Nigrisoli in libertà chiedono i difensori

Nigrisoli in libertà chiedono i difensori Processo d'appello a Bologna Nigrisoli in libertà chiedono i difensori Se la Corte accogliesse la tesi di nullità totale, riproposta oggi, il medico condannato all'ergastolo per uxoricidio dovrebbe essere scarcerato DAL NUSllìO INVIATO Bologna, lunedì mattina. 71 dott. Carlo Nigrisoli com^are stamane dinanzi a que*"1 Corte dAssise dAppello , - e . per il riesame del processo che il 15 febbraio 1965 si concluse con la condanna all'ergastolo: com'è noto, la giuria di primo grado l'aveva ritenuto colpevole di avere ucciso la moglie, Ombretta Galeffl, il 111 marzo 1963 con una iniezione di sincurarina, il potente veleno a base di curaro sintetico, usato dagli anestesisti in sala operatoria. L'attuale processo avrebbe dovuto cominciare dodici giorni orsono, ma, per la contemporanea malattia del P. G., dott. Sangiorgi, e di uno dei difensori, il prof Giacomo Dentala, è stato rinviato a oggi. L'udienza del 15 febbraio è stata dedicata esclusivamente alla questione del rinvio, nondimeno gli altri difensori, avvocati Perroux. Laudi e Vecchi, per dimostrare l'impossibilità d'affrontare il dibattimento in assenza del prof. Delitala, hanno preannunciato che questo patrono dovrà sviluppare tesi di contenuto « procedurale costituzionale ». Si è accennato in che cosa consistano tali tesi: tutto il caso Nigrisoli sarebbe da riesaminare da capo, rinviando addirittura gli atti al giudice istruttore, il quale dovrebbe ricominciare da zero, come se nessuna indagine fosse mai stata compiuta dal 15 marzo 1963, quando venne formulato il sospetto che Ombretta fosse stata avvelenata dal marito. Se questa tesi dovesse essere accettata, il dott. Carlo Nigrisoli verrebbe scarcerato per decadenza di termini. Secondo i difensori la completa nullità dell'istruttoria e, conseguentemente, del primo processo sarebbe da attribuirsi al fatto che, violando i diritti della difesa, le perizie anato- mfspvmtvtlPsmc , o i i - mo-patologica e tossicologica furono ordinate dal P.M. dr. Leoni senza che i difensori fos sero messi in condizione di indicare i consulenti tecnici di parte. La questione fu solle vaia già in precedenza, al termine dell'istruttoria, e duran te il primo dibattimento, ma venne respinta con la seguente argomentazione: è vero che le perìzie furono disposte dal P. M. quando l'istruttoria si svolgeva secondo il rito sommario, ma questo tipo di procedimento durò soltanto cinque giorni, dopodiché, il processo venne affidato al giudi ce istruttore il quale subito in formò «verbalmente, ma ufficialmente » il patrono del Ni grisoli, avv. Carlo Alberto Per roux, che si procedeva con f rito formale e poiché i periti non avevano ancora tncontin ciato il loro lavoro, la difesa se avesse voluto, avrebbe po tuto far valer tutti i diritti dell'accusato. Ma dinanzi alla Corte d'As sise d'Appello i difensori solle veranno anche altre tesi prò cedurali, magari meno ambi ziose, ma di più probabile ac cogliomento. La più interessan te è quella che prende le mos se dalla critica del sistema con cui fu guidato l'altro proces so. Tutti i testi furono senti ti con eccezionale rapidità ed in modo inconsueto: il presi dente, dott. De Gaetano legge va ad alta voce le depisizioni d'istruttoria, chiedendo ai te sti se le confermassero, cosic che ciascuna deposizione si ri duceva per lo più a pochi mo nosillabi ed a qualche breve frase di rettifica e di chiari mento Persino alcuni test chiave, come le due ex-amant dell'imputato, furono sbrigat in pochi minuti. Tutto ciò, so stengono i difensori, avrebb impedito di lumeggiare aspett importantissimi della vicenda Furio FasoJlo

Luoghi citati: Bologna