Tre mostre d'arte a Torino di Massimo Mila

Tre mostre d'arte a Torino Tre mostre d'arte a Torino Personale di Chicco presentata da Massimo Mila - I paesaggi di Nina Antinori Tavallini allieva di Casorati - Litografie di Bernard Buffet Massimo Mila, critici unnicale, ci ruba il me"tiere, a noi quotidiani estensori di cronache d'arte... « C'è di tutto in questa trentina di quadri: paesaggio e natura morta, nudo, figura, la città e la campagna, 11 lontano e il vicino il pittoresco e il familiare. Una presenza comune, il colore: un colore squillante che canta a voce spiegata, o più spesso grida, attraverso la materia densa di queste tempere forti, dove si compongono e si calibrano diverse gromme, sottoposte di volta in volta a variazioni di composizione materiale ». Come si poteva dir meglio, sul catalogo, per la mostra di Riccardo Chicco ora aperta nella galleria « Viotti »? E perché non ci va lui, Mila, in giro per le esposizioni? Noi. tutt'al più, saremmo beati dì riposarci ascoltando un bel concerto... magari di questo Liszt che 11 pittore evoca, -,- mondano pianista-abate » Il cui nome sintetizza « un ideale di lusso, di fortuna e di virtuosismo trascendentale ». Su un punto soltanto ci sem¬ bra di dover lievemente dissentire da Mila. Egli scorge nella pittura tumultuosa e affocata, straripante e versatile di Riccardo Chicco, una componente essenziale, d'animo e di tavolozza, ch'è « un espressionismo nativo e spontaneo... praticato da sempre, assai prima che diventasse una moda il rilancio latino di quell'esperienza nordica»; e sottolìnea altresì nel colto e arguto artista « una beila dose di amarezza e di cattiveria », degna d'un « moralista spregiudicato' e graffìante ». Ora l'Espressionismo « storico », tedesco — 1 riflessi del quale tinsero e tingono tanta arte mondiale — ha una data: 1905 (e Chicco è nato a Torino nel 1910); ha un nome e un luogo, se non di nascita, di riferimento a un programma che condensava precedenti esperienze: Die Bruche e Dresda; ha dei protagonisti, che sono Kirchner, Heckel, Schmidt-Rottluff, e qualche altro. Questo Espressionismo puntava essenzialmente sulla deformazione drammatica e, appunto, « espressionistica » come impegno morale: come una polemica che non ci pare di scorgere nel Chicco. II quale, se mai, è più vicino a un altro- e ben diverso Epressionismo: quello dei Fauves francesi, la cui reazione all'Impressionismo fu più cromatica che formale, più di violenza timbrica che di eresia antiaccademica. Le esigenze di eleganza coloristica del Chicco sono così profondamente sentite da attutire persino la ironia di certe sue composizioni; e la luce che rosseggia nel delizioso Minigala al Carignano, mentre tradisce il te nero affetto dell'artista per la sua città, non tanto lo dichiara discendente dai protestatari germanici quanto da quegli amabili parigini che Louis Vauxcelles al Salon d'Au tomne del 1905 battezzava « belve ». * * Figlia di un valente pittore vercellese, allieva di Micheletti e assai più tardi di Casorati, sorella di un grafico eccellente prematuramente scomparso, scrittrice e poetessa, illustratrice di libri, Nina Antinori Tavallini è pittrice simpaticamente affermata presso il pubblico fin dalla sua prima «personale» a Milano del 1942. L'attuale sua mostra alla « Cassiopea » conferma non soltanto la delicata sensibilità della paesista pronta a cogliere le più sottili -vibrazioni luminose dello spazio atmosferico, ma anche una singolare attitudine alla resa sintetica, e d'accento schiettamente moderno, degli aspetti naturali, definiti con energica sobrietà formale, caratterizzati da un giusto color locale, vivido, sciolto, tonalmente persuasivo, usato senza la minima esitazione, anzi con bellissima sicurezza. Piace la spontaneità del sentimento che infonde a questi suoi dipinti una nota lievemente patetica, quasi di accorata nostalgia, pur restando immune da qualsiasi ostentazione del sentimento stesso. * * Ritroviamo il segno secco, legnoso, tutto spigoli, punte, nerissime schegge, dì Bernard Buffet nelle grandi litografìe a colori che compongono la cartella intitolata Toreros presentata dalla galleria « La Minima » come ultima creazione 'del famoso pittore francese. Sul quale si potranno fare molte riserve, compresa l'insistenza su una grafìa divenuta addirittura « cifra »: ma non quella di un'incertezza stilistica. Il suo tratto tìpico è l'energia, la dura volontà di schematizzare una figura senza nulla toglierle della verità umana. L'originalità di Buffet è innegabile, come la sua forza di caratterizzazione, mar. ber.

Luoghi citati: Dresda, Milano, Torino