La sventura del mandriano cunese che non può più salire all'alpeggio di Giorgio Lunt

La sventura del mandriano cunese che non può più salire all'alpeggio La sventura del mandriano cunese che non può più salire all'alpeggio Cinque anni fa aveva ottenuto da «Specchio dei tempi» i campanacci per le mucche - Ora un grave morbo lo ha immobilizzato - Un lettore svizzero, che ha seguito la sua vicenda, ha segnalato a «Specchio dei tempi» il dramma del pastore - Gli abbiamo portato un televisore perché non si senta escluso dal mondo (Dal nostro inviato speciale) Cuneo, 17 marzo. Cinque anni fa, un mandriano dell'Alta Val Maira aveva chiesto a «Specchio dei tempi» un dono singolare: qua1che campanaccio da appendere al collo delle mucche durante il pascolo sulla montagna, a 2800 metri di altitudine. « Così le sentirei — spiegava nella lettera — quando cala la sera e mi siedo sull'uscio della baita a consumare la misera cena e in cielo cominciano a spuntare le prime stelle e sembra che una grande porta chiuda la valle ». Il mandriano era Lorenzo Landò. Un uomo di 33 anni, pareva scolpito con l'accetta. Capace di marciare 15-16 ore al giorno lungo le ripide mulattiere, reggendo in spaila un vitellino. Avevamo subito esaudito il desiderio, nell'attaccare i campanacci alle mucche i suoi occhi brillavano di felicità: come se offrisse una collana di perle alla fidanzata. «Io non invidio quelli che stanno in città — aveva spiegato —, credo proprio che non lascierb mai la mia montagna e le mie bestie ». In questi giorni di preludio alla primavera pensavamo che il simpatico pastore fosse risalito all'alpeggio, per trascorrere un altro volontario periodo di romitaggio. Rallegrato soltanto dai rintocchi dei campanacci, dall'abbaiare del cane, dalle stelle che trapuntano il cielo. Purtroppo, Lorenzo Landò ha dovuto dire addio non alla sua montagna, ma alla mandria e ai campanacci. Un lettore svizzero, — che in seguito alla gentile vicenda era andato a trovarlo, legandosi a lui di serena amicizia — ha segnalato a «Specchio dei tempi» il dramma del pastore. Quattro a.ini addietro, Lorenzo è caduto da! fienile battendo la schiena. Non ha dato peso all'incidente, lamentava, un indolenzimento al dorso, nlent'altro. Ha continuato a lavorare, inerpicandosi sulle vette e rincorrendo le mucche che evadevano dall'armento. A poco a poco i dolori aumentavano, gli faceva male anche una gamba. Quando si rassegnò ad andare dal dottore era troppo tardi. Sclerosi a placche. Una tremenda malattia, che secondo la scienza medica non è di origine traumatica, ma provocata , da un virus. La caduta e gli strapazzi devono aver tuttavia accelerato il processo degenerativo, che ora ha ridotto Lorenzo Landò una lar va d'uomo. Da due anni è immobilizzato nel letto o sulla carrozzella da invalido. La madre, 74 anni, e il padre, ottantacinquenne, lo assistono come possono. Sono allo stre mo delle forze. « Neppure noi siamo in buona salute — sospirano —, è un problema sol levare Lorenzo dal materasso, metterlo nella carrozzella e ripetere l'operazione ogni se ra. Avrebbe bisogno di essere accolto in qualche istituto, ma da queste parti ci sono solo ospizi per i vecchi ». Lorenzo ha imparato sulla montagna ad essere filosofo, la sventura non lo abbatte, «Sono già andato tre volte a Lourdes, quando torno mi sembra di stare un po' meglio. Un'illusione, lo so. Ma cosa mi resta, se non illudermi che guarirò? Tiriamo avanti da poveri montanari, con 12 mila lire al mese di pensione ciascuno »- Adesso che la borgata dove vive — Cesani di San Michele, territorio di Prazzo — è sgombra di neve, il pastore si trascina in carrozzella sul ballatoio della grangia. Guarda il t Giasve.ì ». che si eleva sull'altro versante: è la montagna dove con- duceva la mandria al pascolo, dove trascorreva mesi e mesi in compagnia delle mucche e del silenzio incrinato dallo sferragliare dei campanacci. Lassù Lorenzo ha lasciato il cuore, ma si sforza di celare l'angoscia per non rattristare i vecchi genitori. C'era un solo mezzo, per alleviargli la malinconia: un televisore. Lo ha chiesto per lui l'amico svizzero, glielo abbiamo portato oggi. E' l'unico della borgata, quasi deserta. Da 1700 metri sul livello del maye,,, l'invalido potrà seguire gli avvenimenti di unjtfiondo che non ha mal conosciuto. Sentirà meno il peso della sua infermità, l'isolamento che ora è diventato ancor più crudele e tormentoso. Giorgio Lunt L'ex mandriano Lorenzo Landò con il vecchio padre

Persone citate: Lorenzo Landò

Luoghi citati: Alta Val Maira, Cuneo, Prazzo