Una sedicenne si getta sotto il treno ad Asti dopo un rimprovero perché è rincasata tardi di Remo Lugli

Una sedicenne si getta sotto il treno ad Asti dopo un rimprovero perché è rincasata tardi mmm Penoso dramma maturato In un clima d'Incomprensione Una sedicenne si getta sotto il treno ad Asti dopo un rimprovero perché è rincasata tardi Aveva perso il padre cinque anni fa e viveva con la madre, tre fratelli e il patrigno - Frequentava i capelloni, non aveva molta voglia di lavorare ma ripeteva: «Non faccio niente di male» - Domenica notte rientra tardissimo e viene percossa e sgridata - Ieri mattina scrive un biglietto al fidanzato : « Non sono degna di te. Ti lascio e un giorno ci rivedremo » - Poco dopo si fa stritolare dal diretto Roma-Torino Indagini della polizia per un'accusa della ragazza al patrigno: «Mi ha usato violenza quando avevo appena 11 anni» - L'uomo nega o o e (Dal nostro inviato speciale; Asti, 21 febbraio. Una ragazza di 16 anni, capellona, si è gettata sotto il treno dopo eBsere stata percossa dal patrigno e rimproverata dalla madre perché era rincasata tardi la notte. L'episodio che ha preceduto la tragedia non era il primo del genere, ma uno dei tanti che davano un tono di amarezza e di rancore alla vita familiare: da una parte la ragazzina ribelle, dall'altra la madre e il patrigno che cercavano di riportarla nella normalità. La sventurata che ha perduto la vita è Rosanna Amabile Viola, veneta, nativa di Correzzolo in provincia di Padova, abitante in via Balbo 18. Era bruna, occhi nerissimi, capelli corvini lunghi fin sulle spalle. Bella, dicono 1 coetanei che le erano amici. Iscritti come lei al «Club Abramo, circolo del beat». Il dramma di oggi ha radici lontane, bisogna ricordarle per Inquadrare meglio 1 fatti. Cinque anni fa il padre di Rosanna, Giuseppe Viola, mori in un incidente motociclistico. Era manovale e ave va 37 anni.. La madre, Maria Rossi, oggi trentottenne, rimase poco tempo senza compagnia. Aveva tre Agli, Rosanna, Fortunato che porta il suo cognome e ha ventanni (è mi litare a Udine) e Renza di 9 anni. Si uni con Luigino Ferretto, anche lui manovale e veneto, più giovane di lei di dieci anni. Da allora convivono come marito e moglie hanno avuto anche 'ina bambina, Nadia di 3 anni; non si sono mai sposati perché lai donna non vuole perdere la pensione del marito Rosanna, dunque, i- mesciuta in una casa non più completamente sua, di fianco alla madre che aveva delle attenzioni per 1 figli ma ne aveva anche, logicamente, per 11 suo nuovo compagno; è cresciuta sotto la sorveglianza di questo uomo che faceva le funzioni di patrigno e che cercava di ottenere con la rigidezza dei modi l'obbedienza che un padre vero avrebbe ottenuto con l'affetto. Il clima si arroventa negli ultimi mesi: i capelli della ragazza si fanno sempre più lunghi e anche le sue assenze da casa, la sera, si prolungano. La sgridano, le danno qualche schiaffo, lei risponde che non fa niente di male, va con 1 capelloni, nel nuovo Club Abramo. Il lavoro sembra che non le si addica molto: prima è commessa in una tabaccheria, poi va a fare l'operala In una industria tessile. Ma fa parecchie assenze, un po' perché è esaurita, un po' perché, tornando a casa tardi la sera, l'indomani mattina si attarda a letto. A dicembre la licenziano. In casa le liti sono frequenti. La madre le dice In chiare parole che per vivere bisogna lavorare e che anche lei per stare In famiglia dovrebbe portare a casa almeno mille lire al giorno. Rosanna fa domanda per entrare in un altro stabilimento tessile. La chiamano per ' una prova di due giorni La sedicenne Rosanna Amabile Viola morta ad Asti: a destra la madre ed il patrigno della ragazza (f. Moisio) poi non se ne sa più nulla.-Non lavora, ma continua a frequentare il club dei beats e In particolare Il fidanzato, Luciano Prevarin, 21 anni, manovale, che del club è 11 presidenteLa sera di sabato scorso Rosanna esce come al solito. Con il fidanzato si unisce a un'altra coppia di giovani che hanno l'automobile, vanno a Calamandrana, per ballare, ma là non si balla; allora si dirigono verso Torino, si fermano in un bar sulla statale. Racconta il Prevarin: «Non so neanche che paese fosse, siamo stati fino a tardi a far suonare il juke-box, saremo tornati alle tre ». Per la madre e il patrigno l'orario è Invece diverso: quas1 le cinque. Alle nove c'è lo scontro con il patrigno che le dà qualche schiaffo. La ragazza scappa, si rifugia a casa del fidanzato. Questi dice: « Aveva un occhio gonfio, diverse abrasioni al viso e alle mani. Siamo andati in questura a denunciare le percosse e la polizia ci ha mandati all'ospedale per la medicazione. Il certificato che è stato rlla sciato a Rosanna fissava la guarigione i x cinque giorni ». I giovani tornano alla polizia a portare il documento e la ragazza, raccontando le sue sventure presenti, aggiunge un particolare del passato, gravissimo. Dice che il convivente di sua madre, cinque anni prima, quando entrò a far parte della sua famiglia e lei aveva undici anni, le usò violenza. La dichiarazione viene messa a verbale In attesa di accertamenti. Nel pomeriggio di domenica i due fidanzati vanno a ballare; la sera lei rincasa ad un orarlo decente. L'indomani la polizia manda a chiamare Rosanna e sua madre per interrogarle sulla denuncia presentata 11 giorno prima. La giornata si conclude senza alcun fatto eccezionale. Si arriva a stamattina. Alle 9 la ragazza esce, va a casa del fidanzato. Racconta 11 Prevarin: «Ero a letto e ho sentito che parlava con mia sorella, in cucina. Le ho detto che facesse la brava, che tornasse a casa ad aiutare sua madre. Mi ha salutato attraverso la porta. Mi sembrava una voce normale. E invece era il suo ultimo saluto ». Il Prevarin ha un groppo in go la. Si libera un occhio dalla lunga chioma ' bionda che gli invade il viso; nella mano destra ha un anello in similoro e due d'argento, altri due lì ha nella mano sinistra. « Che disgrazia — dice —. Se avessi intuito ohe voleva uccidersi gliel'avrei impedito ». Senza farsi vedere dalla sorella del fidanzato, la ragazza depone sul tavolo un biglietto: «Non son degna di te. Ti lascio e un giorno ci rivedremo ». Corre verso il cimitero, ne percorre il lungo viale, si inoltra per la campagna bianca di neve sulla strada che va alla località S. Spirito. Poche case isolate, il ponte che passa sulla ferrovia Asti-Torino, silenzio. Rosanna scende per la scarpata che porta ai binari, 1 suol piedi affondano nella neve - che è alta ancora una trentina di centimetri. Si nasconde dietro uno dei pilastri)! in attesa. Sono le 10,36. In stazione, a un chilometro e mezzo di distanza, sta partendo il diretto Roma-Torino. Poco più di un minuto poi 11 treno è in vista. Ta ragazza sbuca di colpo da dietro la colonna, si getta in mezzo alle rotale. Il suo corpo viene maciullato in una maniera orribile e i resti si spargono su un tratto di cento metri. Il macchinista frena, scende, fa telefonare da un vicino posto di blocco per avvertire la polizia ferroviaria. Una sosta brevissima e II treno riparte. L'identificazione del corpo avviene attraverso una ricetta medica che la ragazza aveva in una tasca del cappotto. A mezzogiorno sono tutti avvertiti: la madre, H patrigno, il fidanzato. Nel pomeriggio tutti e tre sono stati interrogati in Questura, specialmente la madre e il patrigno relativamente all'accusa di violenza fatta domenica dalla ragazzina all'uomo. Ma il Ferretto ha negato recisamente dicendo che si trattava senza dubbio di una fantasia di Rosanna o di una sua vendetta perché lui la rimproverava. Di questa tragica vicenda la polizia invierà alla magistratura un particolareggiato rapporto. Remo Lugli