I primi testimoni scagionano Guido Bergamelli «I giorni della rapina non si mosse dal paese»

I primi testimoni scagionano Guido Bergamelli «I giorni della rapina non si mosse dal paese» L'indagine sul "colpi,, alle banche di Ciriè e di Alplgnano I primi testimoni scagionano Guido Bergamelli «I giorni della rapina non si mosse dal paese» Da ieri il magistrato inquirente è a Pradalunga (Bergamo) per controllare l'alibi del sospettato - Il parroco afferma: «Per parecchi mesi non è passato giorno senza che io lo incontrassi» - Un commerciante dice: «Ricordo bene. Il 16 gennaio venne nel mio negozio a comprare salami. Non ne avevo più e dovetti ordinarli. Ecco la data nei miei registri» - Ascoltati anche tre parenti dell'indiziato, una signora, un falegname e la guardia municipale - Oggi l'interrogatorio della moglie e di altri testi (Dal riostro inviato speciale) 1 Bergamo, 21 febbraio. Sono stati interrogati oggi dal magistrato i testi che affermano di avere visto Guido Bergamelli a Pradalunga il 1S e il 16 gennaio. Il 16 gennaio è il giorno delle rapine alle banche di Ciriè e di Alpignano, il 13 gennaio è la data indicata dall'accusatore Francesco Bonoldi, ex compagno di carcere del Bergamelli: egli afferma di avere visto l'italo-fruncese, verso le SS, al ristorante « Città Giardino » di Torino. L'accusato nega di avere partecipato alle rapine e di essere stato a Torino il giorno 13. Ha offerto alibi, il Sostituto Procuratore è venuto da Torino per controllarli. Si può dire ohe oggi è stata una giornata positiva per Bergamelli. Tutti i testi interrogati gli sono stati favorevoli. 1 suoi alibi sono stati confermati: da alcuni in modo preciso; da altri in maniera un po' sfumata come può essere il ricordo di cose, apparentemente senza importanza, accadute quaranta giorni prima. Gli interrogatori sono avvenuti nella sala conciliare del municipio di Albino, cittadina vicina a Pradalunga. Il primo teste è stato il parroco, don Bianchi. Per il segreto istruttorio, non si sa che cosa egli ha detto al magistrato. A noi ha confidato che Bergamelli, dall'estate scorsa quando abita a Pradalunga, tiene una condotta esemplare, esce soltanto con la moglie, non è mai andato più lontano di Bergamo. Non può essere preciso sulle date del 13 e del 16 gennaio perché, dice, non ha un riferimento esatto per questi giorni. « Ma credo — aggiunge — che non sia passata giornata, da parecchi mesi a questa parte, senza che io lo abbia incontrato ». E' poi stato interrogato il falegname Luigi Carraro, che ha testimoniato per l'alibi del 13 gennaio. E' sicuro sulla data, perché il giorno prima vi fu un funerale, e a Pradalunga — piccolo centro — le sepolture sono avvenimenti rari e che si ricordano. E sono annotati sul registro della parrocchia. Quel giorno il Carrara andò a fare una riparazione in casa del Bergamelli e vi rimase fino alle 19. Aggiunge che l'accusato zoppicava per una distorsione alla caviglia. Altri testi hanno confermato oggi che Guido Bergamelli in quei giorni non usciva di casa ed era claudicante/ perché si era infortunato scendendo lungo una mulattiera. Abbiamo già detto che la testimonianza del falegname conferma solo parzialmente l'alibi del giorno 13, poiché l'accusatore Bonoldi sostiene di avere visto Bergamelli a Torino dopo le SS. Tuttavia la dichiarazione del Correrà viene considerata assai favorevole per l'accusato. La- signora. Giuseppina Pie cinini ha confermato che Bergamelli si era fatto male alla caviglia in montagna: non sa dire il giorno, ma è certa che l'accusato era a Pradalunga il giorno 13 (lo ha incontrato verso mezzogiorno) e che zoppi cava dolorosamente. Ricorda che l'indomani è andata a fare la spesa per lui, essendo egli costretto a letto e dovendo la moglie assisterlo. Il teste-chiave è stato il negoziante Battista Moioli. Abbiamo già detto perché egli sicuro di avere visto Bergamelli tra le 8,30 e le 9 del giorno 16. (Per comprendere l'importanza di questa affermazione, ricordiamo che alle 8,30 di lunedi 16 i rapinatori si fermarono al distributore di benzina di Borgaro per fare benzina) Il Moioli è sicurissimo della data perché Berga melli quel giorno gli ordinò dei salami: il negoziante non li aveva, dovette commissio narli al salumifi o Azzola dì Bergamo. Il MoioU ha la cop pia della commissione, con la data. Il titolare del salumi ficio sarà ascoltato domani Il signor Moioli ci dice che sgeccrif sicuro dell'innocenza del Bergamelli, quando seppe che egli era sospettato delle rapine del 16 gennaio, telefonò ai carabinieri per offrirgli l'alibi. I carabinieri gli dissero di rivolgersi alla questura di Milano, che aveva in mano il caso. Il Moioli telefonò e gli risposero che sarebbero venuti presto ad interrogarlo su questo importante punto difensivo. «Ma — aggiunge il commerciante — non è mai venuto nessuno». Sono stati interrogati oggi anche i parenti Samuele, Angelo ed Eugenia Bergamelli, qualcuno — come il cugino Samuele — un po' incerto ed impreciso, anzi sembra che abbiano dovuto aiutarlo a ricordare, e ciò può avere dato un'impressione non troppo favorevole. Uno dei testi ha detto di avere sempre visto Bergamelli tutte le sere. «Anche il 13 e il 16 gennaio?» gli è stato chiesto. «Non so niente del 13 e del 16 — ha risposto Quando dico tutte le sere, vuol dire tutte le sere, nessuna esclusa. Veniva a vedere la televisione, se non fosse venuto una volta, me ne ricorderei e lo direi». Ancora un teste: Silvio Carrara, guardia comunale. Subito dopo le rapine, i carabinieri lo incaricarono di controllare se Bergamelli era rimasto in paese il giorno 16. Il Carrara non trovò il Bergamelli, ma interrogò i vicini che gli confermarono la sua presenza in paese per quel giorno. Do mani il magistrato ascolterà altre persone, tra le quali la moglie di Guido Bergamelli. Giuseppina Piccinini, che ieri-ha'1 testimoniato 'fa' vore di Guido Bergamelli