Quattro arrestati (compreso il macchinista) per i 3 operai uccisi dal treno ad Alessandria

Quattro arrestati (compreso il macchinista) per i 3 operai uccisi dal treno ad Alessandria L'inchiesta sulla sciagura in località "San Michele vi Quattro arrestati (compreso il macchinista) per i 3 operai uccisi dal treno ad Alessandria Il mandato di cattura li accusa di triplice omicidio colposo - Il macchinista (un astigiano quarantasettenne) marciava a 105 km orari anziché a 20, come gli era stato ordinato alla stazione di Vercelli - Fra gli incriminati un caposquadra che, per avere bevute troppo, avrebbe fatto togliere dalla linea i cartelli di pericolo - Gli altri, con grave negligenza, non avrebbero adettato le necessarie misure di sicurezza - Oggi pomeriggio i funerali delle tre vittime (Dal nostro corrispondente) Alessandria, 17 marzo. L'inchiesta della magistratura sulla sciagura avvenuta ieri ad Alessandria lungo la linea per Casale e Vercelli, dove tre operai che lavoravano sui binari erano stati travolti e uccisi da un'automotrice, ìia condotto all'arre- .sto di quattro persone su or, .. .. j . « ,,, 'dine di cattura del Sostituto Procuratore della Repubblica dott. Parola. Gli arrestati, che debbono tutti rispondere di triplice omicidio colposo, sono stati portati alle carceri di via Parma nel primo pomeriggio e posti a disposizione dell'auto rifa giudiziaria. Sono: il maciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiB chinista dell'automotrice, Leo Pontida di 1,7 anni, astigiano; il caposquadra delle Ferrovie Giacomo Grana, quarantanovenne, abitante ad Alessandria nella frazione di Valmadonna; l'operaio delle Ferrovie Ferdinando Davi, di 37 anni, anche egli dimorante ad Alessandria nel sobborgo di San Michele; il cinquantatreenne Silvio Oddone, di Predosa (Alessandria), caposquadra dell'impresa « Valditerra » di Novi Ligure alle cui dipendenze erano gli uomini al lavoro lungo la linea ferroviaria. Le maggiori responsabilità sarebbero attribuite al Grana che, dalla prova del tasso alcoolico (eseguita subito dopo la sciagura dal perito prof. Fittipaldi dell'ospedale alessandrino) sarebbe risultato in stato di ebbrezza. Riepiloghiamo brevemente il fatto. Ieri alle 13,15 gli operai Adamo Demetri, di 1,0 anni, da Alessandria, Emilio Putzu di 52 da Castellazzo Bormida e Filippo Lupo di 35, di San Salvatore Monferrato — assieme ad altri quindici compagni tutti dipendenti dell'impresa « Valditerra » — stavano eseguendo lavori in località «San Michele» su uno dei binari della linea AlessandriaCasale - Vercelli. Improvvisamente, sbucando da una curva alla velocità di 105 chilometri orari, piombava sul gruppo un'automotrice proveniente da Vercelli. Il treno era condotto dal macchinista Pontida. Mentre gli altri operai riuscivano a mettersi in salvo. Demetri, Lupo e Putzu, investiti in pieno, venivano uccisi. L'inchiesta sulla sciagura, subito iniziata dal Sostituto Procuratore dott. Parola, è proseguita per tutta la notte c la mattinata di oggi, condotta dal maresciallo Caramello e dai brigadieri Armonio e Biraghi della Polizia Ferroviaria che hanno interrogato tutti i testimoni. Il maresciallo Caramello ha quindi riferito sulle risultanze al magistrato che, alle ll,,30, ha spiccato i quattro ordini di cattura. Ecco come si sarebbero svolti i fatti secondo le risultanze dell'indagine. Gli operai dell'impresa, diretti dal caposquadra Silvio Oddone, avevano provveduto alla sostituzione della rotaia e completavano le rifiniture. Per questo motivo, dalle 13 di ieri era stato rlprl-\ stinato il transito dei convogli sul binario, sia pure con la dovuta prudenza, tanto che alla partenza da Vercelli al macchinista Leo Pontida era stato notificato, con un ordine di servizio scritto, di ridurre la velocità a 20 chilometri orari tra le stazioni di Valmadonna e Alessandria. Prima del luogo dove si trovava la squadra dei diciotto operai erano stati sistemati gli appositi cartelli che indicano « lavori in corso ». Alle 13 il caposquadra delle ferrovìe Giacomo Grana — contrariamente alle disposizioni ricevute e forse proprio in seguito alle sue non normali condizioni — aveva provveduto a rimuovere i cartelli che, invece, dovevano rimanere al loro posto fino alle 17. Inoltre egli aveva omesso di predisporre gli opportuni servizi di protezione: non s'era neppure preoccupato — sempre secondo l'inchiesta — che l'operaio Davi, alle sue dipendenze, e il caposquadra della « Valditerra », Oddone, provvedessero a loro volta ad adottare le misure di sicurezza. Pertanto, quando l'automotrice sbucò a forte velocità dalla curva, i tre operai che si trovavano in mezzo ai binari a spargere ghiaia non ebbero neppure .'il- tempo di rendersi conto del pericolo e vennero travolti, malgrado il macchinista avesse azionato la «rapida». In base a questa ricostruzione della sciagura, il dott. Parola ha ordinato l'arresto del Grana per avere rimosso i segnali di rallentamento senza darne avviso al capo-cantiere della « Valditerra », per non avere predisposto i servizi di protezione e avere ignorato che il Davi fosse lontano dal posto di servizio. Per questa ultima circostanza l'incriminazione è stata estesa anche all'operaio Davi. All'Oddone il magistrato contesta di avere fatto proseguire i lavori pur avendo notato che gli addetti al servizio di protezione non erano al loro posto. Infine il Pontida è accusato di avere proceduto a una velocità di 105 chilometri orari malgrado le disposizioni ricevute: il macchinista si difende asserendo che fu ingannato dalla mancanza dei segnali (fatti rimuovere dal Grana) ma il regolamento ferroviario prescrive che avrebbe dovuto ugualmente ridurre la velocità. Il Sostituto Procuratore della Repubblica, recatosi oggi al carcere, ha interrogato il macchinista Pontida. domani saranno sentiti gli al tri arrestati. Uno degli operai uccisi, Emi Ho Putzu, abitante a Castel lazzo Bormida, lascia sette figli, il maggiore dei quali c ventenne. L'operaio, bravo e stimato, aveva trovato lavoro presso un cantiere dell'autostrada Torino-Piacenza e si era già licenziato dalla « Val diterra »: domani avrebbe la sciato l'impresa novese. Alla moglie aveva confidato la sua soddisfazione per il nuovo lavoro proprio perché avrebbe presentato meno pericolo. Sol tanto stamane il figlio mag giare ha rivelato alla madre la tragica fine del papà: è stata colta da collasso. Anche le altre due vittime erano sposate e tutte con figli. Il prefetto, dott. Bruschetti, che ieri era accorso sul luogo della sciagura, ha stamane di sposto una sovvenzione strnor dinaria, in proporzioni alle condizioni familiari: 250 mila lire per i Putzu, 200 mila per Demetri e 150 mila per i Lupo. I funerali dei tre operai si svolgeranno domani pome rìggio alle 15,30. f. m Silvio Oddone, a sinistra, Ferdinando Davi, il macchinista Leo Pontida arrestati ieri Il caposquadra delle Ferrovie Giacomo Grana, dopo l'arresto per la sciagura avvenuta nei pressi di Alessandria