Risveglio morale

Risveglio morale L'ETERNO MIRACOLO DELLA PRIMAVERA Risveglio morale Per quanto lontano si inoltrino gli studiosi tra epoche remote e popoli primitivi, sempre essi trovano cerimonie festive che hanno per motivo la fine dell'inverno, il ritorno del sole e l'inizio di un nuovo ciclo vitale. Dunque, da sempre l'umanità considera il ritorno della primavera come una festa grande e se ne trae occasione per rinsaldare la sua fede nella vita. Arriva la primavera e la natura tutta si ridesta, vibra, canta- Gli scienziati affermano che tutto ciò, per quanto possa apparire meraviglioso, è dovuto solo a cause naturali. Non per questo però noi ci sentiamo meno intimiditi e commossi dall'immensa, universale vitalità scatenata dalla primavera. E subito torna ad assalirci il mistero della vita. Chi siamo? Perché siamo al mondo? Da dove veniamo e dove andiamo? Le nostre opere, i nostri dolori, le ansie e le speranze, hanno un significato solo casuale e individuale, o non fanno invece parte di un disegno eterno? Sono domande di sempre. Albeggiavano nella mente dell'uomo delle caverne, erano già mature al tempo di Socrate, non hanno compiuto progressi certi negli ultimi duemila anni sul piano della ragione. Anzi, via via che aumenta la scienza, maggiore diventa l'incertezza. Dante sapeva quasi tutto quel che c'era da sapere ai suoi tempi; e ogni nozione, dalla teologia all'astronomia, dalla storia alla matematica, poteva comporre in unità nella sua mente. Oggi invece assistiamo all'esplosione e alla frammentazione della scienza. Tutti i libri scientifici prodotti dalla umanità fino al tempo di Dante sono assai meno numerosi di quelli che si pubblicano oggi ogni ventiquattro ore. Ogni materia di studio si divide in rami e ogni ramo genera altre specializzazioni che presto occupano grandi territori. La scienza è così diventata una foresta che avanza rapida in tutte le direzioni. Ogni squadra esplora un piccolissimo tratto, e intanto contribuisce a infittire quella foresta, a estenderla; tuttavia, gli esploratori non hanno quasi più il modo di intendersi tra loro, così sconfinate sono le distanze che li separano- Quel che ieri era vero, oggi è scientificamente smentito; ma anche la verità odierna verrà domani dimostrata difettosa o erronea. In questo modo non si hanno più verità definitive. Tutto è provvisorio. E se niente è vero, come si fa a dire che una cosa è buona, l'altra è cattiva? Perciò, anche il bene e il male non hanno più un significato. E via via decadono gli altari, tramontano le fedi religiose, politiche, morali. Si fa buio. Tutto diventa niente. In queste condizioni, in tanta nullità, l'uomo non può far altro che esistere: precisamente come un filo d'erba o un microbo. Questa è la temperie intellettuale e morale di oggi. Le conseguenze sono evidenti: la vita va presa come viene, ricercando solo i piaceri. Tutto ciò che comporta impegni, responsabilità, sacrifici, doveri, si sta sfilacciando e sfibrando. E perciò tutto è in crisi: lo Stato, la religione, la famiglia, l'individuo. L'unica forza che vediamo vigoreggiare nella società contemporanea è la ideologia del benessere. I suoi miti più abbaglianti sono il denaro e il senso. Per cui un nuovo paganesimo si va sostituendo rapidamente ai sentimenti religiosi e.civili di ieri. Non per questo noi abbiamo più felicità, più serenità, più elevatezza spirituale; viceversa, aumentano la nostra solitudine, la scontentezza, per lo più ci sentiamo irrequieti, irritabili, insicuri. E' difficile pensare che la umanità possa continuare indefìnitivamente per questa strada. Nella nostra coscien¬ za sentiamo di esserci già spinti troppo avanti nell'adorazione esclusiva del benessere materiale. Verosimilmente ora siamo in vicinanza di una svolta. Ce lo fa presentire il desiderio che sentiamo crescere dentro e intorno a noi per certi valori e certi sentimenti depressi dall'ideologia del benessere; vogliamo dire il desiderio di pulizia morale, di calore umano, di minore provvisorietà in ciò che intraprendiamo e nell'ambiente circostante, d'un affanno minore nelle nostre giorna- te. Complessivamente Tuo-mo comincia a ripiegarsi su se stesso, a scrutarsi dentro e a domandarsi se per caso la sua vita non abbia un fine superiore a quello d'esistere distratto dal frastuono e dalle ossessioni create dalla civiltà industriale. à io e e ail e, e o a- Quanto vicina o lontana sia quella nuova risurrezione, nessuno può prevedere. Tuttavia, noi siamo convinti che ci sarà. Da quando l'uomo strisciava nudo ed ebete sulla terra fino ai nostri giorni, l'umanità è stata sempre capace di portarsi a mano a mano più in alto con un movimento a spirale: e anche quando sembra che stia tornando indietro, all'ingiù, anche allora si prepara in realtà a salire oltre. Questo ci dice la storia. Da parte sua, la umanità sa che dopo l'inver- -Ino viene sempre la prima u o o fie vera; e nel suo profondo intuito, dai tempi più antichi, vede nella primavera il segnale della risurrezione, il perenne ritorno della vita dopo l'apparente morte invernale. Nicola Adelfi Maria Beatrice di Savoia. Ieri la principessa è stata trasferita in una clinica privata di Madrid (Telefoto)

Persone citate: Nicola Adelfi Maria Beatrice, Socrate

Luoghi citati: Madrid