Tre donne condannate a Cuneo per convegni galanti in albergo

Tre donne condannate a Cuneo per convegni galanti in albergo Tre donne condannate a Cuneo per convegni galanti in albergo Sono due cameriere e la titolare dell'esercizio pubblico - Le pene (un anno e 4- mesi ciascuna) interamente condonate (Dal nostro corrispondente) Cuneo, 10 marzo. (n. m.) Il Tribunale di Cuneo ha emesso stamane sentenza di condanna nei confronti dell'esercente Delfina Gondolo, di 58 anni, già titolare del noto albergo « Corona Imperiale » di corso IV Novembre, e delle cameriere Francesca Tassone, 44 anni, da Fossano, e Anna Carena, 35 anni, di Chiusapesio, tutte imputate di violazione alla legge Merlin. Le tre donne sono state condannate a un anno e quattro mesi di reclusione e 80 mila lire di multa, col beneficio del condono dell'intera pena. La trentacinquenne Sandra Venturi, da Montecatini, che era accusata di atti osceni in pubblico, ha beneficiato dell'amnistia. Le indagini sulla squallida attività erano iniziate nel marzo del 1964, in seguito alle rivelazioni di una giovane passeggiatrice fiorentina, incappata in una retata della polizia. La donna aveva dichiarato di avere avuto numerosi convegni galanti al « Corona », con la condiscendenza della titolare e del personale: spiegò che nel lasciare la camera versava ogni volta duemila lire alla donna che era alla cassa. Dopo un mese l'albergo fu chiuso a tempo indeterminato, mentre la Tassone fu incarcerata insieme al marito della Gondolo. Quest'ultima, che era titolare della licenza, fu successivamente arrestata mentre tentava di espatriare al Colle di Tenda. In seguito tutte beneficiavano della libertà provvisoria. La principale accusatrice della Gondolo fu la pettinatrice Olga Isoardi, una cuneese ventitreenne: La Isoardi riferì alla polizia che la Con dolo veniva spesso nel suo negozio, vicino all'albergo, per avvertirla che vi era una «cliente da pettinare» all'alber go. «Percepivo ogni volta 10 mi la lire — dice la Isoardi — e il mio nome non veniva mai se guato sul registro». Invano l'albergatrice respinse le accuse, spiegando che la Isoardi agiva per vendetta. « Quando la pettinatrice fu sfrattata inseguito alle proteste del vici- nato, a ratisa della sua condotta immorale — spiegò la Gondolo —, la Isoardi si convinse erroneamente che fossi stata io a farla cacciare. D'altronde io l'avevo già respinta diverse volte, quando si era presentata in albergo in compagnia di uomini». La padrona e le due cameriere furono incriminate per favoreggiamento e tolleranza della prostituzione. Dalle risultanze dell'inchiesta è emerso che spesso i « clienti » entravano dall'ingresso principale per prenotare le stanze, mentre le donnine li seguivano passando dal retro della portineria che dà sul cortile dell'albergo. Il dibattimento è stato brevissimo. Le imputate hanno respinto ogni accusa. La Gondolo ha riferito che sia lei sia il marito avevano diffl dato il personale a non accettare le donne che avevano fama di essere dedite al vizio, con la scusa che l'albergo era al completo. Tale circostanza è stata confermata dalle cameriere. Il Pubblico Ministero ha chiesto la condanna delle tre imputate a due anni e otto mesi caduna e l'amnistia per la Venturi. I difensori avvocati Andreis e Olivero, i quali si erano battuti per l'assolutoria quanto meno per insufficienza di prove, hanno ricorso in appello. Anna Carena, da sinistra, Delfina Gondole- e Francesca Tassone ieri in aula a Cuneo

Luoghi citati: Cuneo, Fossano, Montecatini