«Di notte una donna sposata dovrebbe dormire nel suo letto»

«Di notte una donna sposata dovrebbe dormire nel suo letto» .. . ^ ,-. I^BTTERB AL DIRETTORE «Di notte una donna sposata dovrebbe dormire nel suo letto» Risposta alla lettera delle operaie.di Rivarolo pubblicata su «Specchio dei tempi» Signor Direttore, un gruppo di operale tessili di Rivarolo ha posto, con una lettera a «Specchio dei tem ni» pubblicata in data 1" feb- ? . m-.«««t««t« ™.n. braio u.s.; l'importante pro¬ - blema del ,avoro nottumo, chiedendo se esso aia vietato e per le donne sposate. - \ Vorremmo far loro presente - che l'art. 12 della Legge 26 a- prile 1934 n. 653 stabilisce che n lndustrjalt , l loro divendense è meta- e t0 u lavoro di notte per le - donne di qualunque età e per - i minori degli anni 18, salvo - l* eiezioni previste dagli ari ticoli seguenti»; «col termine l nottg 3iJ intende un peri0do i di almeno 11 ore consecutive, - comprendente l'intervallo tra , lo ore 22 e le ore S» (art 13). Le eccezioni riguardano l e . " . ~r. 1 * n..,m , « casi di forza maggiore che d ostacolino il funzionamento - normale dell'azienda » (art 15 comma 1") e la facoltà del mi- n- n!»tro per g ,LT~AÌ* ^«V vidonza sociale, e per esso dele i'igpettorato del lavoro, «di o autorizzare il lavoro nottumo n- «e!!e donne, stabilendone le u- indizioni nette stagioni a,nei casi in oui tale lavoro si appe¬ o- ohi a materie prime od a mao, terie in lavorazione suscettibili e rapida alterazione, quando i- V^^ZT^nriZ^dTuZ tali materie prime da una e- )0rdUa mevitabile» (art 16 e. a o a, si lott. C). Pertanto 11 diritto di «dormire nel proprio letto» eaiate non solo per le donne sposate, ma per tutte le donne e noi diciamo di più: esso deve esi¬ s 6 stere, salvo casi eccezionali, per tutti 1 lavoratori. Il convegno su «La salute della donna che lavora» indetto dall'Urti nei giorni 28-29 gennaio u. s. ha infatti messo in evidenza l'anacronismo di una legislazione specifica di tutela della lavoratrice e ciò per due ordini di motivi: 1) Essa spesso si traduce in un danno perché provoca l'espulsione della manodopera femminile dalla produzione. Un esemplo ci viene dall'introduzione del ciclo continuo in numerose industrie tessili che ha determinato, proprio a causa del divieto del lavoro notturno per la donna, una diminuzione dell'occupazione femminile In quel settore; 2) la condizione della donna lavoratrice si lega ai più generali problemi del lavoro. Easa deve perdere qualsiasi caratterizzazione fondata su una astratta femminilità per trovare una sua più reale di mansione al centro dei problemi della classe lavoratrice. La riduzione al minimo del lavori nocivi (e per tutti basti l'esempio del lavoro notturno) è problema che riguarda tutto 11 movimento operalo e la donna trova la sua più effettiva emancipazione non battendosi per soluzioni particolari, non isolandosi, ma legandosi a tutta la massa dei lavoratori in una Identità di interessi verso la soluzione di un problema al quale tutti sono parimenti impegnati: la, revisione della legislazione del | lavoro In generale e ta conquista di più umane condizioni di vita- noteacmmdpldtlan Oggi 11 lavoro rende di più ne è dimostrazione 11 fatto, ormai unanimemente accettato, che l'aumento del reddito e della produzione industriale avviene a detrimento di un contemporaneo parallelo aumento dell'occupazione. SI Impone dunque il problema della riduzione degli orari di lavoro ed in primo luogo, proprio ai fini della tutela della salute, il divieto, nei limite del possibile, del lavoro notturno per tutti i lavoratori. Gradisca i miei migliori saluti. Avv. Maria Magnani Noya della Presidenza dell'U.D.I. di Torino

Persone citate: Maria Magnani Noya

Luoghi citati: Rivarolo, Torino