Identificato il «terzo uomo»della rapina la sua cattura è forse questione di ore di Guido Guidi

Identificato il «terzo uomo»della rapina la sua cattura è forse questione di ore TNostro servizio particolare) Roma, 9 marzo. La confessione di Franco Torreggiani è stata soltanto il punto di partenza. Per l'intera giornata il giudice istruttore dott. Del Basso e il sostituto Procuratore del la Repubblica l'hanno va gliata e l'hanno controllata attraverso una incalzante serie di interrogatori per ricostruire in tutti i detta gli la storia che ha avuto come vittime i due giovani fratelli Silvano e Gabriele Menegazzo uccisi per rapina da Leonardo Cimino. Gli elementi da accertare sono soprattutto tre: 1) la identificazione e la indi viduazione del terzo uomo che Franco Torreggiani ha indicato soltanto con un so prannome : « Mario Fran cois»; 2) il luogo dove sono nascosti i gioielli rubati in via Gatteschi la notte del 17 gennaio scorso; 3) stabilire il vero ruolo avuto da Mario Loria che è stato arrestato insieme a Torreggiani e a Cimino nella casetta in via Basilio Puoti. Stasera si ha l'impressione che la polizia abbia già identificato il misterio so Mario Frangois e che la sua cattura sia imminente Che nel suo complesso la confessione di Franco Torreggiani sia da ritenersi attendibile anche se adombra persino troppo scoperta mente una possibile tesi di fensiva (minima partecipa zione al delitto e possibile concessione delle attenuanti generiche) non vi sono dub bi. Ma scendendo nel particolare, il racconto del giovanotto ha destato nei ma gistrati qualche perplessità. E' per questo che, starna ne, è stato concesso al di fensore aw. Rinaldo Taddei il permesso di avere un colloquio con Torreggiani. La decisione è stata presa nel la speranza che il legale riuscisse a fargli comprendere la opportunità di essere quanto mai sincero ed attendibile per potersi porre in una posizione diver sa, rispetto ai futuri giudi ci della Corte d'Assise, da quella di Leonardo Cimino. La sostanza del colloquio fra difensore ed imputato è rimasta avvolta nel più assoluto silenzio. Fra l'altro, il Consiglio dell'Ordine ha dato incarico al suo presidente, avv. Carlo Fornario, di compiere una indagine preliminare chiedendo conto all'avv. Rinaldo Taddei delle dichiarazioni da lui rese ai giornalisti per spiegare che Franco Torreggiani era pronto ad assumersi la responsabilità di avere partecipato alla rapina ma di non avere voluto, invece, i due omicidi che furono la conseguenza di una iniziativa improvvisa ed imprevista di Leonardo Cimino. E l'avv. Taddei oggi ha spiegato al presidente del Consiglio dell'Ordine forense di Roma di avere parlaco in quel modo perché ha ritenuto che quella sia l'unica tesi valida per strappare Torreggiani, raggiunto da altre prove, all'ergastolo e perché quelle dichiarazioni erano state precedentemente concordate con i familiari del giovanotto nel suo esclusivo interesse. La maggiore attenzione dei magistrati, oggi, è stata dedicata in modo particolare a Mario Loria il cui « sacrificio », diciamo così, per aiutare i rapinatori di via Gatteschi non sembra giustificato dai rapporti di amicizia col Torreggiani. Può darsi anche che le apparenze e la logica portino a considerazioni sbagliate, ma senza alcun dubbio è incomprensibile per quale motivo mai Mario Loria che non aveva più alcun contrasto con la legge (lo aveva avuto in passato) si sia andato a cacciare in una avventura così pericolosa soltanto per favorire un amico con il rischio di passare per un complice. Mario Loria non è alla sua prima esperienza. Ha venticinque anni, non ha una occupazione precisa o quanto meno non esercita alcuna attività. Nel febbraio 1964 è stato protagonista di un episodio all'Aquila che gli è costato due anni di reclusione. La notte del 3 febbraio arrivò al¬ I complici del Cimino crollano uno dopo l'altro Identificato il «terzo uomo»della rapina la sua cattura è forse questione di ore Si tratta del misterioso Mario Francois custode dei gioielli rubati ai fratelli Menegazzo uccisi dal Cimino - Una traccia trovata a Vicenza dove sarebbe stato progettato il colpo - Si cerca anche di scoprire quale parte abbia avuto nella banda il terzo arrestato: Mario Loria - Sia Franco Torreggiai che il fratello Giorgio lo difendono: «Si è compromesso soltanto per amicizia» - Perquisizioni nella notte alla ricerca del bottino l'Aquila a bordo di una « Giulietta » rubata ad un professionista di Pescara ed era insieme a due suoi amici, la macchina fu notata da una pattuglia della polizia. Mario Loria cercò di fuggire, un agente cavò la pistola, sparò alcuni colpi che bloccarono l'auto, arrestò i tre giovanotti. Furono condannati tutti per furto e resistenza a 2 anni. Sul sedile posteriore dell'auto furono trovati, pronti per l'uso, alcuni grimaldelli e alcuni guanti: le intenzioni dei tre giovanotti erano più che evidenti. Franco Torreggiani, ieri, nella sua confessione si è preoccupato di mostrarsi sincero, ma si è. anche preoccupato di scagionare il suo amico Mario Loria. Ha negato che egli possa essere stato « ingaggiato » da Leonardo» Cimino per la rapina di via Gatteschi, ha escluso che egli abbia par¬ tecipato alla rapina, ha sostenuto che a Loria fu chiesto aiuto alcune settimane dopo il delitto. E Giorgio Torreggiani ha in un certo senso avallato le dichiarazioni del fratello : « Loria in questa storia non c'entra. Si è sacrificato soltanto perché è un amico ». Ma esiste un dettaglio di non poca importanza anche se singolare. Quando viene trasferito in carcere un arrestato deve sottoporsi ad una speciale visita per cui è costretto a spogliarsi completamente. La prassi ha una spiegazione: si cerca di evitare che l'arrestato introduca in carcere delle armi, del danaro, degli oggetti preziosi, dei documenti importanti. Anche Mario Loria ha subito l'altra sera questo trattamento e si è accertato che infilato ad un dito di un piede aveva un anello. Che significa tutto questo? Se si pensa per un Leonardo Cimino ieri all'ospedale San Filippo Neri; le sue condizioni sono stazionarie (Telefoto «Ansa») attimo che nella casa dove hanno vissuto Cimino, Torreggiani e Loria è stato tro vato anche un medaglione che presumibilmente era fra gli oggetti rubati' ai due sventurati fratelli Menegaz zo, si intuisce il motivo per cui i magistrati hanno preteso che il giovanotto desse loro un chiarimento. In sostanza, Mario Loria è soltanto un ingenuo, ma non troppo, favoreggiatore o ha avuto un ruolo molto più importante ? M pMentre polizia e carabinieri hanno proseguito le loro indagini sulle tracce del « terzo uomo », il giudice istruttore dott. Del Basso ed il sostituto procuratore della Repubblica dott. Santoloci sono rimasti per quasi l'intera giornata sino a tardissima sera nel carcere di Regina Coeli. Hanno proceduto a numerosi interrogatori, poi sono andati a compiere una perquisizione. Poiché tutta l'attività degli inquirenti è coperta dal più rigoroso segreto, non si possono che fare delle illazioni. Quali? Che Franco Toreggiani abbia fornito delle indicazioni sia pur vaghe per consentire il recupero dei gioielli. Non si dimentichi che la tesi difensiva del gio vanotto è ancorata a due norme del Codice penale: quella per cui ha una riduzione della pena chi partecipa al compimento di un reato diverso da quello voluto e quella per cui il giudice può concedere le attenuanti generiche. Ma è necessario che il giovanotto fornisca delle prove aiutando almeno gli inquirenti a ricostruire la situazione e a fare giustizia. Guido Guidi

Luoghi citati: L'aquila, Loria, Pescara, Roma, Vicenza