Accoltellò l'uomo sorpreso in auto con la propria amica
Accoltellò l'uomo sorpreso in auto con la propria amica Accoltellò l'uomo sorpreso in auto con la propria amica Ad Alessandria - Condannato a 8 mesi, così come aveva chiesto il P. M. - L'imputato, un commerciante trentenne, doveva rispondere di lesioni volontarie (Dal nostro corrispondente) Alessandria, 14 marzo. Il commerciante Francesco Artusa, di 30 anni, abitante ad Alessandria, che nell'aprile scorso accoltellò un uomo sorpreso in auto con la propria amica, è comparso stamane in Tribunale: riconosciuto colpevole di lesioni volontarie, è stato condannato a 8 mesi di reclusione così come aveva chiesto il P.M. La notte del 21 aprile 1966 Rita Furia ved. Gaietti, di 31 anni, che da tempo conviveva con l'Artusa, aveva chiesto un passaggio in auto ad un conoscente, l'ambulante quarantenne Carmelo Di Vita, incontrato in rione Orti. La donna era appena salita sulla vettura e il venditore si apprestava a partire quando sopraggiungeva l'Artusa in auto. Il commerciante, avvicinatosi a!la macchina e aperta la por¬ tiera destra, afferrava l'amica per un braccio, facendola scendere: il Di Vita scendeva a sua volta forse per difendere la donna, e tra lui e l'Artusa vi era una breve discussione. Al termine l'occasionale accompagnatore di Rita Furia veniva raggiunto da una coltellata alla regione ascellare sinistra. L'Artusa, dopo essere fuggito, ritornava sui propri passi e fatta salire sull'auto del Di Vita la donna ed il ferito li accompagnava all'ospedale, dileguandosi subito dopo. Il commerciante, ricoverato con prognosi riservata, era poi guarito in una trentina di giorni. Pochi giorni dopo il fatto Francesco Artusa, accompagnato dall'avv. Bolgeo, si costituiva (era colpito da ordine di cattura per tentato omicidio), ottenendo quindi la lihertà provvisoria. L'istruttoria si concludeva con l'imputazione di lesioni personali volontarie Interrogato in udienza dal presidente Baodoime, oggi l'Artusa ha sostenuto di avere agito per paura, dopo essere stato aggredito, «yidi Rita salire sull'auto del Di Vita — egli ha sostenuto — e la feci scendere invitandola a tornare a casa. Il suo accompagnatore, dopo avermi minacciato, mi sferrò un pugno al viso. Temendo il peggio e colto da paura estrassi un coltellino che avevo trovato per strada e lo colpii. In macellino, mentre lo accompagnavo all'ospedale, gli dissi' subito di essere pentito di quello che avevo fatto». Il Di Vita, che non si è costituito parte civile, ha sempre negato di aver minacciato e preso a pugni l'Artusa, affermando che il commercian te l'aveva colpito all'improvviso mentre era sceso per difendere la donna. f. m.
Persone citate: Bolgeo, Carmelo Di Vita, Di Vita, Rita Furia
Luoghi citati: Alessandria
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