Sopralluogo sul Po a San Mauro Torinese con il conte accusato del delitto di Brescia

Sopralluogo sul Po a San Mauro Torinese con il conte accusato del delitto di Brescia Dopo la cattura tìi sabato none nei la villa di un parente Sopralluogo sul Po a San Mauro Torinese con il conte accusato del delitto di Brescia Ieri mattina, su una spiaggetta del fiume, ha mostrato agli inquirenti il punto dove avrebbe bruciato i francobolli rapinati (valore 50 milioni) Ma il suo racconto è apparso lacunoso - Tebaldo Martinengo Cesaresco voleva espatriare in Francia - Mercoledì scorso, giunto in auto alla periferia di Torino, la sua vettura (una « Citroen ») s'era guastata - Il patrìzio aveva chiesto ospitalità a un prozio, il comm. Bonini, che abita a S. Mauro - L'indomani, recatosi da un commerciante di francobolli di via Maria Vittoria, gli aveva venduto tre « serie italiane » per 65.000 lire Il giorno di San Giuseppe il prozio ha visto su « La Stampa » le notizie del crimine di Brescia e la foto del nipote ed ha avvertito la polizia (Nostro servizio particolare) S. Mauro Tor., 20 marzo. Il conte Tebaldo Martinengo Cesaresco, di 30 anni, presunto assassino del filatelista di Brescia, è stato catturato sabato notte a San Mauro Torinese nella villa di un lontano parente. Trasferito subito a Brescia e sottoposto ad un primo interrogatorio, il patrizio, oggi, è stato ricondotto sotto scorta a Torino per un sopralluogo lungo il Po dove avrebbe bruciato i francobolli rapinati, tanti « pezzi » rari per un valore di oltre 50 milioni. In serata il conte è tornato a Brescia e internato in quel carcere. L'arresto era avvenuto a San Mauro nella villa del comm. Giuseppe Bonini, prozio del Martinengo mentre il conte si preparava a proseguire la propria fuga alla volta della Francia. Ancora poche ore e la polizia non lo avrebbe più trovato. Il giovane era giunto in Piemonte mercoledì sera. La sua « Citroen DS » si era guastata alla periferia di Torino. Impossibile proseguire. Fra le varie soluzioni il conte aveva scelto la sosta nella villa del Bonini, in una strada isolata della collina, dove la sua presenza avrebbe dato meno nell'occhio. Allo zio che si stupiva di rivederlo dopo tre anni aveva detto di essere « in viaggio per affari ». Il racconto dei tre giorni passati dal Martinengo a Torino è stato fatto ai giornalisti dal comm. Bonini, 81 anni, un industriale molto noto a S. Mauro per le sue iniziative benefiche. L'uomo era ancora sconvolto dalla rivelazione che il nipote, da lui creduto uh ragazzo un po' discòlo ma in fondo di animo gentile e buono, si era invece macchiato di un delitto tanto orribile. Giovedì mattina il Bonini e il Martinengo erano andati a Torino all'officina Citroen di via Zumaglia 25 dove avevano lasciato la macchina da riparare. Tornati a S. Mauro avevano trascorso la serata insieme chiacchierando : « Tebaldo sembrava tranquillo e sere no. Mi ha colmato di -pre mure; mi ha detto: "Non devi preoccuparti per me zio, adesso ho un buon la voro " Venerdì a mezzogiorno hanno telefonato che l'auto era pronta. Il conte è an dato a ritirarla; ha discusso sul prezzo (46 mila lire) ed è riuscito a farsi fare uno sconto di duemila lire Nel pomeriggio si è recato da un filatelico di via Ma ria Vittoria 2, Virginio Gaggero, e gli ha proposto di acquistare una partita di francobolli provenienti da una collezione. Ha detto di essere andato da altri commercianti ma di avere avuto offerte ridicole. Il Gaggero ha acquistato tre « serie italiane » per 65 mila lire. Il conte, soddisfai to, gli ha promesso che sarebbe tornato il giorno do po con un foglio del Vaticano « molto più interessante ». Durante il ritorno a San Mauro però deve essere sue cesso qualcosa che lo ha preoccupato. Forse ha intuito dalle notizie pubblica te sui giornali che la poli zia era sulle sue tracce. Fatto sta che appena nella villa è sceso in cantina per buttare nella caldaia del ter mosifone il contenuto d'una borsa nera. Sorpreso dallo zio, si allontana in fretta con una scusa. Un'ora dopo, alle 17, la sua x Citroen » viene notata da una bimba di 11 anni Stefania Guerrini, figlia del sindaco di S. Mauro, in una stradina che scende sul gre to del Po. Il conte è più lontano, seminascosto da una duna di sabbia. Sta bruciando qualcosa, dalla sabbia si leva un filo di fumo. Il gio vane resta qualche minuto a guardare, poi si allontana in fretta. Sabato, S. Giuseppe, onomastico del comm. Bonini Arrivano amici e parenti per gli auguri. Lo vedono sconvolto, triste. Quel mattino ha letto su « La Stam pa » la notizia del delitto di Brescia. Gli ha messo in ma no il quotidiano: « Sci stato tu?». Il Martinengo ha negato con un'alzata di spalle: « Non so nemmeno di che cosa si tratti ». Ma il Bonini non gli crede. Finge di essere più tranquillo, poi telefona di nascosto all'altro nipote Camillo impiegato in una fab¬ brica di ceramiche a Brescia : « Tuo fratello deve avere combinato qualcosa di grave. Vai dal questore, chiedi consiglio a lui ». La sera stessa un'auto parte da Brescia con due sottufficiali e Camillo Martinengo. Nella villa di S. Mauro, Tebaldo si prepara alla fu¬ ga. Per non insospettire lo zio rimanda la partenza al mattino. Poche ore che gli sono fatali. La fotografia della cattura pubblicata da « La Stampa » viene notata dal commerciante Gaggero che telefona subito al dott. Sgarra mettendosi a dispo- sizione della polizia; anche Stefania Guerrini riconosce nel Martinengo il giovane misterioso che aveva acceso un fuoco sulla riva del Po. Stamane il conte è tornato sotto scorta nella nostra città C'è stato un confronto con il Gaggero che ha confermato di aver acquistato da lui i francobolli. Poi il giovane, polizia e carabinieri, si sono trasferiti a San Mauro. Pallido, con una espressione annoiata, abulica, il Martinengo ha affrontato con indifferenza la curiosità della gente che si era raccolta ad osservarlo. Sulla spiaggia la piccola testimone ha ripetuto il suo racconto. Il giovane, che fino allora aveva detto di non sapere dove erano finiti i francobolli, china la testa: « Sì, li ho bruciati io, ma non ricordo il punto preciso ». Cercano di fargli dire di più. Alza le spalle, sorride: * Non so — dice — non ricordo ». Gli agenti perlustrano accuratamente un lungo tratto di sponda. Ecco le tracce di un fuoche rello : « Potrebbe essere i ammette il Martinengo. Ma non si trova traccia dei francobolli. « E la borsa di pelle? ». « Non lo so, non ricordo ». La folla intorno sta aumentando. Qualcuno commenta: «Che bel giovane» Il conte sembra persino soddisfatto. Dopo un'ora il sopralluogo finisce. Il gruppo sale sulle auto che riparto no per Brescia. Nella sua villa, a poche centinaia di metri, il comm. Bonini non riesce più a trattenere le lacrime: «Fannullone, ladro ma non assassino...». Pietro Squillerò Tebaldo Martinengo Cesaresco, a sinistra, ieri durante il sopralluogo in riva al Po