Assistono al processo di Anna Frank stringendo commossi il suo «Diario» di Gigi Ghirotti

Assistono al processo di Anna Frank stringendo commossi il suo «Diario» J giovani else affollano il tvinwtnaio di Monaco Assistono al processo di Anna Frank stringendo commossi il suo «Diario» Gran parte del pubblico è formata di ragazzi: nelle loro mani, lo struggente volumetto della piccola ebrea morta ad Auschwitz si leva verso gli imputati come un'implacabile accusa - I tre nazisti fecero deportare centomila ebrei olandesi (soltanto 319 si salvarono) - Il P.M. nel chiedere miti condanne dichiara: «Non potevano opporsi agli ordini. E poi il tempo ha cambiato questi uomini; oggi essi sono spiritualmente molto diversi da quegli anni » (Dal nostro inviato speciale) Monaco di Baviera, 15 febbraio L'aula è grande, tutta foderata di legno chiaro, con enormi flnestroni che riversano una luce viva di neve vergine. I flnestroni danno su un parco, deserto e Intirizzito dall'inverno. A mezzogiorno una frotta di bambini appare sui vialetti; tornano da scuola, si rincorrono felici, giocano alle palle di neve. Ma il loro strepito non raggiunge l'aula severa e silenziosa dove si celebra il processo Harster-ZoepfSlottke, più noto come il processo di Anna Frank. C'è un silenzio sospeso nell'aula. Se uno bisbiglia, subito è zittito, oppure allontanato. Giorni fa vi furono schiamazzi, al l'apparire degli imputati. Il presidente fu molto energico nel reprimerli: «Non sono tollerate manifestazioni di nessun genere che possano turbare la serenità del Collegio », ha ammonito. Si gira in punta dei piedi, si trattiene persino il respiro. L'aula è molto affollata: uomini maturi, signore con il colbacco in testa, e molti giovani, per lo più studenti, ma anche operai, con il giubbotto di cuoio. Molti giornalisti, alcuni con il registratore Registratori e microfoni anche sul tavolo dei giudici, degli a.v vocati, del pubblico ministero. La gente siede su poltroncine foderate di finta pelle azzurra: in parte nella platea, a rispettosa distanza dall'emiciclo, in parte su una galleria che — come in un teatro occupa metà della sala. Poltroncine azzurre anche per gli imputati. I quali sono seduti uno accanto all'altro, in un vasto box di legno chiaro Sono tutti e tre militari a ri poso. Il generale dott. Wilhelm Harster, 63 anni, è di carnagione rosea, capelli grigi, taglia vigorosa. Il maggiore Wil helm Zoepf, 58 anni, è un longilineo, dai capelli à spazzola profilo ben disegnato, naso adunco, un'espressione scetti ca e compunta, da filosofo in castigo. La signorina Gertrud Slottke non dimostra 1 suoi eessant'anni; è di aspetto legnoso, veste un tailleur scuro camicetta bianca molto aecol lata, allacciata in cima con un garbato fiocchetto di seta. Il generale e il maggiore assistono immobili, braccia conserte Frdulein Gertrud sembra invece più nervosa. Ogni tanto scrive con la matita di bache lite verde qualche appunto sul block-notes, rivestito di pelle rossa, che tiene a portata di mano sopra alla ba laustra del suo boa;. Tutti e tre appartennero a un corpo mi litare che ha marcato un'or ma nella storia del mondo le SS. Ora quel corpo è disciolto, ma le operazioni in oui rifulse il suo valore sono scritte in milioni di pagine. Prendiamo l'episodio che ha condotto questi tre personaggi a sedere, imputati a piede libero, davanti alla Corte cri minale di Monaco. Si tratta dello sterminio degli ebrei. Il cervello della macchina era a Berlino, ma gli ingranaggi erano In tutti i Paesi dell'Eu ropa nazista. Il generale Wilhelm Harster, oggidì consigliere del governo bavarese in pensione, era alla testa del congegno impiantato in Olanda. Il'suo si chiamava c ufficio Jota;»; alle sue dipendenze girava un congegno minore, l'ufficio «4B4», manovrato dal suo sottoposto, maggiore Zoepf con la collaborazione di Frdulein Gertrud, allora nel flore dell'età e dell'entusiasmo. Tra l'uno e l'altro ufficio, quasi senza muoversi dalla scrivania, Harster, Zoepf e la fedele Gertrud riuscirono a mandare ai campi di sterminio centomila ebrei olandesi in un tempo da primato: nemmeno un anno, dal giugno 1942 al maggio 1943. Tra gli « eliminati » erano moltissimi anziani, e anche vecchi fino a 92 anni, e bambini, naturalmente, ragazzi, adolescenti. Di questi sventurati centomila, soltanto 319 sopravvissero: La signorina Gertrud ha dichiarato alla Corte di non avere mai saputo quale sorte attendesse gli ebrei che essa contribuì a spedire nei vagoni piombati. « Pensavo che fossero mandati a lavorare in qualche territorio dell'Est, riservato alle popolazioni di razza non ariana ». Gli altri due, Harster e Zoepf, hanno invece fatto am pia ammissione. « Lo sapevamo benissimo, ma credevamo che per il trionfo della causa nazionalsocialista bisognasse fare così ». Alla Corte, Harster e Zoepf hanno espresso il loro pentimento. La signorina, allega invece la sua buona fede: « Io non ero solita ascoltare la radio nemica, perciò non sapevo nulla di quanto succedeva a Mauthausen, a Belsen, ad Auschwitz» Come ho detto, 319 persone sopravvissero all'attività dei vari uffici « Jota » e uffici «4B4* e non perché ai tre Imputati fossero mancate le capacità o 11 buon volere. Ma antastocaa daziemdimsi,digichdaprpaFrglatgirorudevegllausreditesediFnczabvgsumqutrcii a e o anche la macchina più perfetta, talvolta, si inceppa: in questo caso fu la guerra a troncare le operazioni, destinate a cancellare il popolo ebraico dalla faccia della Terra. «'iè cose vanno bene! Notizie strepitose! E' stato commesso un attentato alla vita di Hitler, e non da ebrei comunisti o da capitalisti inglesi, ma da un generale tedesco, di pura razza germanica, che conte e inoltre di età ancor giovane. Ciò dimostra che anche i tedeschi vorrebbero mandare Bitter all'inferno al più presto. Purtroppo...». E' la pagina del diario di Anna Frank segnata alla data 21 luglio '44, l'indomani del fallito attentato contro 11 Fiihrer. Tre giorni dopo 11 diario si interrompe. Le SS hanno fatto irruzione nell'alloggio segreto dell'Aia dove Anna Frank viveva segregata con la fami glia, con altri amici ebrei, Isolati dal mondo, senza poter uscire, senza potersi affacciare alla finestra. Tra le migliaia e migliala di pagine che sono state scritte sulle gesta delle SS nella seconda guerra mondiale, il diario interrotto di Anna Frank è il documento più In nocente e più amaro. Se quàl che volta Frdulein Gertrud alzasse lo sguardo verso il pubblico — ma non lo fa mai — vedrebbe che molti di questi giovani, venuti ad assistere al suo processo, stringono tra le mani il diario di Anna Frank quasi come un atto d'accusa, un segno di riconoscimento tra loro e di contraddizione con 11 passato. iiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiMiiiiiiiiiH Chj segnalò alle SS 11 rifugio di Anna Frank — è stato rivelato nel giórni: scorsi — fu uno spione olandese al quale l'ufficio c 4 B 4 » corrispose il prezzo del tradimento: dieci scellini a -testa,, per ogni ebreo catturato Ma la tecnica di Giuda era soltanto uno dei sistemi. Ce n'erano degli altri. Per esemplo si faceva credere agli ebrei che potevano scegliere tra il campo di lavoro e il campo di Mauthausen. Dipendeva dalla loro disponibilità finanziaria. E tanto perché non si facessero illusioni, i rimasti ricevevano talvolta, dal campo di Mauthausen, piccole casse Ulne contenenti le ceneri del loro congiunti, partiti cori -1 treni precedenti, con il nome, il cognome, il timbro e il sigillo delle SS. Chi non aveva nulla da sborsare, aveva la priorità sui treni in partenza. «E la signorina Slottke — ha notato il pubblico mini stero nella sua requisitoria — si adoperò perché molti non avessero più nulla ». Siamo alla requisitoria. Una requisitoria brevissima, due ore appena. In poche udienze ben scaglionate nell'arco di alcune, settimane, il caso Haister-Zoepf-Slottke è stato esaminato e avviato alla conclusione. Domani e dopodomani parleranno i difensori. La sentenza è prevista per il 22 febbraio. Sarà, si può prevederlo, una sentenza di larga comprensione. Il pubblico ministero ha chiesto 15 anni per il generale Harster (ma 8 vanno dedotti dal conto perché l'imputato li ha già scontati In OgZgnb , l o n Olanda, nell'immediato dopoguerra); 10 per l'ex maggiore Zoepf, 9 per frdulein Gertrud. < Avrei voluto chiedere l'ergastolo », dice il pubblico ministero, il dott. Bènedikt Huber, ' un magistrato sulla quarantina, che espone fatti e argomenti con. lùcido grigiore, «.afa gli imputati avrebbero potuto forse opporsi, agli ordini, quando altre personalità, assai più alte in grado, non lo fecerof II tempo ha cambiato questi- uomini. Essi agirono sotto la suggestione dell'idea nazionalsocialista. Gli imputati Harster e Zoepf sono oggi spiritualmente molto diversi da quel che furono in quegli anni; perciò la pena non colpirebbe più te stesse persone che compirono quei misfatti. La con danna non deve essere una vendetta, soltanto ti ripristino del diritto ». Dunque: l'accusatore propo ne una indulgente e inquie tante linea di interpretazione giuridica: lo sdoppiamento di personalità fra l'attuale consigliere di Stato a riposo Harster (1 milione e 700 mila lire di pensione all'anno) e quel lontano generale che in Olanda, 22 anni or sono, mandò al forno crematorio centomila innocenti. E' facile che Harster se la cavi con un castigo poco più che simbolico; e figuriamoci gli altri. La paradossale conclusione è che la Germania ha lasciato passare troppi anni, prima di decidersi a sciogliere i nodi del suo spaventoso passato. Sosteneva la parte civile in questo processo, a nome del psmgRddIt padre di Anna Frank, unico superstite della famiglia, » è di molti' altri sopravvissuti o con giunti di «eliminati», il dott. Robert Kémpner, che fu. uno degli accusatori nel processo di Norimberga, vent'anni fa. Il suo intervento è stato brevissimo. <Ho quarantanni di esperienza giudiziaria sulle spalle.. Ma di frónte all'efferatezza di questi crimini — ha detto Kempner — non sono nemmeno io in grado di sug gerire un castigo adeguato Ammetto che Vimputato Harster ha confessato la sua colpa: con ciò egli ha contribuito a distruggere una vergognosa propaganda, secondo cui gli ebrei sterminati sarebbero sta ti, dopo tutto, soltanto poche migliaia. Per la misura della pena, mi rimetto alla Corte. Debbo soltanto dire che se un bambino si avventura oggi un bosco ed è ucciso da un bruto, per il responsabile di quel delitto non c'è che un castigo: l'ergastolo». Gigi Ghirotti

Luoghi citati: Auschwitz, Berlino, Germania, Monaco, Monaco Di Baviera, Norimberga, Olanda