Il Genoa con un miliardo di deficit rischia di cadere dalla B in serie C di Maurizio Caravella

Il Genoa con un miliardo di deficit rischia di cadere dalla B in serie C La più vecchia* società calcistica italiana in grave crisi Il Genoa con un miliardo di deficit rischia di cadere dalla B in serie C Impressionanti cifre sulla diminuzione degli spettatori - Il nuovo allenatore Tabanelli critica gli errori commessi dal precedente trainer Ghezzi - Questi risponde : « Non ho sbagliato » - Preoccupazioni dei dirigenti (Dal nostro inviato speciale) Genova, 6 febbraio. Un deficit di circa un miliardo, più esattamente di novecento milioni, spettatori in continua diminuzione, serio pericolo di retrocessione in serie C: il Genoa, la più vecchia ed una delle più gloriose società italiane di calcio, in tutta la sua storia non si era mai trovata in una situazione tanto disastrosa. Una situazio ne che è venuta maturando soprattutto in questi ultimi anni, frutto di un'amministrazione poco avveduta, di acquisti sbagliati e di continui cambi di allenatori. Il Genoa dei nove scudetti è ormai troppo lontano. Ma soltanto tre anni fa la squa dra rossoblu, sotto la guida di Santos, conquistò un onorevole ottavo posto nel torneo di Serie A: nulla, allora, faceva pensare che i liguri potes sero cadere tanto in basso. In vece il peggioramento è stato continuo. Alla morte di Santos il Genoa fu affidato ad Amarai, che dopo sole otto partite del torneo 1961,-6? fu sostituito da Lerici, a cui si affiancò in seguito Fongaro. Tanti cambiamenti e pochi risultati: perché la squadra retrocesse in Serie B. Si pensò subito alla riscossa e fu assunto come trainer Bonizzoni. Ma anche lui non durò molto: dopo tre mesi venne chiamato ad affiancarlo Viani. Poi, alla fine del campionato scorso, finì anche il turno di Bonizzoni. Il resto è storia abbastanza recente: l'incidente automobilistico a Viani, l'as sunzione di Ghezzi come allenatore e infine la sostituzione di quest'ultimo con Tabanelli, giunto proprio quando la squadra è in piena zona retrocessione. Una girandola di allenatori che ha sconcertato i tifosi e, forse, anche i rossoblu. I sostenitori del Genoa, un tempo stretti attorno alla loro squadra anche e soprattutto nei momenti difficili, adesso cominciano a disertare lo stadio. Le cifre parlano chiaro: mentre nel campionato 196J,-'65 l'affluenza media era di circa tredicimila spettatori, nelle ultime due partite a Marassi i paganti sono stati rispettivamente Siilo e 6300. Diminuisce il pubblico, aumenta il deficit: e il prestito di 1/00 milioni chiesto alla Lega, anche se verrà, non basterà certo a risolvere la situazione. Come non basterà neppure la costituzione della società per azioni: perché pochi, a Genova, oggi sono disposti a comperarle. I problemi finanziari del club, gravi fin che si vuole, interessano però poco i tifosi, ai quali invece stanno a cuore le sorti della squadra, che dopo la nuova sconfitta di domenica ad Arezzo è caduta al penultimo posto della serie B. Di una nuova retrocessione nessuno parla, ma il pericolo c'è e ogni domenica il bisogno di punti si fa più pressante. Ormai i tifosi sperano soltanto più in Tabanelli. Il nuovo allenatore ha esaminato oggi la situazione: « L'unica colpa di Ghezzi, se colpa si può chiamare — ha esordito Tabanelli —, è stata la mancanza di esperienza. Questo, a parer mio, lo ha portato però a compiere alcuni errori. Prima del mio arrivo, i rossoblu effettuavano un allenamento molto "tira to" al mercoledì e il giorno dopo erano impegnati in partita. Occorreva cercare i col legamenti, uno sforzo psicolo gico più che fisico: ma uno sforzo che non si può fare con la necessaria concentrazione quando si è stanchi. Questo può anche avere portato ad un super-allenamento. E la squadra, adesso, non ha un valido schema di gioco, si affida all'improvvisazione. ,Ora cercherò di darle un "modu lo" efficiente. Ma sarò ancora in tempo? A certe cose biso gna pensare all'inizio del campionato, non all'inizio del girone di ritorno... ». «Per potenziare l'attacco — ha proseguito Tabanelli — farò giocare la squadra con tre punte fisse, adottando la tot tica del doppio centravanti. «Non sono inoltre d'accordo con Ghezzi — ha concluso a Tabanelli — sul fatto di portare la squadra tutti i giorni a Ronco Scrivia. Il clima è diverso, le partite si giocano a Genova e i rossoblu non possono non sentire la differenza di temperatura. Tante piccole cose che, sommate ad una buona dose di sfortuna, hanno portato all'attuale situazione ». Ghezzi, raggiunto per telefono a Cesenatico, ha risposto a Tabanelli ribadendo le sue idee: «Le partite del giovedì — ha detto — non erano impegnative, servivano solo a trovare l'intesa. Non credo proprio di avere sbagliato, né penso che la squadra sia superallenata: i rossoblu hanno sempre corso per novanta minuti. In quanto alla tattica del doppio centravanti, non è certo una novità. Io stesso l'ho fatta adottare ai giocatori-nella prima partita, schierando in tale posizione Cappellaro e Petrini. Poi ho cambiato; Cappellaro non era in forma e l'ho quasi subito tolto di squadra ». *A proposito della presunta mancanza di schemi d'attacco — ha proseguito Ghezzi — il rilievo mi fa sorridere: occorrono poche idee, ma chiare. La Sampdoria è prima in classifica, eppure schemi non ne ha molti: Cristin si sposta sulla destra, effettua cross tesi e spesso al centro c'è qualcuno che insacca. Quante volte è successo t L'esempio mi pare significativo. «Sul ritiro di Ronco Serivia, ripeto quanto ho già detto: i giocatori respiravano aria buona ed erano lontani dalle tentazioni e dalla vita " molle " della città». - Chi avrà ragione? Saranno i fatti a dimostrarlo: domenica prossima il Genoa ospiterà il Livorno e sarà un incontro che i rossoblu dovranno vincere a tutti i costi. La serie C da qualche settimana spaventa davvero. Maurizio Caravella

Luoghi citati: Amarai, Arezzo, Cesenatico, Genova, Lerici, Ronco Scrivia