Arrestato per truffa a poker un nipote del conte Vaselli

Arrestato per truffa a poker un nipote del conte Vaselli Ieri, dai carabinieri di Roma Arrestato per truffa a poker un nipote del conte Vaselli E' Giovanni Vaselli, figlio dell'ex presidente della «Lazio» - Suo nonno è il nòto impresario edile - Il giovane è accusato di aver compiuto altri raggiri spacciandosi per «emissario del Vaticano» Roma, lunedì mattina. Il trentottenne Giovanni Vaselli — figlio dell'imprenditore Mario, ex presidente della società calcistica < Lazio » e nipote del grande impresario edile conte Romolo VaseZZ» — è stato arrestato ieri mattina a Roma, dai carabinieri, per un mandato di cattura emesso dalla Procura della Repubblica. Con un'operazione coordinata fra i Nuclei di Polizia Giudiziaria di Milano e di Roma sono avvenuti, contemporaneamente anche gli arresti di due presunti complici del Vaselli, entrambi dimoranti a Milano: si tratta di Emilio Mocellin, cinquantaduenne, nativo di Caruge (Ginevra), e di Donato Luigi Martini, di 57 anni, originario di Massa Carrara. Tutt'e tre sono imputati di aver compiuto una truffa aggravata ai danni di im due svizzeri, Leo BrodsM e Giovanni Carlo Piota. Secondo l'accusa li truffe sono due, entrambe compiute a Roma. La prima avvenne U 15 luglio 1964 quando i tre invitarono il Brodski a un gioco d'azzardo, U € poker», facendogli credere che le flchee avessero un valore inferiore a quello che lo svizzero scoprì al termine del gioco, quando si accorse di aver perso nella realtà sei milioni e mezzo di lire. ' Il Brodski tuttavia pagò senza protestare. Infatti i tre avevano fatto credere a lui ed al suo amico Piola di essere interessati all'acquisto di aicune proprietà (che i due svizzeri avevano a Ginevra) ad un prezzo vantaggioso per i proprietari: due milioni e 169 mila franchi svizzeri. Per'acquistare inoltre la piena fiducia delle loro vittime, i tre — sempre secondo l'accusa — fecero credere di es¬ I sere in relazione con personalità del Vaticano, per le quali compivano trasporti di oro nei paesi asiatici. Infine, affermando di essere nobili, i tre vantarono la proprietà del palazzo della Rai-tv di via del Babuino: il Mocellin, in particolare, dichiarò di essere dirigente di un inesistente ente Vaticano da lui definito «Aiuti religiosi intemazionali ». . Dopo essere entrati nella fiducia dei due svizzeri, Mocellin, Martini fi Vasèlli compirono la seconda truffa: il, ■ 18 novembre 196^ si fecero prestare venti milioni affermando che servivano per il «momentaneo finanziamento» ■deZ trasporto di una partita d'oro per conto del Vaticano da Bombay a Roma. La somma non fu più restituita ed infine i due svizzeri si accorsero di essere stati truffati e presentarono denuncia. I complici del Vaselli: Donato Luigi Martini (a sinistra) ed Emilio Mocellin

Persone citate: Emilio Mocellin, Giovanni Carlo, Giovanni Vaselli, Leo Brodsm, Luigi Martini, Mocellin