I banditi si travestivano da spazzini ma erano guidati da radiotrasmittenti

I banditi si travestivano da spazzini ma erano guidati da radiotrasmittenti Non ancora conclusa l'azione della polizia I banditi si travestivano da spazzini ma erano guidati da radiotrasmittenti Altri tre fermi ieri: fra essi il fratello di Giovanni Gasano, presunto capo banda - Questi non è stato riconosciuto, in un confronto all'americana, dalla signora torinese vittima dell'aggressione - Anche un confronto con i, testimoni della rapina, di Ciriè e Alpignano è fallito - Uno dei fermati avrebbe ammesso di aver partecipato ad pn «colpo» a Cassano d'Adda - Recuperati altri gioielli (Dal nostro inviato speciale) Milano, 26 gennaio. E' aumentato il numero dei fermati per la rapina all'orefice Nada Bianchi Natta avvenuta il 9 dicembre a Torino: tre banditi travestiti da spazzini fuggirono con 70 milioni di gioielli. Ieri erano state trattenute in Questura ventotto persone, fra cui quattro donne. Durante la notte autoradio della polizia si sono recate a Monza, Intra, nel Varesotto, a Torino: gli uffici della Mobile si sono riempiti di gente inso?inolita che protestava. Dopo gli interrogatori tre giovani sono rimasti a disposizione. Uno è il fratello di Giovanni Gasano, Francesco, 36 anni. Dice il dott. Reale, capo della Squadra Mobile milanese: « L'operazione è in pieno svolgimento, proseguono confronti e interrogatori. C'è stata qualche ammissione, il muro dell'omertà si sta sgretolando». Uno dei fermati avrebbe ammesso di aver partecipato a una rapina avvenuta il 9 luglio a Cassano d'Adda: tre banditi aggredirono a legnate il fattorino di banca Vladimiro Zaccantl sulla piazza principale del paese, e lo lasciarono tramortito a terra dopo aver gli strappato la borsa con 5 milioni. Fuggirono su una «Giulia» rubata verso Milano :nvano inseguiti dai carabinieri. Un'altra testimonianza im portante è giunta da Berga mo: un salumiere dt 1,0 anni, Erminio Belotti, via Pezzotta 31, aveva pagato una fornitura di marmo con un assegno risultato poi scoperto. Una sera nel suo negozio entrò un siciliano dall'aria dura che gli intimò di abbassare la saracinesca e seguirlo per «cose importanti ». fi Belotti ubbidì, venne fatto salire su una «Giulia» e condotto in giro per la città mentre il siciliano gli consigliava, a scanso di ; incidenti spiacevoli, di «onorare l'assegno ». Fu lasciato soltanto quando promise dl pagare subito. Il siciliano sarebbe Giovanni Gasano. E' stato riconosciuto senza esitazioni, ma nega: «.Tu accusi un innocente — ha gridato al Belotti — lo non sono mai stato a Bergamo ». La polizia ha le prove ohe Giovanni Cosano è stato parecchie volte in quella città. Anclxe l'altra notte, quando è stato bloccato al casello di Biandrate, veniva da Bergamo. Ma è inutile cercare di farglie lo ammettere: «Non ricordo — risponde — non so ». Quando, frugando sotto i sedili della sua auto, gli agenti hanno trovato i gioielli rubati alia signora Natta, è parso sorpreso. «Chissà come sono finiti lì sotto », e poi ha aggiunto: t Oggettini che ho comprato qua e là. Debbo avere le ricevute a casa ». Naturalmente a casa le ricevute non c'erano Basso, tarchiato, con gli occhi sottili e sfuggenti, ricorda molto la descrizione ohe la signora Natta ha fatto dell'uni co rapinatore che riuso! a vedere quel mattino prima di essere colpita dagli sfollagente. Stamane, in una stanza tdella Mobile si è svolto un confronto all'americana: il Cosano in mezzo a tre o quattro altri. La gioiclliera si è fermata esitante davanti a lui. Le sembrava i di riconoscerlo, ma le mancata la sicurezza, e ha preferito non accusarlo. «Forse — dice un /.unzionario — se 'avesse visto con la tuta e 11 passamontagna questo dubbio non ci sarebbe stato ». Un altro confronto è avvenuto ieri notte fra il Cosano, Gioacchino Cimili, Renato Croce e Luigi D'Aguanna, i principali indiziati della rapina dei gioielli, e i funzionari delle banche di Ciriè e Alpignano. Ma gli impiegati hanno escluso che possano essere gli autori del clamoroso colpo alle due agenzie in cui fu ucciso il dott. Gajottino. E' invece probabile die abbiano partecipato ad un'altra rapina avvenuta a Busto Arsizio in cui il cassiere di mia ditta tessile fu depredato di tre milioni. Una banda organizzata, dunque, che agiva da diversi mesi, che non lasciava nulla all'improvvisazione. Lo dimostra la cura con cui sono stati preparati i colpi. Nella cantina della sorella del Croce, oltre alle gerle e alle tute usate per la rapina di Torino, sono state trovate persino due trasmittenti.' i banditi se ne servivano durante le rapine- Nel corso delle perquisizioni a Torino e Legnano è stato rinvenuto altro materiale interessante: sei pistole, fra cui quattro munite di silenziatore, quattromila chiavi false, grimaldelli, piedi di porco, grossi «erto. Inoltre sono stati recuperati altri gioielli, in totale 30 milioni, quasi tutti riconosciuti dalla signora Bianchi Natta. p. s. l'accusa è Infondata perché egli non ha minacciato la donna. Laura Gilletti frequentava il convento dei frati cappuccini di Albano come lavandaia e spesso aveva occasione di incontrare padre Corsi. «Purtroppo il frate prese a farmi una corte insistente — ha spiegato oggi la donna che è una bella popolana dì 32 anni. «Io facevo di tutto per sfug girgli, ma lui mi colmava di attenzioni. Sl interessò persino che io trovassi un posto presso una fabbrica che produce apparecchi telefonici ad Albano ed una sera nel dicembre 196^ trovai che mi aspettava all'uscita dello stabilimento. Insistette perché io mi decidessi a lasciare mio marito e i miei figli per andare a vivere con BAebfiganMlaapnsvcmmglui. Io gli risposi se fosse mat- jmfo. Ed allora lui mi minacciò con un cacciavite ». Il Tribunale ascoltata la donna ha respinto la richiesta dei difensori del frate di citare nuovi testi e rinviato il dibattimento all'udienza del 13 aprile. g. g. gccapmsg Giovanni Gasano, termato presso Milano (Telefoto)