Trattati di Roma: in tutti, sono messi in evidenza i notevoli progressi raggiunti finora, mentre sono considerate con un certo scetticismo le prospettive per l'avvenire. Soprattutto, i commentatori francesi ritengono poco probabile che all'unità economica dell'Europa possa far seguito anche l'unità politica, e qualcuno mette addirittura in dub\bio che in aprile possa riunir- si a Roma la conferenza al vertice, proposta a suo tempo dal ministro Fanfani e accettata da tutti i Sei. « La celebrazione solenne dell'avvenimento, previsto nella Capitale italiana, avrà luogo? — scrive stasera Le Monde — Fanfani riuscirà a salvarla? ». Il giornale afferma che i relativi dossiers non sono stati ancora riaperti e l'ordine del giorno dell'eventuale riunione non è stato ancora precisato. «Dal punto di vi3ta francese — scrive Le Monde — la riunione avrebbe dovuto essere essenzialmente consacrata a un giro d'orizzonte dei problemi di politica internazionale e, specialmente, dei rapporti con l'Europa dell'Est. Alcuni associati della Francia avrebbero invece voluto che si trattasse il rilancio dell'Europa politica ». Secondo il giornale, i Sei avrebbero pure dovuto approfittare dell'incontro al vertice di Roma per parlare della candidatura britannica e per risolvere finalmente i contrastati problemi della fusione delle istituzioni europee. Altro motivo che può impedire la riunione di Roma viene indicato da Le Monde in questi termini: «Gli italiani vorrebbero che si parlasse delle possibilità d'un programma comune di ricerche scientìfiche e tecnologiche e l'interesecutivo delle tre Comunità ha trasmesso ai sei governi un prò memoria sulla necessità di sforzi coordinati in proposito. Ma le concezioni della Francia e della sua vicina latina in questa materia non sono affatto convergenti, specie per ciò che riguarda la collaborazione con gli S. U. ». Tutto lascia credere, insomma, che il risultato delle recenti elezioni legislative, invece di ammorbidire alquanto l'intransigenza della politica estera gollista, l'abbia, anzi, irrigidita. In queste condizioni, è chiaro che la conferenza di Roma, se non verrà disdetta, si ridurrà ad una cerimonia commemorativa senza nes suna portata pratica. In un'intervista che il ministro degli Esteri Couve de Murville ha accordato oggi al giornale cattolico fiammingo Gazet Van Antwerpen, i problemi dell'unità vengono trattati con una cautela ed una ambiguità che non permettono di ricavarne indicazioni precise. Il ministro ha detto che bisogna prima di tutto consolidare ciò che è già stato fatto così rapidamente e, poi, « bisogna anche non esitare ad andare più lontano nella costruzione di ciò che viene chiamata l'unione economica della Comunità e prevedere l'organizzazione dentro ai Sei d'una cooperazione politica che permetterebbe a un'Europa ritrovata di risplendere di nuovo nel mondo, con i suoi mezzi e la sua azione ». Non è. certo, una formula molto chiara, ma « l'organizzazione dentro ai Sei d'una cooperazione politica », più che all'integrazione, fa pensare all'Europa delle patrie, con esclusione dell' Inghilterra. Sandro Volta
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