Per lo sviluppo tecnologico dell'Europa le ricerche spaziali sono essenziali

Per lo sviluppo tecnologico dell'Europa le ricerche spaziali sono essenziali Per lo sviluppo tecnologico dell'Europa le ricerche spaziali sono essenziali A Torino il segretario generale dell'« Eldo », l'organizzazione di sei Paesi per la costruzione d'un razzo vettore a scopi pacifici 7 Entro il 1970, la messa in orbita d'un satellite per telecomunicazioni Allo stato attuale dei fatti è inimmaginabile che l'Europa o uno qualsiasi dei suoi Stati possano inserirsi nella ciclopica competizione iniziata da Stati Uniti e Unione Sovietica per inviare l'uomo alla scoperta del cosmo. Ma è altrettanto assurdo pretendere che gli europei si limitino a seguire da spettatori questa gara, astenendosi dal formare gli esperti, condurre le ricerche tecnologiche e allestire i mezzi per prepararsi ad aprire, un giorno, un dialogo con i « grandi » dell'esplorazione extraterrestre. Senza contare il benefico stimolo che ogni progetto d'avanguardia, come quello spaziale, esercita sulle industrie e sui tecnici impegnati nella sua realizzazione, ,e la grande influenza che esso può avere anche negli altri settori produttivi. L'Europa, insomma, non può rimanere estranea al problema «spazio» e a questo scopo alcuni dei suoi paesi hanno deciso, unendo i loro sforzi finanziari, di dare vita a una organizzazione internazionale allo scopo di «progettare e costruire, a fini pratici ed esclusivamente pacifici, vettori di lancio, apparati spazia¬ li e r? loro relative attrezzature »." Questa organizzazione porta un* nome che ci è ancora poco familiare: Eldo (dalle iniziali della denominazione inglese European Space Vehicle Launcher Development Organisation). L'hanno costituita tre anni fa Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia, Belgio e Olanda, con l'adesione dell'Australia, che ha messo a disposizione la base di lancio di Woomera. Ognuno dei paesi membri partecipa al finanziamento in proporzione al prodotto nazionale lordo: il 27 per cento Germania e Gran Bretagna, il 25 per cento la Francia, il 12 l'Italia e il 9 per cento Belgio e Olanda. Il primo programma, in avanzata fase di realizzazione, prevede una spesa di 640 milioni di dollari, pari a 400 miliardi di lire. E' tuttavia opportuno mettere In rilievo che nell'atto costitutivo dell'Eldo si dice che ogni paese membro ha diritto a commesse di ricerca e produzione pari all'80 per cento dei contributi versati. Segretario generale dell'organizzazione è l'italiano Renzo di Carrobio, un diplomatico che dopo aver raggiunto i più alti gradi della carriera si è dedicato con passione e competenza al coordinamento delle molteplici attività dell'Eldo. Su invito della Società italiana per l'organizzazione internazionale, oggi alle 18,15, nel salone dell'Istituto Bancario San Paolo di Torino, egli parlerà su « Perché lo spazio? ». Spiegherà perché l'Europa e l'Italia hanno deciso di volgersi anch'esse verso l'astronautica. « Cercherò di essere convincente » ci ha confidato ieri sera, sapendo che l'esplorazione dello spazio ha qualche oppositore, come l'aviazione era avversata ai suoi albori da coloro che la ritenevano soltanto causa di sperperi. Traccerà inoltre un consuntivo dell'attività dell'Eldo, che ha come primo obbiettivo la realizzazione, entro il 1969, del veicolo « Europa I », un vettore a tre stadi, lungo 32 metri, del peso di 105 tonnellate, che inserirà in un'orbita circolare un carico di una tonnellata. Nel 1970, poi, il veicolo spaziale sarà integrato da altri due piccoli stadi, detti di perigeo e di apogeo, che gli permetteranno di mettere in orbita a 36 chilometri di al¬ tezza, stazionario sull'Europa, un satellite per le telecomunicazioni. « Europa I ^ ha già superato brillantemente tutte le prove finora in programma. Con uno e più stadi è stato lanciato da Woomera cinque volte e ogni cosa ha sempre funzionato alla perfezione, suscitando persino l'ammirazione di quei « grandi » dell'astronautica che ben conoscono l'amarezza dei lanci falliti. E' questa una significativa dimostrazione della perizia degli esperti dell'Eldo. Conferma inoltre — anche nelle costruzioni spaziali — l'efficienza delle industrie e la capacità delle maestranze cui sono state affidate la progettazione e la costruzione delle varie parti del veicolo: in Italia la Fiat, la Selenia, l'Aerfer, l'Oto Melara, la B.P.D. e parecchie altre. Ma soprattutto prova che gli europei ci sanno fare e che è quindi validissima la decisione internazionale di avviarli in stretta cooperazione alla conoscenza di nuove, progredite tecnologie delle quali potranno beneficiare tutti coloro che vorranno allacciare rapporti di collaborazione. Aldo Vite

Persone citate: Aldo Vite, European Space