La peste manzoniana come nei «Lager» nazisti
La peste manzoniana come nei «Lager» nazisti La peste manzoniana come nei «Lager» nazisti Le scene del lazzaretto nella penultima puntata dei c Promessi sposi » ricordavano il dramma più recente dell'Europa - Le trasmissioni di stasera « t promessi sposi », settima e penultima puntata: la peste. Il regista Bolchi ha dichiarato che questa parte finale del suo lavoro è stata la più dura. Non vi sono dubbi che egli abbia detto la verità. C'era di che spaventarsi per qualsiasi uomo di teatro all'idea di tradurre in spettacolo la descrizione dell'immane flagello raccontato per pagine e pagine, dove ogni minimo particolare conta e concorre a formare 11 poderoso quadro che nel magistrale alternarsi di brani sorali e di « a solo », conclude il romanzo. Che cosa ha fatto Bolchi? La sola cosa logica e possibile: ci ha dato immagini quasi simboliche, allusive, sapientemente sfumate in un'atmosfera greve, fumosa (qui talvolta eccedendo un po') e quasi irreale dove la tragedia, anche se illustrata a mezzo di poche comparse, assumeva a tratti toni allucinanti. II racconto condensava anche ieri sera una vasta materia dove comunque erano presenti tutti gli episodi importanti. In primo piano, Renzo: di ritorno al paese natio e nel suo colloquio con Don Abbondio e poi a Milano alla ricerca di Lucia .nella città desolata percorsa da carri Si morte e da monatti (a questo punto la famosissima scena della madre di Cecilia), sino al suo arrivo al lazzaretto dove ritrova padre Cristoforo ed assiste all'agonia di Don Rodrigo che, tradito dal Griso, è stato buttato su una branda sudicia tra 1 moribondi. Le scene del lazzaretto erano le più suggestive. Sarebbe troppo facile definirle eccessivamente costruite. Non sappiamo se volontariamente o no, ricordavano immagini di un dramma a noi vicino, più cupo, più disperato: quello dei campi di sterminio nazisti. * * I programmi di stasera: sul Nazionale dopo «Tv 7», lo spettacolo musicale che ha bene esordito lunedi scorso e un telefilm. Sul Secondo Canale L'orfana senza sorriso, lacrimosa pellicola con Greer Garson e «Cronache del cinema e del teatro ». * * « Tv 7 », brillante e vigorosa rubrica che purtroppo nelle ultime settimane ha perduto un po' del suo smalto, annuncia cinque servizi; i più interessanti dovrebbero essere quello da Vienna di Zavoli che ha intervistato ir card. Kòenlg sui rapporti tra le Chiese cristiane ed i non credenti; di Demetrio Volclc da Berlino sulle reazioni dei tedeschi al film « Gatto e topo » uscito in questi giorni preceduto da vive polemiche ed in cui recita il figlio di Willy Brandt e « Rapina a mano armata », di Vittorio Mangili sugli ultimi episodi di criminalità ed il traffico clandestino delle armi. Alle 22: « Solo . musica », seconda puntata. Lo spettacolino è esile ma garbato, offre mezz'ora di canzoni e ritmi scelti con gusto tra il meglio del repertorio leggero e del jazz. Ospite d'onore di stasera Iva Zaniccbi che dopo il successo di Sanremo è diventata come il prezzemolo: c'è dappertutto. Equivoci a non finire 'nell'odierno episodio de «L'adorabile strega», alle 22,35: serie di film non troppo banale, di discreta fattura. * * Sul secondo, alle 21,15: « L'orfana senza sorriso », film del '53 del regista Jean Negulesco. Vi si racconta la patetica storia, naturalmente a lieto fine, di una povera bambina senza famiglia, ingiustamente accusata di piromania. Grosso puntello del film Greer Garson e Walter Pidgeon, coppia di ferro hollywoodiana in un certo tipo di commedtole di stampo casalingo molto in voga negli anni cinquanta. Volendo ricordarli si poteva però scegliere tra film migliori e più indicativi del loro ottimo mestiere." z' m. a. Paola Pitagora (Lucia)
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