Più passioni umane che slancio ascetico nei favolosi e anarchici monasteri greci di Francesco Rosso

Più passioni umane che slancio ascetico nei favolosi e anarchici monasteri greci LA RETRIVA CHIESA ELLENICA E' UN OSTACOLO AL PROGRESSO Più passioni umane che slancio ascetico nei favolosi e anarchici monasteri greci Nella repubblica conventuale del Monte Athos come negli eremi ricavati entro le meravigliose rocce di Meteora, la regola prescrive astinenza e distacco Ma la realtà è meno edificante - Tutta la struttura della Chiesa ortodossa appare in crisi: conservatrice, attaccata ai privilegi medievali, si batte contro lo Stato, le aperture verso i cattolici, le correnti più moderne del cristianesimo - Il governo ha imposto una distribuzione meno ingiusta delle risorse economiche fra le diocesi ed il controllo sulle nomine ecclesiastiche - Ha vinto la prova anche perché una parte delle masse popolari ha abbandonato i vescovi ribelli (Dal nostro inviato speciale) Atene, 3 febbraio Una vasta pianura con alberi e campi strinati dal gelo recente; ventiquattro spuntoni rocciosi, taluni alti fino quattrocento metri, che s'innalzano vertiginosi nel cielo freddo e limpido; ventiquattro monasteri decrepiti in equilibrio instabile sulla cima di ogni ronchiane; questa è Meteora, l'ultima Tebalde del monachesimo orientale, confitta con questi aculei pietrosi nel grembo della Tessaglia, un tempo feconda generatrice di centauri. Il Monte Athos è più celebre, ma non ha le caratteristiche di Meteora, dove i monaci dovrebbero vivere come stiliti, perpetuamente in contemplazione. Sul Monte Athos, irraggiungibile in questa stagione, i monaci ortodossi sono dispoticamente sovrani, al punto che per andarci occorre uno speciale permesso rilasciato dal ministro degli Esteri di Atene; approfittano della loro totale autonomia per organizzarsi a proprio talento, e lo fanno con decisa inclinazione ai piaceri terreni. A Meteora, Invece, la regola dell'astinenza, povertà, contemplazione era così rigida che i ventiquattro monasteri si sono a poco a poco spopolati; ne sono rimasti quattro, abitati da pochi monaci barbuti, le lunghe chiome raccolte in crocchia dietro la nuca, sudici. Fino a pochi anni or sono, per arrivare ai monasteri bisognava immettersi in un vasto pantere che monaci e servi issavano movendo grosse carrucole; ora ci si arriva ansimando su irti scalini intagliati nella roccia. L'emozione ' più drammatica, violenta, la provoca il paesaggio; la pianura tessalieo, spesso accidentata, giustifica l'inuensione dei mitologici centauri, mostri mezzo cavallo e mezzo uomo. A oriente, l'Olimpo nasconde fra gonfie nuvole internali Z'irfa vetta, reggia degli dèi, ed incombe tuttora misterioso, come se di lassù potesse ancora scendere l'irata folgore di Giove. Il mare lontano, che fa specchio al sole mattutino, è il solo respiro sereno nella convulsa atmosfera tessalica. Poi, ci sono questi quattro monasteri, coi monaci che hanno dimenticato da tempo le antiche regole degli stiliti, e sgonnellano sovente sugli aspri pendii dei ronchioni alla ricerca di emoaioni. Poco lontano c'è un monastero di monache, anch'esso in cima ad una roccia, ma non di stretta clausura. Mi racconta un amico che Dossctti intendeva chiudersi in questa Tebaide ed aveva incaricato alcuni amici di una esplorazione. Poi cambiò idea, forse perché l'arcivescovo di Bologna lo volle come suo coadiutore, o forse perché i suoi amici non trovarono in questi monasteri l'atmosfera di mistico distacco dal mondo che immaginavano. Meteora è ormai una Tebaide molto mondanizzata, non diversa dal Monte Athos, dove i monaci devono combinarle grosse se il Patriarca di Costantinopoli ha deciso di inviare una commissione di tre metropoliti con l'incarico di imporre l'ordine e la disciplina ai molti monaci che si sono troppo allontanati dalle regole monastiche. Tanto Meteora quanto il Monte Athos riflettono le ambiguità e complicazioni della Chiesa greco-ortodossa, culminate recentemente in aperta ostilità allo Stato ed in una legge che non risolve il problema. In Grecia i preti possono sposarsi; soltanto i monaci e coloro che mirano alle alte cariche ecclesiastiche hanno il dovere del celibato. I monaci, arroccati nelle loro Tebaidi, fanno i propri comodi; i preti sposati sono di solito confinati in povere parrocchie coi greggi dei loro figlioli. I greci il cui nome incomincia per Papa sono figli o discendenti di preti. In maggioranza appartengono a cJa-ssi socia» modeste; soltanto pochi scalano le vette della ricchezza e del potere, come Giorgio Papandreu, famoso avvocato ed ex primo ministro. Il governo voleva mettere un po' di ordine nell'anarchica repubblica del clero, e ha urtato contro l'intolleranza delle alte geraròhte ecclesiastiche, gelose del loro privilegi, soprattutto nella divisione delle prebende cU cui godono le diocesi più ricche. E' una cifra che s'aggira sul 30 milioni di dollari l'anno, circa 19 miliardi di lire, e che i grossi calibri del clero ortodosso distribuivano a loro talento, designando alle sedi più ricche i loro amici e parenti, riservandosi il diritto di lasciare in eredità le ricchezze accumulate a chi gli talentava, parenti, amici, o congregazioni religiose. Si sono opposti con furore alla legge presentata dal primo ministro Stefanopulos. fino ad asserragliarsi nelle chiese e farsi assediare dalla polizia, fino a strappare i manifesti-decreto che re Costantino aveva fatto affiggere sui muri della cattedrale di Atene. Per tale reato, il primate Alessandro lakovos, vescovo di Elassonos, è fini-. to in tribunale, ma se l'è cavata con una reprimenda e una blanda sentenza assolutoria perché, nel frattempo, le alte gerarchie avevano accettato, sia pure reluttantl, la nuova legge ecclesiastica. , Ora le nomine e desfinasionl dei véscovi e dei sacerdoti devono essere ratificate dallo Stato, e gli alti prelati non possono più lasciare in eredità a chi vogliono le loro ricchezze; i redditi, i lasciti, le prebende devono essere tersati ad un fondo comune, amministrato dal ministro delle Finanze che II suddivide anche tra i parroci più poveri. Sono state formate quattro categorie di parroci, che ricevono uno stipendio; il parroco di prima categoria, ad esempio, guadagna circa 70 mila lire al mese, e quello di quarta circa 43 mila: sono stipendi bassi ma non inferiori a quelli del funzionari statali. Inoltre prima della legge ecclesiastica molti parroci non ricevevano nemmeno questo poco, i titolari delle diocesi ricche non dividevano nulla coi confratelli poveri. Immobile, conservatrice, retriva, la Chiesa greca è una delle più pesanti remore allo sviluppo sociale ed umano della Grecia. Essa vive in un'atmosfera medioevale, gelosamente aggrappata alle sue prerogative, avversa ad ogni apertura. Le dichiarazioni di ostilità al Vaticano ed allo spirito del Concilio ecumenico ricorrono ogni giorno nelle prediche dei più qualificati metropoliti, ostili anche al Patriarca di Costantinopoli, che è il capo del Sinodo ecumenico ortodosso, per l'incontro che ebbe con Paolo VI a Gerusalemme. Superstizione, cavillosità bizantina, sovente ignoranza, una più che millenaria animosità verso i cattolici, che risale al Concilio di Nicea del 787, hanno messo la Chiesa greca In posizione di continuo sospetto, impedendole ogni apertura verso le correnti più aperte del cristianesimo. Nel settembre scorso, ad etempio, si riunì a Salonicco uno speciale Sinodo per celebrare l'anniuersario del martirio dei santi Cirillo e Metodio. Erano presenti anche i Primati di Bulgaria, Jugoslavia, Cecoslovacchia e Ucraina i quali, dissertando sulla vita e sui miracoli dei due Santi, sostennero che Cirillo è Metodio erano di origine, slava. Tale interpretazione scatenò ondate d'ira, per poco tutti i preti greci non corsero a Salonicco per fare giustizia degli incauti; affermare che Cirillo e Metodio non sono greci era per loro più delittuoso che mettere in dubbio la santità dei due martiri, venerati anche dai cattolici. L'angustia mentale con cui i preti affrontano i problemi religiosi deriva dalla fierezza che il clero ostenta per la parte sostenuta nella guerra di indipendenza dalla Turchia. Non vi è dubbio che il clero greco si guadagnò allora (1 suo momento di gloria nazionale; ma di quella gloria si è sempre valso per rafforzare la propria posizione politica ed economica, senza curarsi dei mutamenti che avvenivano nel mondo. Oggi, mentre la Grecia sta sganciandosi dal suo passato feudale e si trasforma in un paese moderno, deciso ad inserirsi nel movimento di emancipazione delle classi s.oqtoli pift povere, il clero si abbarbica ài suoi antichi privilegi, cercando di mantenere le proprie posizioni di forza attraverso l'ascendente che ancora esercita sulle masse popolari con la superstizione e l'autorità che gli deriva dal sacro mlnisterio. Se i preti ortodossi fossero esempio di austerità spirituale, morale e civile, forse sarebbero giustificabili le loro pretese di assoluta autonomia di fronte allo Stato; ma gli episodi di Monte Athos e di Meteora, oltre ai molti meno noti, sono sufficientemente indicatiti della loro mentalità: di teocrati ambiziosi, retrivi, tenacemente vincolati ai beni di questa terra. E se, pur con molte riserve, hanno accettato la legge ecclesiastica che limita il loro strapotere, non è per un tardivo ravvedimento; sentono che le masse popolari li stanno abbandonando. Durante gli assedi alle chiese di Atene, migliaia di manifestanti hanno urlato la loro disapprovazione ai vescovi ribelli ostentando cartelloni su cui era scritto: t Basta coi trafficanti di Cristo». Un vescovo, che era appena stato consacrato contro la uoZontA del governo, è stato malmenato dalla folla sul sagrato della sua chiesa. E' un sintomo, di cui il clero greco incomincia a tenere conto. Francesco Rosso