Indagine su due punti intervento chirurgico e assistenza successivo

Indagine su due punti intervento chirurgico e assistenza successivo il bimbo morto dopo un9operazione ali9appendice Indagine su due punti intervento chirurgico e assistenza successivo II magistrato ha interrogato il chirurgo, che l'altro giorno aveva dichiarato: «E' stata un'operazione assolatamente normale» - Invece, secondo l'autopsia, ci .sarebbe stato un incidente dovuto a fatalità - « Non è affatto vero — riconferma il medico — forse ha ceduto un laccio, ma dopo l'intervento » L'istruttoria per la morte di Giorgio Ferro, il bimbo di cinque anni ucciso da un'emorragia alla clinica San Paolo, dopo l'asportazione dell'appendisi è aperta. I quattro medici, le due suore e le tre infermiere chiamati in causa non sono per ora in stato d'accusa. Tuttavia sono stati invitati a scegliersi un difensore, che li assista nel corso del procedimento e intervenga nella scelta del « consulenti tecnici » che dovranno discutere l'autopsia effettuata dai periti nominati dai Tribunale, 11 prof. Olili e il prof. Pontrelli. Il magistrato dovrà chiarire due diversi ordini di responsabilità: uno concerne l'intervento operatorio, il secondo la mancata assistenza successiva Sul primo, ieri è stato ascoltato il chirurgo prof. Nino Masera, che ha indicato come difensore l'avv. Vittorio Giulio. Il magistrato gli ha chiesto di descrivere dettagliatamente quanto è accaduto in sala operatoria. Il segreto istruttorio copre quanto è stato detto durante l'interrogatorio. L'altra sera, il prof. Masera ci aveva dichiarato: « Un intervento assolutamente normale, come ne faccio quasi ogni gior no. Prima di ricucire la ferita, ho compiuto i consueti controlli per accertare la presenza di emorragie, introducendo tre zaffi di cotone II primo è uscito con qualche lieve macchia di sangue, il secondo intriso di siero, il terzo perfettamente pulito Ho suturato tranquillo » A quanto pare, l'autopsia avrebbe però indicato che un incidente ci fu. Il chirurgo, per non lasciare una cicatrice vistosa sull'addome, ha praticato un taglio minuscolo e per re cidere l'appendice ha dovuto estrarla attraverso io strettissimo varco Cosi facendo, avrebbe però prodotto una lacera zione del peritoneo. Accortosene, l'avrebbe suturata con due punti di «catgut». Il filo di origine animale usato in chirurgia. Durante l'esame necroscopico, questi due punti sarebbero stati ritrovati. « Non è possibile — dice il prof. Masera — non c'ò stata alcuna lacerazione. Ho reciso delle " lacinie ", delle frange peritoneali che avevano aderito alla appendice. Ma bisogna farlo nel cinquanta per cento dei casi, è un'evenienza comunissimo ». L'autopsia avrebbe escluso che siano stati lesi dei grandi vasi sanguigni, come l'arte- ria addominale: l'emorragia deve essere stata un lento stillicidio attraverso i capillari. « Non posso pensare — dice il prof. Masera — che al cedimento di un laccio ». Sull'intervento chirurgico, il magistrato Interrogherà nei prossimi giorni l'anestesista dott. Luigi Saracco e la u strumentista » Eugenia Negri, l'infermiera che in sala porgeva I ferri al prof. Masera. In ordine alle responsabilità per l'insufficiente assistenza dopo l'Intervento, saranno Invece ascoltati il dott. Aldo Barozzi, direttore e proprietario della clinica, la dottoressa che era di guardia, Teresa Bignante. le caposala suor Santina, al secolo Leocadia Soldi-ini, e suor Luisa, al secolo Luisa Merli, con le Infermiere Maria Volpatti e Gina Guerinoni. Tutti hanno indicato come difensore l'avv. G. B. Rocca. Ieri è stata notificata il dott. Barozzi l'ordinanza dì chiusura della clinica S. Paolo. Alcuni malati che avevano finito il loro periodo di degenza, sono tornati alle loro case. Come si è detto l'ordinanza impone al dott. Barozzi di dimettere i pazienti giunti al termine della cura e di non accettarne altri per tre mesi. — A mezzogiorno di ieri la signorina Giorgina Catorsi li re cava a fare visita alla titolare della pasticceria di cui è com messa, Sandra Raimondo in Martinetto, di 40 anni, domici Hata in corso Peschiera 302. Da due giorni la signora, ammalata, non usciva di casa. La com messa aveva le chiavi, apriva e veniva investita da una violen ta zaffata di gas. La Martinetto era stesa in cucina; sul tornei lo c'era un pentolino e il gas defluire da! rubinetto aperto. Una disgrazia. La signora è slata trasportala al Centro rianimazione delle Molinette e riverata con riserva di prognosi t