Travolti da una valanga undici italiani in un cantiere svizzero: cinque sono morti

Travolti da una valanga undici italiani in un cantiere svizzero: cinque sono morti TRAGEDIA A 1600 ETRI DI ALT IT U D I Travolti da una valanga undici italiani in un cantiere svizzero: cinque sono morti La sciagura al passo dell'Oberalp, che congiunge il Cantone dei Grigioni a quello di Uri - Due gravemente feriti - Trenta operai (in gran parte italiani) bloccati dalle slavine in un altro cantiere - Una famiglia svizzera distrutta in uno "chalet" sepolto dalla neve (Dal nostro corrispondente) Berna, 21 marzo Gigantesche valanghe sono precipitate oggi nei Cantoni di Uri e dei Grigioni, flagellati per due giorni senza sosta da bufere di neve. Il bilancio di questa drammatica giornata è di nove morti, due feriti, alcuni dispersi. Cinque delle vittime sono immigrati italiani. Si teme che questo primo bilancio sia destinato ad aggravarsi, poiché non si sa nulla circa la sorte toccata agli abitanti di alcune vallate isolate dal resto del mondo. I cinque italiani che hanno perso la vita sono stati travolti da una valanga, assieme ad altri sei nostri lavoratori (due sono gravemente feriti), mentre si trovavano in una baracca del cantiere idroelettrico di Curnera, nei pressi del Passo dell'Oberalp, che unisce il Cantone dei Grigioni a quello di Uri. I morti sono: Mario Gaiga, nato nel 1921 a Cunardo (Varese); Fortunato Grego, nato nel 1932 a Valstagna (Vicenza); Gavino Mereu, nato nel 1944 a Gavoi (Nuoro); Vincenzo Lombardo, nato nel 1937 a Campo Felice (Palermo); Paolo Basco, nato nel 1923 nella provincia di Enna. I due feriti sono: Pietro Lercara, di Luino e Mario Pisano, di Enna. Nel cantiere, situato a 1600 metri di altitudine, c'erano soltanto gli undici italiani perché durante l'inverno i lavori erano stati sospesi per ragioni di sicurezza. 1 nostri connazionali erano rimasti per compiere urgenti lavori all'interno di una galleria scavata nella roccia. E' stata così scongiurata una sciagura di proporzioni forse catastrofiche dato che nel cantiere di Curnera sono occupati abitualmente centinaia di operai. Di tanto in tanto, gli undici italiani rompevano la monotonia del loro isolamento in alta montagna, con una telefonata ai congiunti in patria. L'inverno era parso poco rigido, lo strato di neve che ricopriva l'unica via di accesso al cantiere si era fatto sempre più sottile. Ma nel pomeriggio di ieri si è scatenata una violenta bufera su tutta la regione dell'Oberalp, e quando all'alba di stamane gli operai si sono affacciati alle finestre della loro baracca, la neve fresca misurava quasi due metri di altezza. Qualche istante più tardi, verso le 7, una gigantesca slavina larga più di 100 metri si è staccata dalla vetta del Monte Pazola ed è piombata sui baraccamenti provocando la morte di cinque operai; altri due, proiettati contro un pilastro, hanno riportato ferite assai gravi. Quattro lavoratori, riusciti a fuggire dai ba¬ raccamenti, sono rimasti incolumi e, nonostante il pericolo di nuore valanghe, hanno prestato i primi soccorsi ai compagni feriti. Siccome le comunicazioni telefoniche con il paese di Dissentis erano interrotte, due di essi raggiungevano, al termine di una faticosa marcia, un vicino villaggio per mettere in allarme la polizia ed i dirigenti del cantiere. Nello stesso tempo veniva avvertito il nostro console a Coirà, dott. Soleri, che partiva immediatamente per il luogo della disgrazia, per occuparsi dei due feriti, che nel pomeriggio sono stati condotti a bordo di un elicottero all' ospedale cantonale di Altdorf. Le condizioni di uno sono molto gravi; il suo compagno è in preda a choc, e non può essere interrogato. In un altro cantiere di alta montagna, quello del Lucomagno, sono bloccati una trentina di operai, in gran parte di nazionalità italiana. Essi hanno fatto in tempo a rifugiarsi in una galleria e quindi la loro vita non- è più in pericolo. Un dirigente del cantiere ha fatto sapere che i trenta operai dispongono di notevoli scorte di viveri; si è perciò deciso, almeno per il momento, di soprassedere al progetto di sgomberarli per via aerea. Un'intera famiglia svizzera è stata distrutta nelle vicinati ze di Truns, pure nel cantone dei Grigioni. Una valanga di gigantesche dimensioni ha raso al suolo uno chalet in cui viveva la famiglia Decurtine. Soltanto la madre, che era uscita per fare alcune spese in un vicino villaggio, si è salvata, mentre il padre e i due figli sono morti sotto la neve pochi minuti prima che arrivassero i soccorritori. Non meno drammatica è la situazione nel cantone di Uri, dove ha nevicato ininterrotta mente, per 24 ore. Numerose vallate sono isolate dal resto del mondo. In quella di Unterschaecher, una slavina ha travolto una stalla: il contadino Armiti Arnold, di 45 anni, è rimasto ucciso. Caotico è il traffico stradale e ferroviario. La Nazionale numero 2, cha unisce la Svizzera tedesca al Ticino, è ostruita in diversi punti da grandi valanghe. Nella località di Erstfeld, si è formata una lunghissima fila di vetture in attesa di essere caricate sui treninavetta delle ferrovie elvetiche, per il trasporto attraverso il traforo del San Gottardo. Si tratta in prevalenza di automobilisti che in vista delle feste pasquali intendono trascorrere un periodo di vacanze in Italia. Scoraggiati dalla lunga attesa, alcuni di essi hanno però deciso di rinunciare al progettato viaggio verso il sud. Il traffico ferroviario sulla linea del Gottardo è rimasto interrotto per oltre 12 ore. I treni internazionali sono stati dirottati attraverso Berna ed il traforo del Loetschberg. Alcuni convogli hanno avuto ritardi di un'ora, un'ora e mezzo. Soltanto nel tardo pomeriggio di oggi ha potuto essere parzialmente riattivato il traffico sulla linea del Gottardo. Completamente paralizzato il traffico ferroviario nel cantone dei Grigioni: varie linee, come quella del Bernina, sono bloccate dalla neve. In serata il tempo è lievemente migliorato, per cui si prevede che entro la giornata di domani il traffico ferroviario e stradale potrà ritornare alla normalità. Sembra che l'ondata di maltempo sia stata fatale ad uno dei quattro alpinisti cecoslovacchi che da una settimana sono bloccati sulla parete nord del Cervino. Essi avevano lasciato Zermatt all'inizio della scorsa setti7tiana, con t'intento di raggiungere la vetta del monte attraverso la «via Bonatti ». Sorpresa dal maltempo, la cordata è rimasta però bloccata per sei giorni in un bivacco situato all'altezza di 3600 metri. Con un potente cannocchiale, si è potuto vedere oggi, durante una breve schiarita, che la cordata si avvia verso il rifugio di Boemi. Sono stati scorti soltanto tre dei quattro rocciatori: si teme quindi che uno di essi sia gravemente ferito o morto. In serata una colonna di soccorsi ha lasciato Zermatt iter andare incontro ai cecoslovacchi. Luigi Fascetti li corpo dell'agricoltore svizzero, Arnold recuperato con un elicottero nella vallata di Unterschaecher (Tel. A.P.)

Persone citate: Boemi, Fortunato Grego, Gavino Mereu, Luigi Fascetti, Mario Gaiga, Mario Pisano, Paolo Basco, Pietro Lercara, Soleri, Vincenzo Lombardo