Alle radici del socialismo italiano

Alle radici del socialismo italiano RIAPPARE IL "MAZZINI E BAKUNIN,, DI NELLO ROSSELLI Alle radici del socialismo italiano Scritto quarantanni fa dal ventiseienne allievo di Salvemini, il saggio conserva piena validità - Il giovane Rosselli fu tra i primi ad intuire che, con la morte di Mazzini, si apriva una nuova fase del movimento operaio: «l'età delle ire» A quarantanni dalla prima elisione, Einaudi ripubblica i.l Mazzini e Bakunin di Nello Rosselli II libro del ventiseienne studioso fu allora salutato dagli storici come la rivelazione, la scoperta di un mondo nuovo: il mondo degli artigiani, operai, contadini, del primo movimento operaio italiano dal 1860 al 1878. L'opera nacque per suggerimento e incitamento di Salvemini: che molti anni dopo avrebbe ricordato il suo primo incontro del 1980 (* in una di quelle giornate primaverili fiorentine, quando l'aria è trasparente come cristallo e quasi le foglie degli ulivi sulle alture di Fiesole si distinguono da Firenze »; con l'adolescente dalla carnagione rosea e dagli occhi azzurri. L'esigentissimo maestro costrinse l'allievo a tre successive stesure della tesi di laurea, da cui poi nacque il libro. Nel quale a rileggerlo oggi, ritroviamo un acerbo sapore di primavera, per la sua inalterata freschezza e anche per le sue incompiutezze. E ritroviamo anche, evidente, l'impronta di Salvemini: di alcune pagine del suo vecchio saggio su Mazzini, dei suoi giudizi su Cattaneo, del suo fastidio per le discussioni astratte sulla politicità o apoliticità delle associazioni operaie e del suo interesse per le « questioni di indole pratica » te forse anche, a proposito' del positivismo di Cattaneo, qualche traccia degli studi che allora stava conducendo un congiunto di Rosselli, Alessandro Levi) Del tutto nuovi, nella storiografia di quegli anni, i temi essenziali del libro: la storia delle società operaie fsviluppatesi prima di tutto in Piemonte e in Liguria, nel decennio cavouriano), dei lo ro rapporti con Mazzini e Garibaldi, delle condizioni economiche e sociali delle classi lavoratrici negli anni '60 e specialmente nel diffi Cile biennio 1868-69, quando divampò la rivolta contro la tassa sul macinato, delle ripercussioni che ta Comune di Parigi ebbe in Italia, e dell'opposto atteggiamento — di simpatia nell'uno, di avversione nell'altro — che Garibaldi e Mazzini assunsero di fronte ad essa, del distacco dei giovani da Mazzini e del loro entusiastico accostarsi a Bakunin e al programma dell'Internazionale. Molte pagine di quest'opera giovanile (da « pioniere », come riconobbe il Maturi) nella cui scia tante altre fruttuose ricerche sono state condotte nei decenni seguenti fi.no a oggi, si leggono ancora non solo con diletto, ma con profitto: specialmente quelle sull'ambiente sociale nelle clttàjs nelle campagne, e sulle prime lotte rivendicative. Se convenzionali, e più psicologici che veramente storici, ci appaiono taluni giudizi di Rosselli (come quelli su Marx, ad esempio), ingiusta ci sembra l'accusa di « acrimonia» mossa a questo libro da Gramsci in una lettera dal carcere. Ci sembra piuttosto di dover consentire con Salvemini, che vi notava serenità e umanità, e {'«onesto desiderio di comprendere i fatti per quel che erano e non per quanto lo studioso avrebbe voluto che fossero». Si può dissentire da talune interpretazioni — oggi insoddisfacenti —, ma non disco nascere il costante sforzo di obiettività, di penetrazione psicologica e storica, e quel composto equilibrio della mente che si rifletteva nella scrittura limpidissima, e, co me notò il Morandl, in quel « gusto superiore che è poi la misura del vero storico». Nella succosa prefazione al l'attuale ristampa, Leo Valia ni addita molto bene, accanto ai pregi, le lacune di questo che à ancor oggi «un testo di .consultazione obbligatoria». Dopo. gli studi di Elio Conti, Gastone Manacorda. Franco Della Perula, e specialmente di Aldo Romano (la cui Sto ria del movimento socialista In Italia è uscita di recente in nuova edizione presso La terza) e dello stesso Valianf, appare chiaro che sui primi circoli internazionalisti italiani influì, prima ancora di Bakunin. il pensiero di Pisa cane, e che il nostro incipiente movimento socialista, e la stessa predicazione bakuni ninna vanno esaminati alla luce delle influenze di Proudhon, di Berzen, della rivolta polacca del 1863, e di tut te le varie correnti rivoluzio nane europee dell'epoca. Ma il libro di Nello Rosselli resta un punto fermo della nostra storiografia, o, meglio ancora, un punto di partenza. Anche perché l'autore possedeva, con l'equanimità dello spirito (che gli faceva comprendere non solo la grettezza e il troppo placido con servaiorismo dei moderati al potere, ma anche i loro prc gi morali e la sagacia am mintstrafiva; non solo i'apo statato di Mazzini ma anche il suo « tono sacerdotale » le sue astrattezze, e così per ogni altra corrente o uomo politico), un senso acuto del primo germinare e del divenire delle forze storiche Per questo fu tra i primi a in tuire l'importanza di Bigna mi, Malon e della Plebe di Lodi; « la prima pietra di un grandioso edificio, che sarebbe sorto ventanni più tardi il partito socialista italiano» Il libro si chiudeva con la morte di Mazzini Rosselli sentì che quel momento, nel la nostra storia politica e so ciale, segnava una svolta, un crocevia di decisiva importanza. La sera stessa dei funerali di Mazzini, in un cenacolo di amici, Agostino Bertoni presagiva ohe ora «sarebbe cominciata l'età delle ire», e che pertanto «bisognava far presto», scendere in mezzo al popolo e lavorare per lui. Si apriva una nuova fase del movimento operaio. Nello Rosselli si proponeva di scriverne la storia, fino all'alba del Novecento. Glielo impedirono i sicari del fascismo, trent'anni fa. E come studiosi e come italiani, ancora non sappiamo darcene pace- A. Galante Garrone NELLO ROSSELLI: Mazzini Bakunin Dodici anni di movimento operaio in Italia (1860-1812) - Einaudi, 1987 pagine 368. lire 1500.

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