Un testimone riconosce i tre piemontesi accusati di rapina: «I banditi sono loro!»

Un testimone riconosce i tre piemontesi accusati di rapina: «I banditi sono loro!» DraatiuaMca utHenxa all'Assise tìi Imperia Un testimone riconosce i tre piemontesi accusati di rapina: «I banditi sono loro!» Poi li indica: il diciannovenne di Villa,alletto faceva da « palo »; gli altri due (uno di Carmagnola, l'altro di Cuneo) svaligiavano la casa Il testimone soggiunge: «Mi puntarono la pistola; io risposi a sassate!» - Presidente: «Complimenti. Ha avuto un bel coraggio» Anche la cameriera di un ristorante ha identificato uno degli imputati, fuggito a Torino con un'auto rubata - Forse stasera la sentenza (Dal nostro corrispondente) Imperla, 19 gennaio. Drammatica udienza, oggi alla Corte d'Assise di Imperia dove si processano tre giovani piemontesi — Luigi Bottasso, SO anni, di- Cuneo, Giuseppe Di Olaudi, di 19 da Villafalletto e Giacomo Valerio De Colombi di SI da Carmagnola — imputati di rapina aggravata e diversi altri reati: un testimone ha riconosciuto uno degli accusati come colui ohe gli puntò la rivoltella minacciando di sparare. L'udienza è cominciata con l'escussione delle parti lese: Mario Aicardi, di Calderara, ha detto di avere avuto in restituzione il bottino rubato nella sua abitazione di Colle San Bartolomeo, dove i tre giovani erano penetrati dopo avere forzato la porta d'ingresso. L'agente di p.s. Mario Haicich, del commissariato di Atassia, ha dichiarato che il pomeriggio del 18 ottobre, mentre era in servizio, notò il De Colombi in una via della cittadina e gli chiese di seguirlo in questura per accertamenti: «Mentre stavamo per avviarci, notai un rigonfiamento sotto lo spesso maglione azzurro del giovane. Sospettai che fosse armato e poteste essere uno dei tre rapinatori dl Pieve di Teco, sui quali già avevamo avuto una segnalazione Cercai cosi di afferrarlo a un braccio, anche perché io ero disarmato. Il De Colombi reagì assestandomi un violento pugno alla fronte:». Presidente — II pugno lo sferrò Intenzionalmente? T'este — SI. Rimasi stordito un momento e il De Colombi riuscì a fuggire Durante la corsa gli cadde dl tasca la rivoltella ma riusci a raccoglierla continuando poi nella fuga. Ancora più drammatica la deposizione di Ferdinando Gandolfo, un robusto canto niere dell'* Anas » che presta va servizio sulla strada del Colle di Nava. Presidente — Come seppe del «colpo al Colle San Bartolomeo? Teste — MI avverti un vec chio contadino della zona Disse che 1 ladri erano entrati in casa dl Mario Aicardi. Insieme a due miei uomini, sospettando che i ladri potessero essere nascosti nella* casa cantoniera, ci ' avviammo in quella direzione a bordo di un motofurgonclno. Presidente — LI scorgeste sublto? Teste — SI. Notammo v giovane vicino a un'auto fianco della casa cantoniera; era il più giovane, faceva da «palo» (e ha additato il Di Glaudi). Presidente — Cosa fece quando vi vide?. Teste — Spianò una pistola contro di me. Cercai allora rifugio dietro a un tronco d'albero. Intanto dalla casa cantoniera uscivano di corsa gli altri due, anch'essi armati di pistola, che puntarono nella mia direzione e In quella dei miei due compagni: costoro per ripararsi si erano rintanati nel motofurgonclno. Avvi. Colapìnto (difesa) — E' vero che tiraste delle pietre contro il primo dei tre giovani? 1 Teste — Si, quando egli mi puntò contro la rivoltella. Presidente — E- voi avete osato fare questo contro un individuo armato? C'è voluto un bel coraggio. Teste — Signor presidente se fossi stato armato anch'io non so come sarebbe andata a finire... ZJ Gandolfo, dopo avere detto di riconoscere senza titu banze nei tre imputati gli individui che lo avevano minac ciato, ha concluso dicendo. «Tenendoci sotto la minaccia delle armi, essi risalirono in auto e si allontanarono. Uno dl essi, però, continuò a puntare contro di noi l'arma dal vetro posteriore dell'automo bile ». Dopo altri testi minori è stato sentito il brigadiere Luigi Cassari, della Polizia della strada di Albenga, il quale ha dichiarato: « Mentre ero di pattuglia con la guardia Elio Splendore a bordo d, un'autocivetta, venimmo avvisati del la presenza nella zona di tre rapinatori in auto. Infatti, poco dopo scorgemmo l'automobile lanciata sulla provinciale Pieve di Teco-Albenga, e cercammo di fermarla. Visto che il guidatore aveva accelerato ai nostri cenni, ci mettemmo a inseguirla, sparando in aria alcuni colpi d'arma da fuoco a scopo intimidatorio, ma non riuscimmo a farla fermare. Poco dopo trovammo l'auto vuota in bilico su una scarpata. I tre, dopo averla abbandonata, si erano dileguati in aperta campagna». Il De Colombi ha sempre negato di avere raggiunto Torino a bordo di un'automobile rubata dopo che i suoi due amici erano stati arrestati: la deposizione di Olga Acerbo, cameriera in un ristorante situato al Colle San Bartolomeo, lo ha smentito. La giovane ha riconosciuto il De Colombi per l'individuo che la sera del 18 ottobre 1965 consumò una aranciata, che pagò senza ritirare il resto, dimostrando una fretta eccessiva. Presidente — De Colombi, che cosa ha da dire al riguardo? Imputato — Sono Innocente di questo, di ladri al mondo non ci sono solo lo. Dopo l'escussione di altri testi minori il processo è stato rinviato a domani. La sentenza è prevista in serata. b. g. r i a i e Il giovane imputato De Colombi a colloquio con un difensore in aula ad Imperia

Luoghi citati: Carmagnola, Cuneo, Imperia, Pieve Di Teco, Torino, Villafalletto