Carla Fracci e Nureyev danzano alla Scala la favola della «Bella addormentata nel bosco»

Carla Fracci e Nureyev danzano alla Scala la favola della «Bella addormentata nel bosco» L'opero di Cioicpvski ripreso nella nuovo coreogrofio del ballerino russo Carla Fracci e Nureyev danzano alla Scala la favola della «Bella addormentata nel bosco» Vivo saccesso dello spettacolo a cui hanno partecipato tutti i solisti del teatro milanese (Nostro servizio particolare) I Milano, 21 gennaio. La bella addormentata nel bosco andò in scena per la prima volta alla Scala 70 anni fa, per la stagione 1896-97, nella traduzione, alquanto sommaria, di «La bella nel bosco dormiente ». Il responsabile del teatro, l'editore Edoardo Sonzogno, uomo di molteplici meriti, non guardava troppo per il sottile in fatto di forbitezza linguistica. L'autore della musica, che le locandine stesse indicavano secondo la grafia tedesca, era da poco scomparso, ed era praticamente sconosciuto in Italia: Peter Tschajkowsky. A quel balletto, replicato per ventiquattro sere, e via via accoppiato — secondo l'uso del tempo — a varie opere,. tra le quali 11 nuovissimo e trionfante Andrea Chénier, arrise ottimo successo. Il pubblico non disertò gli spettacoli, nonostante la gravità dell'ora, segnata dalla catastrofe dl Adua. La coreografia del balletto, tratto dalla fiaba di Perrault, era del famoso Marius Petipa; e dominò tutti i successivi allestimenti della Bella addormentata nel bosco, anche dopo la rinascita operata da Diaghilev con il concorso dl Stravinse. A Marius Petipa si sono costantemente riferiti i coreografi avvicendatisi alla Scala nelle versioni, Integrali o parziali, della Bella addormentata, da Serge Lifar, a Nives Poli, a Margherita Wallmann. Sulle tracce del suo connazionale e predecessore — sia pure con ampie evasioni verso la moderna regia— è-proceduto anche Rudolf Nureyev, l'ex primo ballerino e coreografo del teatro «Kirov» di Leningrado, che qualche anno fa decise di rinunciare al ritorno in patria dopo una tournée in Occidente. Conviene ritenere che, nei lontani spettacoli del 1896, solo alcune scene della Bella addormentata venissero presentate quale appendice alle serate d'opera: nella sua integrità, il balletto' si protrae per ben quattro ore, come ha dimostrato l'attuale edizione, già fugacemente apparsa in anteprima nello scorso settembre, e da stasera inserita nelle regolari stagioni della Scala Qualche avveduto alleggerimento non sarebbe inopportuno tanto più che l'interesse del discorso musicale .spense si attenua.. Allestimento, comunque, di grandissimo impegno, che rappresenta uno dei massimi traguardi conseguiti in questi ultimi anni dalla Scala nel settore coreografico: fantasmagorica «féerie» di -gran classe che mobilita il disciplinato, foltissimo corpo dl ballo del teatro milanese, non meno che le sue ampie risorse tecniche. Sfarzosi le scene e 1 costumi di Nicholas- Georgiadis, Inappuntabile l'allestimento scenico governato da Nicola Benois, puntuale ed equilibrata la direzione orchestrale di Armando Gatto. A Rudolf Nureyev coreografo e gran virtuoso della danza, nei panni del bel prin¬ cipe Florimondo, e a Caria Fracci, protagonista di classica eleganza, si affiancava l'Intero corpo di ballo, coordinato dal maitre de ballet Giulio Perugini e istruito da Esmees Bulnes: presenti e ammiratissimi nel numerosi ruoli solistici, tutte le prime ballerine ad eccezione di Vera Colombo, infortunatasi durante le prove, e sostituita da Fiorella Cova — e 1 primi ballerini del teatro. Successo cal¬ dissimo: Pi. Carla Fracci ed II russo Nureyev alla Scala in un passaggio del balletto «La bella addormentata nel bosco» (Tel.)

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