Tre operai uccisi sui binari ad Alessandria da un'automotrice lanciata a 100 km orari di Franco Marchiaro

Tre operai uccisi sui binari ad Alessandria da un'automotrice lanciata a 100 km orari La sciagura In una curva della linea per Casale -Vercelli Tre operai uccisi sui binari ad Alessandria da un'automotrice lanciata a 100 km orari Le vittime (52,40 e 35 anni) sono decedute sul colpo, maciullate dalle ruote del treno passeggeri - In località «S. Michele», con quindici compagni, avevano provveduto alla sostituzione di una rotaia - Appena terminata l'opera, il traffico era ripreso ma i manovali s'erano attardati sulla ferrovia a spargere ghiaia in mezzo alle traversine « Fermati » un cantoniere e un operaio che avevano il compito di avvertire la squadra del sopraggiungere dei convogli (Dal nostro corrispondente) Alessandria, 16 marzo. Oggi pomeriggio una automotrice carica di passeggeri è piombata a piena velocità su un gruppo di operai che lavoravano lungo i binari della linea per Casale e Vercelli, alla periferia di Alessandria: tre uomini, falciati dal convoglio, sono stati uccisi. Nel cor¬ so dell'inchiesta sulla sciagura la magistratura ha autorizzato il «fermo» di due dipendenti delle Ferrovie dello Stato. Le vittime sono Adamo Demetri, di !f0 anni, abitante ad Alessandria in via Cavour; il trentacinquenne Filippo Lupo, residente a San Salvatore Monferrato, ed Emilio Putzu, di 52 anni, dimorante a Castellazzo Bormida. Tutti erano sposati: il Putzu aveva sei figli, il Demetri cinque, il Lupo uno. 1 «fermati» sono il cantoniere Giacomo Grana di /,9 anni, abitante a Valmadonna (frazione di Alessandria) e un operaio delle Ferrovie, il trentasettenne Ferdinando Davi, residente nel sobborgo alessandrino di San Michele: a loro spettava il compito di proteggere la squadra al lavoro, avvertendo con segnali acustici del sopraggiungere di convogli lungo la linea a doppio binario. La sciagura è avvenuta alle 13,15 in località San Michele, a pochi chilometri dalla stazione di Alessatidria. Demetri, Lupo e Putzu, assieme ad altri quindici operai (tutti dipendenti dell'impresa « Valditerra » di Novi Ligure che esegue lavori per conto delle Ferrovie dello Stato), avevano provveduto alla sostituzione di una rotaia lungo il binario pari della linea ferroviaria Alessandria-Casale-Vercel¬ li. Durante questi lavori il traffico nei due sensi si era svolto unicamente sul binario dispari. Oggi la sostituzione era stata ultimata e perciò, dalle 13, tutti i treni erano stati nuovamente autorizzati, con fonogramma di servizio, al transito lungo il binario pari. Gli operai, tuttavia, dovevano completare alcune rifiniture (ancora un'ora e tutto sarebbe stato sistemato), e così alle 13,15, al sopraggiungere di un'automotrice con rimorchio proveniente da Vercelli e diretta ad Alessandria, la squadra dei diciotto dipendenti della « Valditerra » si trovava lungo la linea che, all'altezza del casello di San Michele, compie un'ampia curva. Subito dopo la curva, intenti a spargere ghiaia tra le traversine, vi erano Putzu, Lupo e Demetri, i primi due in mezzo ai binari, il terzo sul fianco. I loro compagni si trovavano invece qualche decina di metri più avanti. L'automotrice in arrivo da Vercelli era guidata dal macchinista Leo Pontida, di Ifl anni, di Asti; egli aveva al fianco l'aiuto Luigi Bobba, quarantanovenne. Il convoglio viaggiava alla velocità di 100 chilometri orari. Prima del punto dove si trovavano gli operai non c'era alcun cartello che segnalasse i lavori in corso; il Pontida, avuta notizia che il binario era stato ripristinato alle 13, procedeva tranquillo, sicuro che nessun ostacolo doveva trovarsi sulla linea. Dopo avere azionato regolarmente il segnale acustico, il macchinista ha affrontato la curva e soltanto all'ultimo ha visto gli uomini tra i binari: subito ha bloccato la «rapida» ma è stato inutile. Mentre infatti i quindici operai più lontani con un fuggi-fuggi generale sono riusciri a mettersi in salvo, i tre che lavoravano sui binari a spargere ghiaia non hanno fatto neppure in tempo a rendersi conto del pericolo: forse erano convinti che il treno, come nei giorni scorsi, avrebbe percorso l'altro binario. Adamo Demetri, colpito dalla fiancata dell'automotrice, è stato scaraventato in avanti, ed è morto all'istante per lo sfondamento del cranio; Emilio Putzu e Filippo Lupo, investiti in pieno tra i binari, sono stati maciullati dalle ruote del convoglio: il corpo del Lupo, straziato, è rimasto impigliato tra gli ingranaggi e trascinato per decine di metri prima che l'automotrice si arrestasse. I compagni di lavoro delle tre vittime e il personale viag giante del treno sì sono trovati di fronte ad un impressionante spettacolo; alcuni sono stati colti da malore e da panico. Il Sostituto Procuratore della Repubblica, dott. Parola, ha dato inizio a un'inchiesta, affidando il compito di svolgere le indagini alla Polizia Ferroviaria: uno dei primi provvedimenti adottati è stato il fermo del Grana e del Davi. I due — dagli accertamenti svolti — non avrebbero provveduto ad avvertire gli operai del sopragjiungere dell'automotrice. E' stato anche interrogato il macchinista Leo Pontida, ma sembrano da escludere le sue responsabilità. Il Pontida dopo la sciagura appariva in preda a choc. Nel primo pomeriggio, quando ancora i corpi delle tre vittime non erano stati rimossi, sul luogo della sciagura si recato il prefetto di Alessandria, dott. Bruschelli, accompagnato dal questore, dott. Vaccori, da funzionari e ufficiali della polizia. Il traffico lungo la linea ferroviaria è stato ripristinato alle 17, dopo che si era provveduto a ricomporre e a rimuovere i resti dei tre operai uccisi. Franco Marchiaro imiimimmmm li luogo nei pressi di Alessandria dove i tre operai sono stati travolti lungo la linea ferroviaria. In primo piano Leo Pontida, macchinista dell'automotrice investitrice Filippo Lupo, a sinistra, e Adamo Demetri due degli operai travolti e uccisi dall'automotrice ad Alessandria