Podgorny invita il governo di Bonn ad intese sulla sicurezza europea di Massimo Conti

Podgorny invita il governo di Bonn ad intese sulla sicurezza europea Podgorny invita il governo di Bonn ad intese sulla sicurezza europea Il Presidente sovietico dichiara: «L'Urss saluterebbe con soddisfazione una simile svolta nella politica tedesca» - Un gruppo di eminenti giornalisti russi sta per partire in missione nella Germania Federale - Podgorny accusa la Cina di boicottare gli «sforzi di pace» di Hanoi (Dal nostro corrispondente) -j Mosca, 9 marzo. Ai primi velati richiami che Kossighin fece giorni fa all'intesa con la Germania nella cornice di accordi europei, ha fatto seguito stasera un più esplicito invito del presidente Podgorny. In un discor- Podgorny ieri a Mosca durante il discorso (Telef.) mente fiutato le aspirazioni di so elettorale tenuto al teatro BoJsfiioi (domenica si vota per il Soviet nella Federazione sovietica) il capo dello Stato ha detto: «I capi di Bonn commetterebbero un serio errore se sottovalutassero i problemi della sicurezza europea. C'è una strada che i tedeschi possono imboccare, ed è quel-I la dell'allineamento con gli altri Paesi; la strada che mena ad una politica di pace e di genuina sicurezza sul continente. L'Unione Sovietica — ha soggiunto — saluterebbe con soddisfazione una siffatta svolta della politica tedesca; a condizione però che questo fosse il vero scopo del governo di Bonn e non già una questione di parole ». Nei prossimi giorni partirà per la Germania Occidentale un gruppo di eminenti giornalisti russi. Nel costume sovietico l'invio di giornalisti In un altro Paese serve di solito a preparare iniziative politiche di rilievo e in fase di avanzata maturazione. Mosca, del resto, ha già sufficiente- Kiesinger ad una politica più bilanciata fra Est ed Ovest. Di recente, anzi, ci sono stati sondaggi per il rilancio dei contatti economici con Mosca, arenatisi da anni. L'invio di giornalisti russi in Germania ricorda molto da vicino l'operazione Agiubeì, il genero di Kruscev, inviato a Bonn nella primavera del '64. Quel tentativo di apertura, al pari della crisi con la Cina, restò però ascritto fra i più grossolani errori compiuti da Kruscev in politica estera. A Pechino Podgorny ha rinnovato l'accusa durissima di ostacolare la pace nel Vietnam. «I recenti discorsi dei capi cinesi sul Vietnam — ha detto il Presidente sovietico — non contengono una sola parola a sostegno delle nuove proposte del governo della Repubblica democratica vietnamita (cioè il regime di Hanoi) espresse nell'intervista concessa dal suo ministro degli Esteri. Questo passare sotto silenzio la proposta non è accidentale. Ciò significa che il gruppo di Mao Tse-tung è contrario alla proposta; che le sue intenzioni riguardo alla guerra nel Vietnam non si accordano con le vedute del governo vietnamita ». Risulta chiaro, quindi, che la Cina boicotta quelli che Podgorny definisce gli sforzi di Hanoi per la pace. Già nei giorni scorsi i giornali di Mosca avevano accennato a « collusioni > fra Washington e Pechino. L'attitudine cinese per il Vietnam ha offerto a Podgorny il destro per un nuovo veemente attacco contro Mao Tse-tung. Con il peso della sua autorità, Podgorny ha confermato che « la condotta di Mao incontra crescente opposizione, e in Cina e nel mondo comunista ». Però si è detto fiducioso che « le sane forze della Cina finiranno col prevalere ». Nel frattempo bisognerà vigilare perché « gli estremisti cinesi non escludono un conflitto mondiale fra i possibili mezzi della loro politica di avventurieri ». Massimo Conti

Persone citate: Kiesinger, Kossighin, Kruscev, Mao