Esaurito in poche ore la traduzione in italiano dei pensieri di Mao Tse -tung

Esaurito in poche ore la traduzione in italiano dei pensieri di Mao Tse -tung La fortunata Idea di un giovane editore milanese Esaurito in poche ore la traduzione in italiano dei pensieri di Mao Tse -tung Più che un'opera organica, è una raccolta di massime da mandare a memoria - Pochissime sono recenti, la maggioranza risalgono a venti, trenta, quarantanni fa - Ce ne sono di dure quale «il potere politico nasce dalla canna dei fucili» e di blande come: «Il comunista quando tratta con i lavoratori deve impiegare i metodi democratici della convinzione e della educazione» (Nostro servizio particolare) Milano, 31 gennaio. Il minuscolo libriccino che raccoglie le massime di Mao Tse-tung, il manuale-bandiera che milioni e milioni di guardie rosse agitano freneticamente durante le loro imponenti manifestazioni, costituirà un grosso successo editoriale anche in Italia? Raggiungerà le tirature dei pockets di maggior successo, dei gialli sexy, delle raccolte di San Remo ? Se si dovesse rispondere in base ai risultati conseguiti oggi, prima giornata di vendita, ci sarebbe da pensarlo. Stamattina la casa editrice «Il Quadrato» — una piccola organizzazione a carattere artigianale senza un preciso colore politico — ha fatto distribuire nelle edi cole di cinquantatré città italiane svariate migliaia di copie del volumetto ancor fresco di stampa. Quante? Impossibile accertarlo con esattezza. L'editore parla di cin quantamila, ma si sa che, in materia di tiratura e di vendite, gii editori inforcano sempre le lenti di ingrandimento. In ogni modo, an che a voler fare una robu sta tara, si è trattato di una fornitura massiccia. Bene, alle cinque del pomeriggio in moltissime edicole milanesi il volumetto — 218 pagine, 500 lire — era giàesaurito, e nella sede dellacasa editrice il telefono tril-lava in continuazione; i di-stributori, tempestati di ri-chieste, esigevano nuove for-niture. Alle sei in nostrapresenza il giovane titolaredella casa editrice, dottorGiorgio Falossi, telefonavaalla tipografia ordinandoche si partisse immediata-mente con una seconda edi-zione di altre 20 mila copieUno degli aspetti più sor-prendenti di questo piccoloe inatteso boom editorialeè dato dal fatto che l'ini-ziativa non ha, almeno ap-parentemente, alcuna con-nessione con la politicaGiorgio Falossi non è un« cinese » ma semplicemen-te un piccolo imprenditoreche da sei anni si va di-gnitosamente barcamenandonel burrascoso mondo dell'editoria. Il suo catalogonon è certo ponderoso, unodei libri cui tiene di più è« L'estate del 1939» di Massimo Carrà, figlio del pittore; il maggior successo dquest'anno è un volume incarta patinata che contienele quotazioni dei maggiorpittori contemporanei. Nulla, come si vede, che faces se presagire questa improv visa irruzione nel campo ideologico-politico. L'idea che il libretto dMao potesse costituire un successo editoriale anche in Italia gli venne un palo dsettimane fa a Parigi dovsi trovava per ragioni dlavoro. Sulle rive della Sen na gli capitò fra le' manuna delle poche copie ori ginali stampate a Pechinin lingua francese, e nonostante il prezzo da mercato nero — diciassettemillire — l'acquistò immediatamente e la portò a Milano. In Francia le « Massime » stampate dall'Editiodu Seuil e messe in vendit-i nn»,i.noalmr, Aal prezzo popolarissimo dun franco e trenta — prezzo « politico », si mormorda qualche parte — avevano ottenuto un notevole suecesso raggiungendo in breve le trentamila copie. IItalia si sapeva che almendue case editrici - un. ,, strettamente politica 1 altrcon generiche finalità indùstriali — stavano lavorandda tempo alla traduzione devolumetto confrontando nosolo i testi francese ed inglese, ma anche quello cb nese; -r-, , , Giorgio Falossi, consutandosi col SUO braccio destro — gli organici dellcasa sono costituiti da lordue — dopo qualche esitazione decise di lanciarsi ne,,; , jj 1,^4.4.^-» : 1 impresa e di battere i concorrenti sul tempo. Convocati due traduttori dal trancese ordinò loro di mettersubito all'opera badando una cosa sola: la velocitSul contenuto del famoslibretto la stampa di tuttil mondo ha già espresso ddiversi mesi il suo parerCome è noto si tratta di uninterminabile serie di bratratti dagli scritti e dai d Milanesi acquistano in un'edicola il libro di Mao tradotto in italiano (Telef massime che sembrano fatte apposta per eccitare il fanatismo delle guardie rosse (« Ogni comunista deve assimilare questa verità che il potere politico nasce dalla canna del fucile », « Siamo per l'abolizione della guerra, noi non vogliamo la guerra. Ma la guerra si può abolire solo mediante la guerra»); ma accanto queste possiamo leggere con una certa sorpresa diretti ve più blande e sensate che contrastano abbastanza net a ò a n e pngpmntamente con la situazione di estrema tensione della Cina d'oggi. Alcuni esempi: «7 comunisti quando agiscono fra i lavoratori devono impiegare i metodi de mocratici della convinzione e della educazione; è asso lutamente inconcepibile che si ricorra all'autoritarismo», « Dobbiamo evitare di avere il minimo orgoglio ispirato dallo sciovinismo di grande potenza », « Nell'organizzazione del partito in seno all'esercito rosso la critica talvolta si trasforma in at tacco personale. Ciò porta pregiudizio non soltanto ai singoli compagni ma anche all'organizzazione del par tito ». Non manca neppure la enunciazione della famosa teoria dei « cento fiori » (1957): «Nelle arti forme differenti e stili differenti possono svilupparsi libera mente, neìle scienze le scuo le differenti affrontarsi liberamente. Sarebbe a no stro modo di vedere pregiu dizievole allo sviluppo del l'arte e della scienza ricor rere a misure amministra Uve' per imporre quello sii le '6 questa scuola e per proibire talaltra scuola». Insomma un mosaico ete rogeneo dove è possibile trovare mille pietruzze diverse, talora addirittura contrastanti,. Purtroppo, sentire quel che sta succe- dendo in Cina, vien fatto di pensare che, fra tante parole, nel momento attuale non abbiano certo il sopravvento quelle che incitano alla saggezza e alla pace. Gaetano Tumiati scorsi che Mao ha pronun ciato nel corso della sua lun ga carriera politica. Se un particolare può destar me raviglia, è che la grande maggioranza di questi pas si sono di venti, trenta, an che quarant'anni fa: risai gono cioè al periodo eroico della «lunga marcia», dei famosi dibattiti di Yenan, della lotta contro l'invasio ne giapponese. Relativamen te pochi quelli degli anni cinquanta, pochissimi quel u recehti. Le massime sono rag gruppate in 33 capitoletti ciascuno dei quali ha un suo titolo : « Il partito comuni ata », «L'esercito popolare», « La linea di massa», «1 quadri », « I giovani », « La cultura », ecc. Brevi, taglienti, awicinao ti Vimo all'altro con la te cnjca del collage, più che o un'0pera organica dal pun to dj vista ideologico, co è acuiscono una specie di - « breviario rosso », una col- lana dj parole d'ordine da i mandare a memoria. Numen rosissime naturalmente le mtfsaillamiant6ni |

Persone citate: Falossi, Gaetano Tumiati, Giorgio Falossi, Mao, Massimo Carrà

Luoghi citati: Cina, Francia, Italia, Milano, Parigi, San Remo