Drammatico ritratto di una donna

Drammatico ritratto di una donna SULLO SCHERMO Drammatico ritratto di una donna E' « Domani non siamo più qui », di Brunello Rondi, con Ingrid Thulin - Le altre prime cinematografiche a Torino: « I lunghi giorni della vendetta», western italiano; «Ballata da un miliardo », vicenda comica a Saint Vincent; « Layton... bambole e karaté », storia di spionaggio (Romano) — Brunello Rondi si fa ricordare per il suo discusso film d'esordio. Il demonio; discusso ma promettente, cosi in bilico tra il saggio etnologico e il componimento lirico. Anche in questo suo nuovo lavoro. Domani non siamo più qui, da lui scritto e diretto, il regista si mantiene fedele alle esigenze di un cinema di pensiero, sia pure mediato attraverso gli esempi nordici il che gli fu onore in tempi tanto corrivi alle raffazzonature commerciali. Il titolo di nobiltà di Domani non siamo più qui è il rigore, scevro di effetti spettacolari, con cui cerca di entrare nella crisi d'angoscia di una giovane madre, l'americana Gioia, che ha perduto la sua unica bambina, e che in cerca di qualche conforto (conforto che il marito non le può dare) ha accettato di passare alcune settimane in Italia, nella villa del fratello Alex, sulla costa amalfitana, dove esso Alex e la moglie e alca ni amici conducono vita lucertola re, in apparenza sanissima Funestata da pensieri di morte (incubi e visioni piac clono n Rondi, che ne ha din seminati un bel po'). Gioia cerca invano di armonizzare coi suoi ospiti, dai quali Ut separa quel suo disperato senso di lucidità onde ha tolto la certezza del nulla. E chi sono quegli ospiti? Un fratello e una. cognata conformisti, un medico condotto orgoglioso a paiole della sua vita regolare ma pronto a perdere la testa per la bella straniera, uno studente di filosofia forte in sillogismi ma incapace dì vera comprensione, una ragazza yè-yè animalesca e sciocca. Non solo costoro non guariscono coi loro argomenti la nevrosi di Gioia, ma ne subiscono essi sfessi il contraccolpo, mettendo a nudo le proprie limitazioni e miserie; tanto che la donna, dopo essere stata per poche ore l'amante [cani, indesiderabili oltre oceano, vogliono compiere per far la dote alla figlia orfana d'un loro antico capobanda. del medico e dello studente, sfatata dentro di sé anche la illusione del sesso, si ritrae Un giovane esponente della ghenga, più inclinato verso le donnine che verso i furti, è incaricato dell'operazione, che egli eseguirà soprattutto per accontentare il padre. Ma lo sfaticato, dopo avere affidato a un complice il lavoro più arduo, va a giocare con la sua bella e vince in modo cosi sfacciato da sbancare il Casinò. Quando i rapinatori, usando diabolici congegni, riescono da una grotta sottostante a « succhiare » la cassaforte, la trovano del tutto vuota. Il film ruota su questa situazione, ma non si esaurisce in essa, avendo una « coda » a sorpresa: e cosi tocca, non senza sapore. 1 tasti del paradosso, dell'autoironia, della presa in giro di quelle vicende in cui signoreggia pittorescamente una certa malavita da operetta. Gl'interpreti stanno allo scherzo, come probabilmente vi starà il pubblico: essi sono Ray Danton, Gianna Serra e l'ottimo Jacques Herlin, speleologo-scassinatore. del medico e dello studente, sfatata dentro di sé anche la illusione del sesso, si ritrae fieramente nella propria solitudine, ossia nell'accettazione piena del suo dolore di madre, disperdendo quelle false larve consolatrici non meno inferme di lei. Aiutato da quella brava attrice che è Ingrid Thulin (e fatta apposta per i più ardui temi della femminilità), il film non si può dire che non si esprima tutto, anche perché la tecnica (come già nel Demonio) è provetta e innesta senza sforzo l'onirico nel reale. L'im pressione di una riuscita soltanto parziale non viene dunque dalla fattura del film, ma dal film stesso com'è concepito, in quanto troppo di testa e teatralmente schematico. Un Rondi meno vincolalo ni suoi modelli, meno preconcetto e più sciolto, ci darà di meglio. Fra gli altri interpreti Maria Grazia Buccella, Gianni Santuccio. Luigi Vannucchi e Robert Hoffmann. * * (Metropol) — Anche Layton... bambole e karaté (« Carré de dames pour un as ») non è, tutto sommato, da prendere sui serio, seppure i morti siano parecchi e il criminale da battere non faccia la caricatura al proprio tipo. Contro di lui, ben raffigurato dall'attore Francois Maistre, si scatena l'agente segreto Layton, avendo a collaboratrice una poliziotta che finge di essere la sua amica (e provoca la legittima e manesca gelosia dell'ignara fidanzata di lui). Fra baci e botte la. vicenda, ambientata in Spagna, si sviluppa con l'intervento di altre donne, fra le quali una Sylva Koscina, nel giro dei cialtroni fino a quando costoro non le ammazzano un fratello, ch'ella vorrà vendicare Le pedine del giochetto sono mosse abilmente dal regista Jacques Poìtrenaud, che ha lavorato con più che discreto impegno su una sce neggiatura tratta da un ro manzo di Michael Loggan. Efficace Roger Hanin come « duro » investigatore. Oltre alla Koscina, le altre bambole del * * (Vittoria) — Giuliano Gemma, « faccia d'angelo », torna in questo I lunghi giorni della vendetta, scope a colori di Sten Vance, un western puntualmente all'italiana, ossia condito di sparatorie, morti, sangue e sesso, in fervida mistura. Ted, un innocente condannato a trent'anni di reclusione, evade e torna a Cardtown dove non gli mancano i motivi per darsi da fare: dimostrare la propria innocenza, smascherare l'assassino del padre, punire lo sceriffo corrotto che gli regge il sacco nel malgoverno della città e nel contrabbando di armi coi messicani. Anche se la lotta è impari, tutto s'adempie secondo le buone regole. Disinvolto il protagonista, circondato da Francisco Rabal, Gabriella Giorgelli, Conrado Sanmartin: discretamente abili sceneggiatura e regia. |. p (Astor) — St-Vincent e la sua casa da gioco fanno da sfondo a Ballata da un mi liardo, film a colori quasi tut to girato in Val d'Aosta da Gianni Puccini su un soggetto di Walter Navarra alla cui sceneggiatura, oltre al regista, ha collaborato Bernardo Ber¬ tolucci. Il tono della pellicola 1 « carré de dames » sono Cathe- è faceto: la vicenda è imperniata su un colpo colossale ai danni del Casinò de la Vallèe, che certi gangster italo-ameri- rine Allégret, assai somigliante a sua madre che è Simone Signoret, Dominique Wilms, Laura Valenzuela. vice

Luoghi citati: Italia, Saint Vincent, Spagna, Torino, Val D'aosta