Surrealismo e classicità nella pittura di Savinio

Surrealismo e classicità nella pittura di Savinio Surrealismo e classicità nella pittura di Savinio Il novantenne Paolo Bianchi e il giovane Le Voci Uomo di straordinaria intelligenza, musicista, letterato, pittore, scenografo, Alberto Savinio — cioè Andrea De Chirico, fratello minore di Giorgio —, greco di nascita ma figlio d'italiani, morto a sessantun anno nel 1952, sale ora sulla favorevole onda dell'ovunque dilagante Surrealismo ad una fama che la celebrità internazionale del maggior fratello sembrò, mentre viveva, un poco offuscare. Si rivendica, anche oggi a proposito delle 26 importanti opere esposte a Torino nella galleria Gissi, quasi tutte datate fra il 1927, anno della sua prima mostra a Parigi, e il '30, la sua posizione d'antesignano surrealista (vedi prefazione al catalogo), precedente d'un decennio il « Manifesto » d'André Breton. Se mai, si tratta di un'anticipazione puramente letteraria, poetica e musicale, che non riguarda la pittura, da lui particolarmente coltivata a partire dal 1927. Ma il pittore (che il fratello Giorgio giudicò « meno polente e profondo che come scrittore » benché abbia « lasciato opere straordinarie, soprattutto una serie di ritratti... al livello di alcune delle migliori opere del Dùrer») non poteva immaginare e tradurre sulla tela le proprie immaginazioni in modo diverso dal fantasticare del letterato e del musico. Quindi, anche dipingendo, il fantasma surrealistico non poteva non essergli connaturale. Se non che il sedimento classico in lui depositato dai primi tredici anni della sua vita in Grecia rimase — e ben lo si vede da queste opere — una componente insopprimibile di un Surrealismo che giustamente fu definito x italiano », profondamente diverso da quello dei pittori che, da Ernst a Da li a Miro a Tan guy. si riunirono sotto il vessillo di Breton. E' la stessa classicità, la stessa fedeltà a una visione « realistica » delie forme, che sopravvive persino nella metafisica del De Chirico delle Muse inquietanti o dell'Ettore e Andromaca. E il segreto della maglcìtà dei quadri di Savinio risiede appunto nel sem pre presente contrasto fra l'elemento reale, addirittura naturalistico — la natura morta in priiiio piano, la parte di figjjjf ARTI ED ARTISTI Sjj^j figura anatomicamente inipec cabile, l'oggetto veristicamente rappresentato —, è l'Invenzione assolutamente fantastica assurda, arbitraria, paradossa le che dà senso poetico all'immagine strappandola dal realismo di quei particolari. La tecnica, lo stile di Savinio si pongono allora docilmente, spontaneamente al servizio di questa contaminazione geniale da cui nascono stupore, Incanto, inquietudine. La molla dell'irrazionalità surrealistica è scattata, ma non quella dell'inconscio. E la pittura stupendamente sorvegliata, fantasticata anche nel tocco magistrale del pennello e nell'estrosità sorprendente del colore, non di rado giunge ai capolavoro. * * Se non il decano, certo Paolo Bianchi è fra i due o tre più anziani pittori torinesi: compirà in agosto i novant'anni, che festeggia con una fitta mostra alla « Cassiopea » di Palazzo Cavour. Egli conserva la cassetta dei colori di Reycend, che fu per breve tempo suo maestro, e qualcosa, a tratti, della delicatezza dèi poetico ottocentista che diceva: «La natura è sempre delicata », si ritrova nella sua pittura. Ma, larga i:n palmo, una vedutina di Chiomonte datata dell'anno scorso, pare — per la pennellata larga, sintetica, ardita — dipinta da un giovane; ed è il piccolo capolavoro della mostra che va visitata col rispetto che si deve a un vecchio artista ancora fiducioso nel proprio lavoro. * * Studente d'architettura, musicista, poeta, pittore, Luigi Le Voci espone dipinti ad olio e rapidi, spiritosi disegni macchiati d'acquarello e d'inchiostro, alla galleria Bodda di ia Cavour 28. Basta un'occhiata in giro per accorgersi della tensione lirica che spiritualizza ogni pensiero e ogni atto di questo giovane coraggioso ed entusiasta, presentato affettuosamente dal suo professore alla Scuola d'Architettura, Enrico Pellegrini. Figurativo per convinzione, egli trasfigura il dato reale con una libertà interpretativa che porta le sue immagini ad una piena attualità di gusto. mar. ber.

Luoghi citati: Chiomonte, Grecia, Parigi, Torino