Ritorna libera la sposa di Torino cha al bar tantò di uccidere il marito

Ritorna libera la sposa di Torino cha al bar tantò di uccidere il marito Ritorna libera la sposa di Torino cha al bar tantò di uccidere il marito L'episodio avvenne nell'agosto 1965 in via Vigliarli - La rivoltella si inceppò, i colpi non partirono - La donna, ventisettenne, fu condannata a 4 anni in Assise: ora l'appello le ha concesso il condono; fra pochi giorni sarà scarcerata La sposa di Torino — Ma-l ria Totaro di 27 anni, abitante in via della Rocca 12 — che il 10 agosto 1965 tentò di uccidere il marito a rivoltellate, tra pochi giorni tornerà in libertà dopo avere scontato la pena. La sentenza di primo grado, che la condannò a 4 anni dì reclusione, è stata infatti ridotta ieri dalla Corte d'Assise d'appello a 3 anni e mezzo col condono di due. Al processo non sono più comparsi il padre dell'imputata, Francesco di 60 anni, manovale, e il marito, il trentenne Giuseppe di Leo, negoziante di frutta e verdura: il primo era stato accusato di lesioni nei confronti del genero; questi di violazione agli obblighi di assistenza familiare. Nei loro confronti è stato applicato il recente provvedimento di clemenza e quindi non sono ricorsi in appello. La vicenda di Maria Totaro, madre di tre figli, è colma di litigi e di incomprensione. Il marito, secondo quanto alter ma la donna, non ha mai avu to una occupazione stabile e «spesso noti lavorava per frequentare i bar e gli amici ». Nel 1961 il Di Leo è andato a convivere con una donna di 32 anni, dalla quale ha avuto due tigli. La Totaro, rimasta priva di aiuto, è stata allora accolta in casa del padre. Il 10 agosto 1965 la Totaro si è recata dal marito, che sapeva frequentatore di un bar di via Vigliani, decisa a chiedergli del denaro per i figli. Il padre l'ha accompagnata. Il Di Leo li accoglie in malo modo. La Totaro estrae dalla borsetta una pistola automatica, la punta sul marito, preme ripetutamente il grilletto: ma l'arma è inceppata, non spara. La donna viene immobilizzata; il padre si scaglia sul genero e lo ferisce a una mano con un coltello. Vengono entrambi arrestati/ Là giovane ha sostenuto: « Non volevo ucciderlo, ma soltanto spaventarlo». Il P.G. dott. Repaci ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado. I difensori, avv. De Marchi e Papa, si sono battuti per ottenere una riduzione di pena. La Corte (pres. Ottello; giud. rei. Del Pozzo; cane. Quaglia) ha accolto questa tesi condannando l'imputata a 3 anni e 6 mesi e 20 giorni: tra due settimane Maria Totaro potrà riabbracciare i suoi figli, dato che le sono stati condonati due anni e che la differenza l'ha già scontata. a. n. Maria Totaro ieri in Corte d'Assise d'Appello a Torino

Luoghi citati: Torino