Come ci vedono i tedesche

Come ci vedono i tedesche Un rapporto tatto iti motti complessi Come ci vedono i tedesche Solo un tedesco sii cento desidera avere in casa un ospite italiano: ci preferiscono gli svedesi (36 per cento), gli inglesi (19), i francesi (3), gli israeliani (2) - Ci rimproverano di essere rumorosi, petulanti, indifferenti alle bestie e «seduttori» - Però preferiscono l'Italia, come sede di vacanze, a qualsiasi altro paese - Con tante riserve e pregiudizi, molti matrimoni tra italiani e tedesche sono falliti; ma parecchi sono riusciti bene - Spesso i nostri connazionali hanno una gentilezza sentimentale, o semplicemente delle «buone maniere», che in Germania sembrano sparite da tempo (Dal nastro inviato speciale) Francoforte, 3 marzo. Tipo robusto, tendenzialmente pingue, sigaro in bocca, maniere brusche e spicce. Birra, ne tracanna quattrocento boccali all'anno prò capite (nella media è inclusa anche la popolazione infantile). Ama la casa, la moglie, la propria automobile; smonta radioline; d'estate compie il viaggio in Italia e d'inverno bofonchia: «Gli italiani, questi fracassoni petulanti! ». La sera, adora starsene in casa, davanti al televisore acceso, tutta la famiglia riunita. Sul teleschermo appare una ballerina spagnola, tutta mossette e squittii. Il tedesco medio la rimira compiaciuto, ma poi, con un affettuoso sculaccione, si volge alla moglie : « Sì, una bella ballerina, non discuto; ma io preferisco la mia vecchia! ». Dov'è più il tedesco burbanzoso che scrutava l'Europa dall'alto dei panzer! Centinaia di sonde, lanciate da istituti specializzati nell'indagine sull'opinione pubblica, calano assiduamente dentro la testa del tedesco post-erhardiano, per scoprirne umori ed amori. E' un popolo sotto osservazione. Le sonde risalgono piene di pensieri borghesi: gli ideali della nuova Germania sono cambiati. Amano le pantofole, i quattrini, la velocità. Le preoccupazioni, tuttavia, non mancano: temono di essere scavalcati nella professione, messi in disparte dalla società, esautorati in famiglia, traditi dalla moglie. Uno studioso di demoscopia, H. E. Richter, scrive : « L'uomo tedesco " pelle-di-elefante ", e la donna, invece, tutta tenerezza e ipersensibilità, è una frottola grossolana ». Perbacco, il cuor tenero non sarà diventato lui, il tedesco medio degli anni del «miracolo»? Niente paura. Una Germania sgarbata è uscita dalle spire della nuova società del benessere. Una volta, i tram erano palestre celeberrime di buone maniere: se un vecchiarello, una vecchiarella, o una donna incinta si facevano sulla piattaforma, subito fra i passeggeri s'accendeva una nobile gara per cedere il posto. E se poi si trattava d'invalido di guerra, la zuffa cortese vibrava delle note del patriottismo. Ora, leggo sul giornale la disavventura di due connazionali: saliti sul tram, senza biglietto e senza gli spiccioli per pagarlo, ne vengono espulsi a furore di tram, con reprimenda collegialmente impartita da manovratore, bucabiglietti e passeggeri al gran completo. In tram non s'alza più nessuno a cedere il posto: tutti essendo vecchi (i giovani vanno in macchina), tutti hanno la priorità e se la tengono. Al ristorante, un signore lascia cadere un piatto a terra. « Cinquanta pfennigel », grida il cameriere prima ancora che la stoviglia abbia toccato il suolo. Su tutti i giornali leggo proteste per i modi sgarbati di commesse e vigili urbani. Un vecchio commerciante di Monaco ha mandato una circolare ai suoi affezionati clienti: « Se non siete soddisfatti del servizio, rivolgetevi a me personalmente. In questi anni, purtroppo, ho dovuto accogliere personale non sufficientemente adatto alla vita di relazione ». Leggo un foglio pubblicitario: «7 tedeschi, che simpaticoni! ». Più in piccolo : « Così si dirà, forse, di noi nell'anno duemila. Per ora, si dice soltanto: "I tedeschi, quanto ai motori, lasciate fare a loro! Volate Lufthansa, volate sicuri!" ». L'insicurezza interiore del tedesco si colora di patemi, di complessi a livello internazionale. Un'agenzia demoscopica ha chiesto: « Se foste costretti ad accogliere in casa un ospite straniero, di che nazionalità lo preferireste?!. Rispondono in trentasei optando per lo svedese, il quale a guardar bene, più che un ospite sarebbe un mezzo parente. Diciannove voti raccoglie l'inglese, cin¬ que il francese; due tedeschi su cento si sceglierebbero un ospite persino in Israele. Noi, in coda: soltanto uno degli interrogati (su cento) ci vorrebbe per casa. Le zufolate mattutine, gli sciacquoni notturni, il vociare dei bimbi, le radioline alle massime tonalità innervosiscono il tedesco medio. Il coinquilino tedesco ha l'occhio, l'orecchio e anche l'animo acuminato dai sospetti. Il giorno di Natale, sotto un bel sole sfolgorante un cane scondinzolava nel giardino, in mezzo alla neve. All'uscio di casa si presenta una vicina: « Quel cane ha fredda ». « Quel cane sta bene, scondinzola di gioia », controdichiara il nostro connazionale, che, nel caso, è un diplomatico. Le interpretazioni divergono, e la vicina, infine, si allontana imprecando all'insensibilità italiana per gli animali. Questo è un quadro sommario della società tedesca nella quale centinaia di migliaia di nostri connazionali hanno tentato, in questi anni, d'inserirsi. Una società di gusti difficili, di convinzioni cocciute, impenetrabili alle prove del contrario. C'è poi lo sguardo del nostro connazionale di tipo esportazione (per l'ottanta per cento sono meridionali) che accende particolarissimi sospetti e gelosie non infondate; è quello sguardo nero e mobilissimo, che già il Verga definiva « ingravida-balconi » per la sua carica di lancinante sensualità. Figuriamoci il tedesco, già in pena per il suo posto in fabbrica! Fatto sta che molti matrimoni italo-tedeschi sono rapidamente andati a naufragio, ma quelli che hanno resistito ai primi urti sopravvivono lietamente, in un'atmosfera di romantico abbandono. La donna tedesca guida aziende, istituzioni culturali, treni, tram, famiglie. E' pari all'uomo nei diritti, Germania della parità ses-1 ftespari nello stipendio. Ciò che le. vien meno, in questa rssuale, è il senso della sedu zione quotidiana, dell'assiduità amorosa dell'uomo verso di lei, della superiorità e autorità del maschio. In questi limiti, il nostro rubacuori ha avuto molto spesso fortuna, ma, insie-idme, ha attizzato fitte di so- Bspetti e traumi di diffidenza cocente e permanente. Pizzerie, gelaterie, orchestrine, ristoranti italiani trionfano. Un bilancio della nostra emigrazione come fatto collettivo è prematuro: forse non si tratterà precisamente d'un successo, troppo distanti essendo rimaste le parti per un vero incontro a livello popolare, in una felice e reciproca atmosfera di simpatia. Ma tutto negativo il bilancio non è nemmeno. Come coinquilini, siamo costretti a camminare sulla punta dei Diedi, sopra i cocci aguzzi di mille pregiudizi. Ma tra poche settimane incomince- ppinasda8mrSg(rcstdcoav fervore : ai valichi di fron- tiera si farà la coda perentrare in Italia. Malgrado abbia le portestrette (l'Italia è rimasta rà una colata che ogni anno si . rinnova, con crescente deila Banca Bonn alla testa fra ipaesi amati con diligente puntualità dal tedesco me- indietro con il programma autostradale), il nostro paese è — secondo i calcoli federale di dio; quest'amore è costato ai tedeschi la bellezza di 898 milioni di marchi (un marco 150 lire) nel solo periodo aprile-settembre 1966. Soltanto l'Austria, per ragioni intuitive, ci supera (1006 milioni); ma Svizzera, Spagna, Francia, Grecia, Jugoslavia, che pure sono nelle liste del turismo tedesco, appaiono staccate di molte lunghezze. Se non ci vogliono per casa come ospiti, pazienza; basta che allo svegliarsi della primavera vengan loro. Gigi Ghirottì

Persone citate: Birra, Gigi Ghirottì, Richter