Un quotidiano di pechino ammonisce «E' possibile un complotto anti-Mao»
Un quotidiano di pechino ammonisce «E' possibile un complotto anti-Mao» Un quotidiano di pechino ammonisce «E' possibile un complotto anti-Mao» Il giornale «La luce» scrive che gli oppositori non si rassegnano alla sconfitta - E conclude: «Bisogna portare fino in fondo la lotta per il potere» Pechino, 8 febbraio. Il giornale dl Pechino La Luce afferma oggi che 1 sostenitori di Mao Tse-tung stanno togliendo ad una ad una le posizioni conquistate dagli antirivoluzionari, ma avverte che gli elementi antl-maoistl potrebbero essere tentati dl ricorrere ad un colpo di Stato attuato con le armi. Il quotidiano afferma che gli anti-maolsti non sì rassegnano alla sconfitta. <La■ borghesia non si arrende mai senza aver cercato di- trarre vantaggi da un'ultima battaglia disperata o da una serie di battaglie y scrive il giornale aggiungendo che la borghesia potrebbe cercare dl riprendere il potere in tre modi: una campagna di c degenerazione nei ranghi dei rivoluzionari proletari grazie ad una ideologia pernicioso come l'economismo o l'individualismo », una rivoluzione - di palazzo, oppure un colpo di Stato con l'aiuto delle armi. La Luce sottolinea in conclusione che è necessario « porfare fino in fondo la presa del potere ». Alcuni manifesti ufficiali fatti affiggere a Pechino dal Comitato centrale e dal consiglio degli Affari di Stato annunciano che le scuole primarie e le prime classi delle scuole secondarie riprenderanno a funzionare dopo le vacanze del « Festival di primavera», che termineranno domenica prossima. Le lezioni in tutte le scuole cinesi sono sospese dalla primavera scorsa. Le scuole saranno amministrate da comitati rivoluzionari dì insegnanti e studenti e le lezioni saranno essenzialmente basate sull'insegnamento del pensiero di Mao Tse-tung. Queste decisioni coincidono con quelle relative alla cessazione delle < lunghe marce » delle guardie rosse. L'ordine diramato a tale proposito precisa che i giovani marciatori potranno servirsi di mezzi di trasporto pubblico se si trovano ad oltre 500 chilometri dai loro luoghi di residenza, altrimenti dovranno tornare a piedi. t'Ansai.
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