I magistrati ci ripensano e non escludono lo sciopero di Guido Guidi

I magistrati ci ripensano e non escludono lo sciopero Malgrado l'ammonimento del Capo dello Stato I magistrati ci ripensano e non escludono lo sciopero Due delle tre correnti che formano l'Associazione magistrati affermano che governo e Parlamento non si sono mai interessati di loro Se qualcosa abbiamo ottenuto, dicono, il merito va alle nostre agitazioni - Ogni decisione rinviata all'assemblea nazionale del 9 aprile (Nostro servizio particolare) Roma, 13 marzo. Il Comitato direttivo centrale dell'Associazione nazionale magistrati non ha escluso la eventualità di uno sciopero dell'Ordine giudiziario. Ogni decisione è stata rimessa all'assemblea generale che è convocata per domenica 9 aprile con il proponimento di adeguarla «all'atteggiamento che Parlamento e governo assumeranno ». Come dire che, nonostante l'ammonimento del Capo dello Stato il quale di recente ha sottolineato la impossibilità giuridica da parte dei magistrati di organizzare uno sciopero, la ipotesi di una astensione dal lavoro per motivi economici potrebbe avere un Qualche fondamento. SI è riunito il Comitato direttivo centrale dell'Anni dopo essere stato ricevuto la scorsa settimana dal Capo dello Stato e al termine di una lunga riunione ha approvato un ordine del giorno, presentato da due delle tre correnti in cui è suddivisa la organizzazione (quella, diciamo cosi, di sinistra e quella di centro), in cui dopo avere ricordato che l'Anm « ha sempre ispirato la propria azione non ad interessi di categoria ma a queUi generali del paese per l'attuazione dello Stato di diritto », ha posto in rilievo come il Parlamento ed il governo si siano sempre disinteressati dei problemi della Magistratura e come « le prerogative di sovranità e di indipendenza dell'Ordine giudiziario hanno trovato difesa soltanto nella capacità di stimolo dei magistrati associati costretti a tal fine a ricorrenti manife»tazioni di protesta alle Quali — ai è sottolineato — va riconosciuto il merito dei marginali risultati conseguiti ». E a conclusione, il Comitato direttivo centrale ha ribadito il concetto già espresso nell'assemblea riunitasi a Roma domenica 29 gennaio scorso al termirue della quale si stabilì di rinviare ogni decisione relativa allo sciopero al 9 aprile in attesa che "nel frattem po venissero adottati dal po tere legislativo ed esecutivo quei provvedimenti più volte sollecitati dalla Magistratura, Inoltre — il Comitato direttivo nel suo ordine del giorno — ha auspicato come l'atteggiamento t concreto > che Parlamento e governo assumeranno « corrisponda fattivamente all'appello del Presidente della Repubblica fondato sull'espli cito riconoscimento della Magistratura come potere dello Stato». Questo ordine del giorno è stato approvato, al termine di una vivace discussione, con 15 vot! favorevoli, 12 contrari: un membro del comitato si è astenuto. E' stato Invece respinto (15 voti contrari, 12 favorevoli ed una astensione), un ordine del giorno presentato dalla corrente di destra dell'associazione c Magistratura indipendente > nel quale dopo avere ricordato che 11 Presidente della Repubblica aveva invitato gli altri poteri dello Stato ad intervenire per risolvere 1 problemi della magistratura, si esprimeva c in condizionato apprezzamento per l'autorevole atteggiamento assunto dal Capo dello Stato primo magistrato d'Italia, in difesa del prestigio del nostro Ordine». E' facile intuire, quindi, in quali termini si presenta l'as semblea del 9 aprile quando verrà preso in esame l'argomento. Si tenga presente che due mesi or sono l'Associa zione nazionale magistrati in disse fra i suoi iscritti un referendum per sapere se erano contrari o favorevoli ad una azione di forza. Non tutti gli iscritti risposero al quesito, ma le risposte favorevoli raggiunsero la maggioranza sia pur con il 51 per cento. Il comitato direttivo centrale ha poi ritrovato la sua compattezza allorché ha affrontato altri due temi: quello relativo alla legge con cui verrà riformato il Consiglio superiore della magistratura e quello relativo alla legge con cui verrà modificato l'attuale sistema delle promozioni Sono stati approvati all'unanimità due ordini del giorno. Nel primo si chiedono degli emendamenti in modo che nell'elezione del Consiglio superiore della magistratura si giunga alla « pariteticità delle rappresentanze delle tre categorie di Tribunale, di Corte d'appello e di Cassazione » e alla possibilità che tutti t magistrati siano chiamati a vo tare i loro rappresentanti senza distinzione di categorie Nel secondo si chiede che, per le promozioni, non sia più pretesa la presentazione del lavori giudiziari. Su quest'ultima tesi l pareri sono tutti concordi in modo da evitare cvqtsddTtccrrcgtisa che un magistrato nello scrivere una sentenza o una requisitoria, anziché essere sintetico, si preoccupa di mostrare la sua cultura giuridica a danno talvolta della decisione che deve Illustrare. Guido Guidi

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