Spara un colpo di pistola contro la gerente dell'ufficio postale che voleva rapinare

Spara un colpo di pistola contro la gerente dell'ufficio postale che voleva rapinare Banditesco episodio Ieri pomeriggio a Trana Spara un colpo di pistola contro la gerente dell'ufficio postale che voleva rapinare Un giovane mascherato - Giunto pochi minuti dopo la chiusura, chiama alla Finestra la titolare, le punta la rivoltella e intima: «Apri la porta o ti ammazzo» - La donna esita e il malvivente preme il grilletto: il proiettile sfiora il viso della vittima, che si getta a terra - Poi la gerente raggiunge il telefono e chiama i carabinieri - Il rapinatore fugge (Nostro servizio "particolare) Avigliana, 23 gennaio. Tentata rapina oggi pomeriggio nell'ufficio postale di Trana: un giovane maschero to, giunto pochi minuti dopo la chiusura, ha chiamato dalla finestra la titolare, le ha puntato contro una pistola dicendo: «Apri la porta o ti ammazzo »; poi, vedendola esitare, le ha sparato contro. Il proiettile ha sfiorato la guancia della donna, che si è gettata a terra e ha raggiunto strisciando il telefono per avvertire i carabinieri. Il rapinatore è fuggito. L'ufficio postale si trova nella parte vecchia del paese, in Piazza delle Scuole. Di sera la zona è deserta, poco Illuminato. Già una volta, il 16 dicembre del '64, i ladri entrarono dalla finestra per svaligiare la cassaforte. Furono sorpresi per caso dal segretario comunale e arrestati. Gerente dell'ufficio è la signorina Margherita Bianco, 50 anni, via Roma 33; è stata trasferita sette mesi fa da Scarnaflgi. E' una donna piccola, magra, dall'aspetto energico. Gli imprevisti non la spaventano. Stamane ha oltre cinque milioni in cassa per il pagamento delle pensioni. Tutto il giorno è un andirivieni di clienti, alla sera restano soltanto 300 mila lire. La Bianco ha un sospiro di sollievo: anche questa volta è andata bene. Guarda l'orologio: mancano tre minuti alle 18, si avvia per chiudere la porta. Nello stesso momento, la signora Emilia Gay, 53 anni, via Giordano Bruno 8, viene urtata da un giovane piccolo, robusto, con il viso coperto da un passamontagna, che sta correndo verso l'ufficio postale. E' il bandito. Probabilmente sa di aver fatto tardi e cerca dl arrivare prima della chiusura. Attraversa velocissimo Piazza delle Scuole, sale affan nato i due gradini che immettono nel locale, ma la porta è già sbarrata. Bussa con in sistenza. Dall'altra parte la signorina Bianco chiede: «Chi èt ». Come risposta giunge un borbottio indistinto. « Non ho capito — insiste la donna. — Chi èt ». Altro borbottio. Insospettita non apre. Passano pochi minuti e sente picchiare alla finestra che è protetta da una grossa inferriata. Pensando H11111111111 ! i I i 111 i 111 r 11111 i 11111111 ! 1111111T11111 k 11111 ! a a o . a a che non ci sia pericolo scosta I battenti e si affaccia. Di fronte a lei è il rapinatore. Stringe la pistola nel pugno; a voce bassa, senza inflessioni diallettali, intima: «Apri la porta o ti ammazzo ». La Bianco cerca di guadagnare tempo. Lontano, nella piazza, c'è qualcuno che si sta dirigendo verso l'ufficio. Forse potrà aiutarla. Ma il bandito si acoorge dell'esitazione, preme il grilletto. Contemporaneamente la donna si getta a terra. Il proiettile le sflora la guancia.* Strisciando raggiunge la porta e dà un altro giro di serratura; poi, ba dando a non scoprirsi, chiude le imposte; sempre strisciando, arriva al telefono e avvisa i oarabineri di Avigliana Il passante si chiama Mario Cugno, 29 anni, via Cavour 26. Ha sentito lo sparo,, ma non riesce a capire quale sia la provenienza. Sta guardandosi attorno, quando scorge il rapinatore allontanarsi di corsa dalla finestra e venire verso di lui. Si sposta indeciso- Il bandito gli passa di fianco, a capo chino, affannato, il volto sempre protetto dal passamontagna. Non lo guarda neppure. In pochi secondi attraversa la piazza, è già in via Giordano Bruno. Qui la signora Maria Gay si è fermata a chiacchierare con là cognata Teresa Giordano, 1,9 anni, via Garibaldi 39. Vede il giovane che l'na urtata prima e che ora sta correndo nella sua direzione. Lo addita alla Giordano: «Chissà chi èf». La cognata lo guarda attentamente: « Io non lo conosco». Il rapinatore, accorgendosi di essere osservato, estrae la pistola e spara. Mentre le due donne fuggono gridando, imbocca una stradina di campagna e scompare. Ancora qualche minuto e giunge il maresciallo Traù della stazione carabinieri di Avigliana, poi il maresciallo Viola della tenenza di Rivoli, il dott. Bonsignore della Questura di Torino. Vengono effettuati posti di blocco. Qualcuno avanza l'ipotesi che il rapinatore sia fuggito con l'autobus per Torino' che passa proprio verso le 18 da Trana Il pullman viene fermato a Orbassano e i passeggeri perquisiti. Nulla. Un'altra ipotesi è che si tratti di un giovane sardo che abita con alcuni compaesani in una cascina alla periferia o del paese. La zona viene cir condata e il giovane sorpreso mentre rincasa dal lavoro. Pub dimostrare la sua innocenza Davanti all'ufficio i carabinie ri trovano un bossolo cali bro 22. Il proiettile ha scheg giato la finestra e si è conflc cato in uno scaffale. La Bian co racconta: « Ho sentito la vampata sfiorarmi la guancia ». Poi prega carabinieri, polizia, giornalisti di uscire dall'ufficio: si è già fatto tardi e deve ancora scopare, rimettere in ordine. p. «. La gerente dell'ufficio postale dl Trana, Margherita Bianco, alla finestra attraverso la quale ha sparato il bandito. La freccia indica il punto colpito dal proiettile Mario Cugno, che ha visto fuggire il bandito a Trana

Persone citate: Bonsignore, La Bianco, Margherita Bianco, Maria Gay, Mario Cugno